di Anna Messia
Reale Mutua apre i cantieri per diventare «benefit» con un’operazione che ha già incassato il via libera del consiglio di amministrazione. Un cambio di passo importate per la compagnia assicurativa di Torino perché mentre le società tradizionali operano con l’obiettivo di fare utili, le imprese benefit hanno una visione più ampia: oltre al profitto vogliono avere un impatto positivo sulla società o sull’ambiente e si impegnano a creare valore per tutti i portatori di interessi, i cosiddetti stakeholder, dai dipendenti ai clienti, fino a chi vive nel territorio, e sono pronte a metterlo nero su bianco nello statuto. L’Italia è stato il primo Paese dopo gli Usa (da dove tutto è partito) a introdurre questo modello societario, il cui atout è soprattutto reputazionale, ma non solo. Una migliore gestione del business dovrebbe mitigare i rischi e migliorare di conseguenza i risultati. Reti Spa è stata la prima società quotata italiana a diventare B-corp e tra le benefit si annoverano anche la società di design Alessi e il gruppo dell’olio fratelli Carli. Ora tocca a Reale. «L’evoluzione ci è parsa naturale, vista la natura di mutua della nostra compagnia assicurativa che non distribuisce dividendi ma riconosce benefici di mutualità agli assicurati», dice a MF-Milano Finanza il presidente Luigi Lana che ricorda il fatto che, in piena pandemia, Reale ha donato 7,5 milioni per l’acquisto di macchinari ospedalieri e ha investito altri 7 milioni per l’hub vaccinale di Torino aperto a tutta la popolazione. La trasformazione di Reale Mutua in benefit è prevista in particolare nel primo trimestre dell’anno prossimo e contemporaneamente sarà avviato anche l’iter per la certificazione B-corp. Domani intanto si riunirà al Lingotto di Torino l’assemblea dei 196 delegati, la prima in presenza dopo tanti mesi di distanziamento sociale, e anche sul fronte dei benefici di mutualità si attendono novità. «Abbiamo deciso di legare i benefici di mutualità, che sono sostanzialmente sconti sulle coperture assicurative dei nostri soci-clienti, guardando non più all’utile netto ma al risultato tecnico-operativo», spiega Lana. «Considerando non più solo il bilancio previsionale, ma anche il consuntivo». Novità che di certo saranno apprezzate dall’Ivass, l’autorità di controllo, perché verranno di fatto sterilizzati risultati di natura straordinaria ai fini dei benefici. «Guardando al bilancio consuntivo 2020, chiuso con un utile di gruppo di 155,5 milioni, un patrimonio di 3 miliardi e un Solvency II al 290% abbiamo deciso di stanziare altri 10 milioni di benefici di mutualità che si aggiungono ai 10 milioni già riconosciuti lo scorso novembre sul bilancio preventivo», spiega Lana che riguardo all’andamento del primo semestre 2021 si dice molto positivo. «Il business assicurativo ha continuato ad andare molto bene e a questo si aggiungono ulteriori elementi straordinari positivi. Abbiamo ottenuto plusvalenze dall’ottimizzazione del patrimonio immobiliare, che vale circa 1,5 miliardi, con asset iconici concentrati su Milano, Roma e Torino», spiega, «e altri 13,96 milioni dall’1,36% di Cedacri (la società specializzata in servizi di information technology alle banche rilevata da Ion Capital, ndr)». (riproduzione riservata)
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