Il Regulator cinese ha approvato la richiesta di “Allianz China Life” che diventa così la prima compagnia assicuratrice Vita a poter operare in Cina con azionariato totalmente straniero.
L’annuncio si inserisce nella “strategia cinese” del Gruppo sviluppata sotto la guida di Sergio Balbinot, membro del Board di Allianz SE, responsabile dei mercati Insurance Western & Southern Europe e di tutta l’area Asia Pacific, nonché presidente di Allianz China Holding.
Allianz centra così un obiettivo di grane rilievo, divenendo il primo player strategico globale a operare con società ad azionariato totalmente straniero in ambito assicurativo e finanziario.
Allianz in Cina, grazie alla regia di Sergio Balbinot, ha ottenuto in soli due anni grandi risultati:
- nel novembre 2019 ha ricevuto l’approvazione della China Banking and Insurance Regulatory Commission a costituire una holding assicurativa interamente a capitale straniero, Allianz China Holding, con sede a Shanghai, presieduta da Sergio Balbinot;
- nel luglio del 2021, il Gruppo ha ottenuto dalle autorità locali l’autorizzazione a costituire la prima società di asset management assicurativo ad azionariato interamente straniero, con un’offerta olistica di prodotti e servizi di asset management assicurativo, facendo leva sulle competenze e sulle risorse globali del Gruppo, creando valore per gli investitori e per i clienti cinesi. E’ stata così costituita Allianz Insurance Asset Management (“Allianz China IAMC”), con quartier generale a Pechino;
“Siamo molto lieti di ricevere l’approvazione a operare quale prima compagnia assicuratrice Vita ad azionariato totalmente estero in Cina, sviluppata originariamente da una joint venture. Allianz è orgogliosa di essere il primo gruppo assicurativo a beneficiare dalle misure di apertura annunciate dal Governo cinese. La Cina è un importante mercato strategico e l’odierna approvazione ci mette in una posizione tale da massimizzare il nostro contributo allo sviluppo del panorama dei servizi finanziari in Cina”, ha commentato Balbinot.
Ha sempre tenuto un profilo riservato Sergio Balbinot, pur avendo raggiunto risultati e massimi incarichi in seno al Gruppo Generali. Già all’epoca – nei primi anni Duemila – periodo in cui abbiamo avuto l’opportunità di intervistarlo come uno dei due amministratori del Gruppo triestino (l’altro era Giovanni Perissinotto).
Delle sue qualità riuscivamo a sapere attraverso quello che diceva di lui, nel corso delle assemblee annuali degli azionisti, Antoine Bernheim. Il quale veniva chiamato “Toni” per la familiarità con l’Italia, avvalorata dall’essere diventato Presidente della compagnia triestina. Vale la pena di citare qui “il presidente carta vetrata” (come veniva definito per via del carattere), già protagonista della finanza come pilastro della banca d’affari Lazard, creatore – dice la leggenda – delle fortune dei “nuovi paperoni” Vincent Bollorè, Francois Pinault e Bernard Arnault. Si ricordi che, attraverso strettissimi legami con la Enrico Cuccia costruì (usando la Euralux, veicolo inventato per contenere le azioni Generali detenute dagli Agnelli) i presupposti per consegnare a Mediobanca l’assetto di controllo sul gruppo triestino. Di cui, nel 1996, diventò presidente, incarico che – con una interruzione a cavallo della fine Millennio (presidenza Desiata) – tenne fino al 2009.
“Balbinot è straordinario: sa tutte le lingue. Conosce persino il cinese. Ha solo l’handicpa di essere troppo buono di carattere”. Disse Bernheim in apertura di un’assemblea degli azionisti. E Balbinot lo ha dovuto masticare il cinese per raggiungere, con grande pazienza e ostinazione, il risultato di riuscire a spuntarla su tutte le concorrenti (in primis Axa) nell’ottenere l’autorizzazione per Generali a operare in joint venture con il governo cinese nel ramo vita. Prima compagnia straniera a raggiungere tale traguardo.
Il suo prestigio lo portò anche alla carica di presidente del Comitè Européen des Assurances (ora Insurance Europe). E fu una sorpresa non gradevole l’annuncio che lasciava le Generali. A rammaricarsene pubblicamente fu lo stesso Mario Greco, che nel 2012 era stato nominato Ceo del Gruppo del Leone.
Balbinot ricevette un’offerta che non poteva eludere: entrare con tutti gli onori in Allianz., nel cui di board (della casa madre di Monaco di Baviera) è stato chiamato nel 2015, con la responsabilità delle attività nei paesi dell’Europa occidentale e meridionale e Africa e Medio Oriente. Grosso modo rinnovando le esperienze già vissute quando era amministratore delegato delle Generali.