Tutti gli esponenti unanimi al dibattito organizzato dalla Filiera delle costruzioni
Proroga al 2023. Ed estensione ad altri interventi
di Marco Solaia

La politica è a favore della proroga del superbonus 110% al 2023 e alla sua estensione anche ad altri interventi per favorire la crescita del settore e l’emersione del lavoro nero; il settore delle costruzioni e delle professioni chiede semplificazioni e certezza. È quanto è emerso ieri nel corso del dibattito pubblico organizzato dalla Filiera delle costruzioni e introdotto dal presidente dell’Ance Gabriele Buia che ha richiesto con forza alla politica un impegno che dia certezza a tutti i componenti del settore (imprese di costruzioni, professionisti, società di ingegneria, artigiani, ambientalisti, amministratori di condominio e sindacati): «Senza un’azione decisa sul superbonus al 110% in tutte le sue emanazioni spegneremo uno dei grandi motori della ripresa del nostro Paese. A volte sento dire che il superbonus rischia di essere una misura che favorisce i più ricchi. Sono d’accordo: se resterà questa selva di procedure, solo chi avrà più risorse da investire potrà trovare il bandolo della matassa».
L’appello, ribadito fra gli altri anche da Armando Zambrano, a nome delle professioni tecniche, è stato immediatamente raccolto dall’ex premier Giuseppe Conte che ha affermato che «il M5S ha voluto fortemente questa misura a partire dall’ex sottosegretario Fraccaro che ringrazio per essersi battuto per questo. Ci faremo garanti della estensione della misura a tutto il 2023; non si possono immaginare battute di arresto e già il governo Draghi con il ministro Franco hanno dato disponibilità, ma dobbiamo prevedere subito la proroga, perché servono anche somme aggiuntive, destinando eventualmente anche le risorse non utilizzate. Ci faremo garanti anche dell’estensione del superbonus alle strutture turistiche e ricettive, bed and breakfast e agriturismi che vanno riqualificati per rilanciare il comparto. Bisogna poi semplificare l’iter burocratico autorizzativo modificando quindi la norma perché si tratta di una misura essenziale per i cittadini». Il segretario del Pd Enrico Letta ha sposato integralmente la proroga al 2023: «Condivido integralmente quanto detto dal presidente Conte.

È una questione di buon senso per il paese e quindi riconfermo il nostro appoggio per la proroga al 2023, deve essere finanziato e stabilizzato per il bene e la ripartenza dell’economica; è forse la misura più importante e questo deve avvenire per avere lo sguardo al futuro rendendo il paese più ecosostenibile e sicuro, avvantaggiando anche le famiglie. Con questa misura occorre però ammodernare anche gli edifici del dopoguerra, che sono quelli che hanno più bisogno di intervento, se no risolviamo poco. L’effetto sull’evasione fiscale e sulla tracciabilità dei pagamenti è altrettanto essenziale e rende tutti più sicuri evitando anche il lavoro nero». L’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro ha affermato che «i dati di oggi dicono che ora 1,7 mld. di lavori sono stati certificati e conclusi già nei primi 4 mesi; ogni mese cresce del 50% il numero di investimenti. Sulla proroga sono pessimista perché la valutazione sul tiraggio rimessa a fine anno potrebbe portare a mettere meno risorse e questo è irragionevole perché si deve dare prospettiva di pianificazione aziendale». Sulle stesse posizioni anche Davide Faraone, senatore di Italia Viva, che ha chiesto anche «un testo unico dei bonus per rendere strutturali queste misure», e Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha concordato sull’esigenza di proroga. Il senatore della Lega Nord Alberto Bagnai ha sottolineato che «anche la Lega ha presentato tanti emendamenti per dare un orizzonte più ampio alla misura perché è evidente l’importanza della misura, che coinvolge tanta parte del sistema delle costruzioni e che potrà avere grande effetto sul lavoro, come ha segnalato anche la Banca d’Italia.

Le complicazioni delle procedure però rischiano di essere una misura indiretta di contenimento del debito e questo va evitato e risolto. Bisogna agire con forza con la riforma della p.a. che frena la messa a terra degli interventi e l’avvio dei cantieri. Di fondo noto anche un certo sfavore per la circolazione di mezzi di pagamento diversi dalla moneta (i crediti di imposta) ma l’importante è dare certezza alla misura». Pierluigi Bersani, deputato di Liberi e Uguali, ha ricordato che le misure di incentivazione «nascono nel ’98 come misure per fare crescere il settore, migliorare il patrimonio abitativo facendo emergere il lavoro nero; all’inizio era troppo basso l’incentivo, lo alzammo e destra e sinistra hanno sempre prorogato la misura fino al superbonus. Questo insegna che a un certo punto vanno messe a regime e oggi è ancora più attuale per raggiungere i driver ambientali molto sfidanti. Dobbiamo formalizzare l’impegno e riempirlo di risorse con la legge di bilancio con risorse. Poi dobbiamo pensare anche ad un piano di piccole opere che favorisca la piccola impresa».

© Riproduzione riservata

Fonte: