di Luisa Leone
Il governo vede grigio per il Superbonus 110%. O almeno così pare dalla relazione tecnica allegata al decreto che determina come stanziare i denari del Fondo complementare al Pnrr, che secondo i tecnici del Senato sembrerebbe sottointedere per l’agevolazione un tiraggio inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto. Il dossier degli esperti di Palazzo Madama, dove il provvedimento è in corso di conversione, evidenzia la poca chiarezza fornita dai dati presentati dall’esecutivo e nota che gli andamenti indicati per il 2021 e il 2022 «inducono a ritenere che i dati di consuntivo evidenzino un minor tiraggio della detrazione in argomento rispetto a quanto scontato nei tendenziali». Del resto, ricordano sempre gli esperti del Senato, nella relazione tecnica alla legge di Bilancio 2021 era stato evidenziato dallo stesso esecutivo che in base ai primi dati messi a disposizione dell’Enea circa le riqualificazioni nel 2020 le stime di spesa sono state riviste al ribasso del 50%. «Ciò detto, se la causa dell’andamento fosse quella ipotizzata, sarebbe necessario che venisse fornita una stima percentuale del minor tiraggio» oppure che «che fossero indicati i dati a consuntivo di utilizzo del bonus». Per altro i tecnici sottolineano che la previsione di sottoporre alle Camere le comunicazione relative agli aggiornamenti delle stime prevista dal decreto stesso, andrebbe potenziata, per permettere ai parlamentari di esprimersi sul tema, «al fine di consentire una verifica delle stime e non una mera presa d’atto». Si dovrebbe inoltre prevedere la possibilità per il Parlamento di esprimere un parere in merito. E la questione non è irrilevante, giacché è lo stesso provvedimento a prevedere che gli eventuali risparmi derivanti da un minor utilizzo del bonus al 110% vengano utilizzati per prolungare la misura nel tempo. Al momento infatti solo per le case popolari si prevede di poter utilizzare l’agevolazione anche nel 2023, mentre una buona fetta della maggioranza, e soprattutto il Movimento 5 Stelle, chiedono che si arrivi all’estensione per tutte le tipologie di intervento. In merito si espresso ieri anche il ministro dell’Agricoltura, che era ministro dello Sviluppo al tempo del via libera al Superbonus, Stefano Patuanelli: «Il Movimento 5 Stelle «chiede che la misura sia prorogata al 2023 per tutte le tipologie di intervento e che lo si faccia nel minore tempo possibile per dare certezza agli investimenti. Il premier Draghi ha dato garanzia su questo e il gesto di prevedere già oggi che eventuali risparmi sulla dotazione finanziaria prevista servano per prorogare la misura significa che la direzione è quella e che la proroga ci sarà», ha detto il ministro ieri al video forum di Italia Oggi e Class CNBC sul tema Superbonus 110% per l’efficientamento energetico. «E’ chiaro che la destinazione naturale della proroga dovrebbe essere la legge di Bilancio e certamente là ci sarà, ma noi chiediamo che sia fatto prima e chiediamo l’allargamento alla platea delle imprese turistico ricettive».
Intanto, mentre il decreto sui fondi addizionali al Pnrr, contenente anche le misure sul Superbonus, ha appena iniziato il suo iter al Senato, ieri la Camera ha dato il via libera alla fiducia sul decreto Sostegni 1 (senza modifiche rispetto alla versione arrivata dal Senato) che dovrebbe essere approvato definitivamente oggi.
Sbarcherà invece molto probabilmente domani in cdm il secondo decreto Sostegni, anche detto Imprese, con ulteriori 14 miliardi di fondo perduto per le attività danneggiate dalle chiusure, nei quali è compreso anche il conguaglio di fine anno basato sui risultati di bilancio. Altri 4 miliardi sono invece destinati al reddito di emergenza. Secondo quanto emerso ieri, con il provvedimento ci potrebbe essere poco meno di un miliardo a disposizione di deputati e senatori per modifiche nel corso dell’iter di conversione. Il titolare dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ieri ha inoltre ribadito di aver sollecitato l’istituzione un fondo, gestito dallo stesso Mise e dal Mef, dedicato a quelle attività, come le sale gioco e le discoteche, che il decreto riaperture approvato lunedì 17 maggio continuerà a tenere chiuse. (riproduzione riservata)
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