PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO CHE FISSA IL TASSO PROVVISORIO
di Leonardo Comegna
Nel 2022 le pensioni registreranno un aumento lordo dell’1,7%. È quanto si legge nel decreto del Mef del 17 novembre, pubblicato nella gazzetta ufficiale del 26 novembre. Il provvedimento, come di consueto, fissa in misura definitiva il tasso di adeguamento all’inflazione dei trattamenti pensionistici corrisposti nell’anno 2021 rispetto al 2020 e indica, in via previsionale, l’adeguamento da applicare dal 1° gennaio 2022. Per l’anno in corso, 2021, il decreto ministeriale conferma che le pensioni non hanno subito alcun adeguamento. Validando la previsione del novembre 2020, e fissa all’1,7% il tasso di rivalutazione provvisoria da applicare dal 1° gennaio 2022. Gli aumenti sono dovuti alla necessità di compensare l’incremento dei prezzi. Per più di 22 milioni di titolari di trattamenti pensionistici ci sarà quindi un adeguamento dell’assegno, che solo per quanto riguarda l’Inps graverà per circa 4 miliardi di euro (la rivalutazione degli assegni toccherà anche gli altri enti pensionistici, vedi Inpgi). Rinviata a primavera la discussione su una possibile riforma organica della materia, la vita continua.
Ritorno all’antico. La rivalutazione dell’1,7% non sarà uguale per tutti, ma varierà a seconda della fascia di appartenenza di ciascun pensionato. Praticamente, tornerà in vigore il sistema a scaglioni (ex lege 288/2000), più vantaggioso per il pensionato, perché le decurtazioni del tasso di rivalutazione si applicano solo sulle quote di assegno superiori a certe soglie. Così le pensioni:
– di importo fino a quattro volte il minimo, sino a 2.062 euro, vedranno l’incremento pieno dell’1,7%;
– quelle di importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo, compreso tra 2.062 e 2.577 euro, avranno il 90% dell’1,7% (una rivalutazione effettiva dell’1,53%), ferma restando la rivalutazione piena (1,7%) dello scaglione sino a 2.062 euro;
– quelle di importo superiore a cinque volte il minimo, ossia oltre i 2.578 euro, otterranno un incremento del 75% dell’1,7% (una rivalutazione effettiva dell’1,275%), ferma restando la rivalutazione piena dello scaglione sino a 2.062 euro e dell’1,53% della fascia compresa tra 2.062 e 2.578 euro.
In soldoni, una pensione di 2mila euro lordi al mese godrà di un incremento (lordo) di 34 euro mensili. Una pensione di 2mila e 500 euro lordi al mese, cioè tra 4 e 5 volte il minimo, incasserà circa 42 euro al mese in più.
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