di Andrea Montanari
Dopo Unicredit e in attesa delle future cessioni da parte di Vincent Bolloré (che resterà con il 2%) adesso è la volta dei Berlusconi. A 14 anni dall’ingresso nel capitale di Mediobanca, Fininvest ha infatti deciso di vendere l’intera quota posseduta, il 2% conferito all’accordo di consultazione che ha sostituto negli anni lo storico Patto di sindacato e blocco. Approfittando del rialzo del titolo della merchant bank di Piazzetta Cuccia, balzato dai 4,25 euro del 20 marzo di un anno fa all’attuale soglia degli 9,78-9,8 euro, la finanziaria presieduta da Marina Berlusconi ha completato ieri il collocamento dell’intero pacchetto di 17,713 milioni di azioni in portafoglio. A gestire la vendita ai blocchi, in qualità di broker, è stata Unicredit, mentre al momento nessuna controparte acquirente ha scoperto le carte. Francesco Gaetano Caltagirone, azionista all’1,9% di Mediobanca non ha fatto shopping in questo senso. Semmai potrebbe essere stato Leonardo Del Vecchio, tradizionalmente vicino a Unicredit e con in mano già da tempo un’autorizzazione della Bce a portarsi fino a ridosso del 20% di Mediobanca, rispetto a una quota del 14% circa di cui è accreditato al momento. Dall’operazione che ha portato al disimpegno da Mediobanca, Fininvest ha incassato 174 milioni senza però ottenere alcuna plusvalenza visto che la cessione è avvenuta all’attuale valore di carico di 9,814 euro per azione. «L’operazione rientra in una logica di razionalizzazione e di ribilanciamento del proprio portafoglio di investimenti finanziari», ha chiarito la finanziaria di via Paleocapa che controlla Mediaset e Mondadori e che possiede il 30% di Banca Mediolanum. Va detto che Fininvest aveva già fatto capire che la quota dell’istituto guidato da Alberto Nagel non era più ritenuta strategica e che quindi poteva essere smobilizzata. Detto fatto. Il ricavato sarà utilizzato per sostenere altri investimenti finanziari. Dal 2007, anno di ingresso nella compagine dei grandi soci dell’allora Salotto Buono, i dividendi complessivi incassati ammontano a 60 milioni. Un disinvestimento che arriva in un momento cruciale per il futuro di Piazzetta Cuccia e del suo principale asset, ovvero le Assicurazioni Generali, attese al rinnovo del cda nella primavera 2022 ma con due azionisti di peso come Del Vecchio (4,8%) e Caltagirone (5,6%) pronti a crescere nel capitale della compagnia e del suo primo azionista (13%), ossia la stessa Mediobanca. Un pressing per cercare di avere maggior peso nella futura governance di Trieste. Va ricordato che nel futuro delle Generali non c’è solo la tematica relativa al board e ai nuovi vertici, quanto semmai a possibili scenari aggregativi. Tra chi potrebbe essere interessato a muovere sulle Generali ci sarebbe anche Unicredit: stando ad alcune indiscrezioni, da qualche settimana il nuovo ceo Andrea Orcel avrebbe iniziato a ragionare sul dossier, bypassando Mediobanca. (riproduzione riservata)
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