di Anna Messia
Gli agenti assicurativi non guardano più a internet e digitale come a un pericoloso concorrente; anzi, ora chiedono alle compagnie da cui ricevono il mandato di spingere sugli investimenti tecnologici, convinti che i clienti avranno sempre più bisogno in futuro della loro consulenza, mentre internet e le nuove tecnologie potranno essere l’occasione per fare crescere finalmente il mercato assicurativo Danni italiano. La fotografia emerge dall’indagine che ha coinvolto circa 300 tra agenti e broker ed è stata realizzata da Italian Insurtech Association, supportata da elipsLife in collaborazione con Emf Group. Si tratta del secondo sondaggio sulla categoria realizzato dall’associazione. Vi emergono nette differenze rispetto alla fotografia scattata a inizio 2020, all’alba della pandemia. «Agenti e broker sono pronti all’evoluzione digitale e non oppongono più la resistenza emersa dal sondaggio precedente», dice Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Italian Insurtech Association, segnalando che il 76% del campione considera la digitalizzazione un fattore determinante per rimanere competitivo. «Senza gli strumenti tecnologici non avrebbero lavorato durante il lockdown e ora sono consapevoli della loro importanza e del fatto che i clienti chiederanno sempre un maggiore utilizzo di servizi online ma il loro ruolo resterà centrale. Se il cliente acquista una polizza infortuni istantanea per giocare una partita di calcetto sarà anzi probabilmente più propenso a sottoscrivere una copertura più ampia e più complessa e avrà bisogno del consulente per scegliere il prodotto più adatto». Nel settore assicurativo non si teme quanto successo in quello bancario, dove la spinta digitale ha portato alla chiusura di molte filiali, per il fatto che in Italia il mercato Danni è ancora da sviluppare e la rete potrà far aumentare la penetrazione tra i clienti. La strada da percorrere resta lunga anche sul fronte dell’innovazione. Dal sondaggio emerge infatti che entro 10 anni l’82% dei consumatori di prodotti assicurativi sarà digitale rispetto all’attuale 30-35%, eppure l’80% degli intermediari ancora non offre servizi online.
Ma chi farà questi investimenti? Gli agenti o le compagnie? «La scelta migliore sarebbe aiutare gli intermediari a investire in tecnologia», risponde Brandimarte. «Ma c’è un problema di risorse, visto che servono investimenti importanti che le singole agenzie o i broker fanno fatica a sostenere». Mentre le compagnie paradossalmente nell’ultimo anno hanno ridotto o al massimo confermato gli investimenti in digitalizzazione. «Dunque la domanda di innovazione tecnologica aumenta ma l’offerta resta al palo», conclude Brandimarte, aggiungendo che nei giorni scorsi l’associazione ha presentato alcune proposte al governo Draghi per accelerare il processo nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si chiedono per esempio incentivi fiscali per gli investimenti in tecnologia da parte di compagnie, broker e agenti o la creazione di Regulary Sandbox, ossia uno spazio in cui gli imprenditori possano sperimentare prodotti, servizi o modelli di business innovativi senza incorrere nelle conseguenze regolamentari previste per chi opera normalmente in questi ambiti. Il tutto per evitare che l’industria assicurativa italiana perda il treno dell’innovazione tecnologica. (riproduzione riservata)
Fonte: