di Luca Gualtieri
Mediobanca convoca l’assemblea che il 28 ottobre dovrà decidere sulle modifiche statutarie presentate da Delfin e sulla controproposta formulata dal cda. Il vertice è stato convocato ieri e per il deposito delle azioni ci sarà tempo fino al prossimo 22 ottobre. In vista dell’assise nelle scorse settimane Delfin ha avanzato la proposta di eliminare il requisito statutario secondo cui tre amministratori devono essere dirigenti di Mediobanca e di alzare il numero degli amministratori di minoranza, con la previsione che più liste possano concorrere alla nomina di tali amministratori. I toni usati da Del Vecchio sono fermi ma accomodanti ed escludono (almeno a breve) ribaltoni: Delfin, spiega la holding, «non prevede né intende revocare l’attuale cda prima del termine del suo mandato». La proposta inoltre, «non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti, come accade in qualsiasi altra società, il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca», conclude Delfin. Alla luce di queste posizioni, venerdì 8 il cda di Mediobanca ha presentato una controproposta che ridimensiona le richieste del primo azionista. Il board infatti ha circoscritto a tre i rappresentanti delle minoranze eleggibili, assicurando almeno un posto agli investitori istituzionali, novità quest’ultima per una società quotata italiana. Questa modifica sarà messa al voto se quella di Delfin non verrà approvata. Calata nella specificità dell’azionariato di Mediobanca infatti la proposta potrebbe non «garantire la rappresentanza degli investitori istituzionali» e «un numero fisso di 4 esponenti della minoranza in un cda da 9 a 15 membri, appare non bilanciato». Il board non ha invece avuto da eccepire sull’inserimento all’ordine del giorno dell’ assembleare l’eliminazione della norma sugli amministratori-dirigenti che prevede l’inserimento in cda di tre dirigenti del gruppo Mediobanca da tre anni.
Altro fronte che si conferma molto caldo nella Galassia è quello di Generali. Ieri è stato annunciato un nuovo acquisto da parte di Francesco Gaetano Caltagirone che, tra il 6 e il 7 ottobre scorsi, si è portato al 6,56% grazie all’acquisto di 1,5 milioni di azioni pari allo 0,09% del capitale sociale della compagnia triestina. Non è invece ancora chiaro come l’imprenditore romano si muoverà nell’assemblea Mediobanca alla luce di una posizione reale del 3% e potenziale del 4,9%. (riproduzione riservata)
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