Troppi rimborsi: ora il fondo sanitario dei metalmeccanici taglia le prestazioni
Rivisti gli accordi con Rbm: proroga al 2023 con franchigie e scoperti. Meglio evitare la gara, dice il presidente Bettini
di Anna Messia
Quando si muove il più grande fondo sanitario italiano il rumore è inevitabile. La decisione di Metasalute, dal primo gennaio, di ridurre le prestazioni sanitarie di 1,2 milioni di lavoratori del settore metalmeccanico (oltre a 600 mila familiari) sta inevitabilmente provocando reazioni. Fino all’inizio del nuovo anno i lavoratori del settore hanno goduto di prestazioni sanitarie decisamente superiori alla media dei fondi presenti sul mercato, con il piano base che prevede un contributo di appena 156 euro interamente versati dall’azienda e la possibilità di far aderire gratuitamente a Metasalute tutti i familiari a carico, senza franchigie e massimali. Condizioni favorevoli che il fondo, forte della sua numerosa platea, era riuscito a spuntare nel 2017 da Rbm Assicurazione Salute (nel frattempo passata nel gruppo Intesa Sanpaolo) cui è stata affidata la gestione assicurativa vincendo la concorrenza di Unipol, Generali e Allianz che per l’occasione avevano pure deciso di fare fronte comune. Ma alla fine, complice anche l’arrivo della pandemia, i rimborsi sanitari pagati si sono rivelati decisamente superiori ai versamenti (ben oltre il 100%) con un piano divenuto insostenibile e una perdita per Rbm che avrebbe raggiunto decine di milioni con la compagnia che, tra l’altro, a luglio scorso è stata anche sanzionata dall’Antitrust per 5 milioni per pratiche commerciali scorrette (con un ricordo aperto ancora davanti al Tar).
A questo punto il fondo ha deciso di sedersi intorno a un tavolo con il partner assicurativo per aggiornare i piani sanitari, cancellando alcune garanzie e riducendo contestualmente alcuni massimali di spesa, mentre per i familiari a carico (a meno di disabilità) è stato fissato il limite dei 26 anni. Ed è stata pure limitata l’adesione alle linee del fondo più ricche di prestazioni (in cambio di versamenti poco più alti). Modifiche che sono state approvata all’unanimità dal consiglio del fondo, con la proroga di un ulteriore anno degli accordi con Rbm, divenuta nel frattempo Intesa Sanpaolo Rbm Salute, fin a tutto il 2023 mentre i precedenti accordi sarebbero scaduti a fine 2022. Una scelta che ha sollevato più di qualche critica con i lavoratori dell’unione sindacale di base che ha sottolineato come le nuove regole abbiano di fatto l’effetto di «ridurre il salario dei lavoratori», mentre c’è chi avrebbe preferito rimettere a gara le coperture sanitarie di Metasalute per il 2023, continuando a usufruire delle vecchie garanzia per tutto il 2022 visto che a farsi carico dello squilibrio sarebbe stata esclusivamente Rbm. «Abbiamo preferito trovare un accordo con Rbm anche nel nostro interesse», risponde alle critiche il presidente di Metasalute Silvano Bettini. «Sarebbe stato complicato andare oggi sul mercato, visto lo squilibrio in atto tra sinistri e premi. Di certo non saremmo riusciti a veder confermate le precedenti prestazioni, mentre in base al nuovo accordo avremo un anno di tempo in più per organizzarci e non escludo che tra due anni potremmo decidere di gestire internamente alcune pratiche. Penso per esempio al rimborso dei ticket, che oggi è gestito esternamente».
Anche nella nuova versione il piano sanitario dei metalmeccanici resta tra i migliori del mercato, dice poi convinto Bettini, che non teme neppure l’uscita dal fondo di aziende eventualmente insoddisfatte. «Sfido chiunque a trovare le coperture sanitarie che sono previste nel nuovo piano con un versamento di appena 156 euro l’anno, pari a 13 euro al mese», continua Bettini, che riguardo alla nuova governance del fondo, dopo la recente uscita del direttore generale Tiziana Riggio (passata al fondo pensione delle telecomunicazioni Telemaco), spiega di aver assunto momentaneamente le deleghe in attesa dell’individuazione di un nuovo direttore generale che sarà scelto nei prossimi mesi. (riproduzione riservata)
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