Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Dopo l’assemblea delle Generali del 29 aprile che ha approvato il bilancio chiuso con un utile di 2,9 miliardi, registrando la mancata partecipazione del gruppo Caltagirone, ci si cimenta sui possibili sviluppi anche se è diffusa l’opinione che la decisione dell’imprenditore romano sia una prima mossa nella prospettiva dell’assemblea del prossimo anno che dovrà decidere il rinnovo del cda della compagnia. Dal voto e dal comportamento degli altri partner è però emerso che per ora la posizione critica di Caltagirone – secondo azionista con il 5,6% alle spalle di Mediobanca che detiene una quota intorno al 13% – non trova convergenze con altri soci. Esiste un precedente più diretto: non quello di Bankitalia che ai tempi, secondo azionista delle Generali con circa il 5%, si astenne sul bilancio per contestare alcune scelte di governance, bensì quello di Vincent Bolloré, che non votò il bilancio in cda, ma che lo approvò invece in assemblea. Ciò dimostra la complessità del percorso per far valere atteggiamenti critici che, se non condivisi da altri soci, finiscono per ridimensionare la portata anche di quote importanti. Per fugare ipotesi riduttive, è comunque sempre opportuno fornire completi chiarimenti su scelte rilevanti che vengano compiute, come quella di non prendere parte all’assemblea e al voto.
Nel 2020 l’attività di Generali dedicata alle grandi imprese, raccolta sotto il cappello di Global Business Lines, ha continuato a crescere in maniera profittevole attraverso una spinta su partnership e innovazione. Nessuna esplosione dei sinistri, come avvenuto per altri gruppi assicurativi europei, dai Lloyd’s di Londra (che alla pandemia ha pagato dazio con un conto da 5 miliardi) ad Allianz (che dal covid ha avuto un effetto negativo di 1,3 miliardi). La ragione è che il gruppo assicurativo di Trieste aveva un numero limitato di coperture esposte al rischio pandemia e una presenza ancora contenuta nei Paesi dove erano più frequenti questo tipo di coperture, come Usa e Regno Unito. La struttura di Generali Global Business Lines, che da Milano coordina le attività a livello globale, è stata affidata nel 2019 al country manager per l’Italia, Marco Sesana, che è anche ceo di Generali Italia. La crescita registrata nel 2020 è avvenuta anche grazie alla creazione di ecosistemi di partnership internazionali, pilastro della strategia «Partner di Vita 2021», come quella siglata lo scorso anno con l’americana Nationwide, da cui è nata la joint venture paritetica N2G avviata con successo nonostante la pandemia.
Il mercato italiano dell’auto non riparte, anzi mette la retro. Ad aprile le immatricolazioni sono sì cresciute del 3.277% rispetto allo stesso mese del 2020, ma si tratta di un dato non significativo perché condizionato dall’effetto lockdown che l’anno scorso aveva fatto precipitare le vendite a sole 4.295 vetture. Se si guarda al 2019, base di confronto più attendibile, quest’anno le immatricolazioni sono calate del 17,1% ad aprile e del 16,9% nei primi quattro mesi. Secondo il Centro Studi Promotor, la situazione è ancora più preoccupante perché sinora il mercato ha beneficiato delle agevolazioni del governo. «La spinta degli incentivi prenotati prima dell’esaurimento dei fondi dovrebbe continuare nella prima metà di maggio», prevede l’ente presieduto da Gian Primo Quagliano.
Il vicepresidente delle operazioni non assicurative di Berkshire Hathaway, Greg Abel, potrebbe diventare il successore di Warren Buffett nel caso in cui il magnate dovesse abbandonare l’incarico di ceo. È quanto riferito dallo stesso Buffett ai microfoni di Cnbc: «Gli amministratori concordano sul fatto che, se mi dovesse succedere qualcosa stasera, sarebbe Greg a subentrare domani mattina». Abel, insieme al collega Ajit Jain che gestisce le operazioni assicurative della compagnia, era stato a lungo considerato un probabile successore di Buffett. Di fronte alla domanda relativa all’eredità della cultura aziendale, e quindi se le operazioni della società potrebbero diventare troppo complicate da gestire, Buffett ha affermato che la struttura della società gli sopravviverà e che Greg porterà avanti la cultura dell’azienda.
Eurizon e Banca agricola popolare di Ragusa (Bapr) hanno annunciato il trasferimento da FinanzaSud sim, interamente controllata da Bapr, alla società di asset management di Intesa Sanpaolo, del servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento sia per la clientela retail che per quella istituzionale. L’operazione ha efficacia dal 1° maggio. Ai sensi del nuovo accordo di collocamento Bapr continuerà a curare le esigenze della clientela gestita.
FinSud sim gestiva, a fine dicembre, asset per circa 430 milioni di euro, di cui poco più di 170 mln in gestioni di portafogli della clientela della banca, distinte in due linee di gestione Gpm (monetaria e obbligazionaria), riferite a soli titoli, e 20 linee di gestione Gpf che investono in Oicr.
Generali rafforza la propria leadership in Italia, nonostante il contesto provocato dalla pandemia che vede il mercato in contrazione del 5%: è quanto emerge dalla Graduatoria premi 2020 pubblicata dall’Ania. Sommando i premi contabilizzati nei rami danni e vita, la graduatoria vede il Leone al primo posto con oltre 25,6 miliardi di euro di premi, in crescita del 4% rispetto all’anno precedente e con un’incidenza del 16,93% sul totale del mercato. Seguono Intesa vita con 21,8 miliardi e Poste vita con 16,9 mld. Per la realizzazione della graduatoria per gruppi di imprese secondo l’Albo gruppi dell’Ivass, aggiornata al 31 marzo, si considerano tutte le realtà che hanno risposto alla rilevazione, siano esse nazionali, rappresentanze di imprese europee ed extra-europee.
- Pensioni diseguali Così le donne pagano il costo delle riforme
Dopo dieci anni, le donne tornano ad andare in pensione di vecchiaia quasi come gli uomini, quanto a numeri assoluti. Non accadeva dal 2012, da quando cioè la legge Fornero ha inasprito i requisiti dell’età anagrafica, agganciati alla speranza di vita e ora appaiati per tutti a 67 anni. Prima di allora, due terzi dei pensionati di vecchiaia era donna, un terzo uomini. Poi la curva si è invertita. A dieci anni dalla riforma del 2011, nata per sanare i conti pubblici, si può dire che il conto si è scaricato proprio sulle donne. In 400 mila, si legge nel Rendiconto Inps, intrappolate dagli scaloni dell’età per un risparmio di ben 8,9 miliardi. Ecco spiegato dunque quel balzo del +70% nelle pensioni di vecchiaia registrato da Inps nel 2020 sul 2019. È la “classe 1953” delle donne che hanno compiuto 67 anni giusto l’anno scorso, libere di lasciare il lavoro. Nel 2020 la pensione di vecchiaia vale in media 740 euro lordi al mese per le donne contro 1.079 degli uomini. Nel settore privato la differenza è abissale: 737 contro 1.439 euro, la metà.
- Il crollo delle nascite non è ancora finito
L’Istat ha da poco reso disponibile il totale (provvisorio) delle nascite di gennaio 2021. La media giornaliera è di 992 unità, a fronte delle 1.159 di gennaio 2020, e il totale mensile è di 30.767: oltre 5 mila nati in meno rispetto allo scorso anno, con un calo del 14,3%. Per allontanare il sospetto che ciò sia semplicemente dovuto ad oscillazioni “accidentali” del dato mensile, conviene chiamare in causa l’analoga variazione negativa a due cifre con cui si è chiuso il 2020 ( -10,3% di dicembre 2020 su dicembre 2019) preceduta, a sua volta, dal -8,2% di novembre 2020 (su novembre 2019).
- Fondi, Europa a doppia velocità Il peso dei costi frena l’Italia
Anno nuovo, tendenze antiche. In Europa i rendimenti dei fondi viaggiano a una velocità più che doppia rispetto all’Italia, dove gli strumenti a disposizione dei risparmiatori continuano a essere zavorrati da commissioni ricorrenti ben superiori. I primi tre mesi del 2021 si sono infatti chiusi con un una performance positiva pari al 4,3% per i prodotti delle principali 30 case di investimento per masse gestite a livello europeo, che hanno doppiato i gestori italiani, capaci sì di realizzare risultati positivi (+2%), che tuttavia appaiono più che dimezzati rispetto alle medie continentali.
- Il danno si traduce in mancato guadagno
La violazione delle norme edilizie da parte del privato, ancorché l’opera insista sulla proprietà esclusiva di quest’ultimo, è senza dubbio un «fatto illecito», in grado di cagionare in capo agli altri condòmini un «danno ingiusto». Questo avverrebbe in tutte le ipotesi in cui, proprio a causa delle opere abusive, il condominio non riesca ad ottenere il certificato di conformità e, conseguentemente, i condòmini non possano effettuare i lavori agevolati entro il termine previsto. Detto altrimenti, gli abusi edilizi impedirebbero ai condòmini di esercitare il diritto di riqualificare l’immobile e di godere della detrazione. Il danno verrebbe in rilievo proprio a seguito dell’approvazione della delibera condominiale che autorizzi i lavori agevolabili e potrebbe configurarsi, alternativamente, quale perdita di chance o quale lucro cessante in capo al singolo condòmino titolare della detrazione monetizzabile sotto forma di sconto in fattura.
- Danno parentale, dalla Cassazione un «assist» alle tabelle di Roma
Neanche il tempo di verificare gli impatti delle recenti novità sul risarcimento del danno non patrimoniale da lesione fisica (nuova tabella “milanese” e proposta Mise di tabella unica di legge con separata e non automatica liquidazione del danno morale) che di fatto la Cassazione riporta in auge la tabella “romana”, anche se solo per il danno parentale. La sentenza 10579/2021 del 21 aprile afferma l’inadeguatezza del metodo milanese e pare destinata ad alimentare dibattiti e possibili difficoltà operative. Per la Corte, i criteri di risarcimento di Milano (si veda la scheda a destra) sarebbero troppo laschi per quell’esigenza di uniformità dei giudizi sui cui dovrebbe fondarsi il metodo tabellare, che dovrebbe attuare il principio generale della valutazione equitativa (articolo 1226 del Codice civile). La sentenza richiede una tabella “puntuale” e in grado di dare risultati il più possibile esatti, prevedibili e uniformi, per situazioni sostanzialmente omologabili, senza troppi spazi per valutazioni personali che potrebbero sconfinare in libero arbitrio.
- Obbligo di assicurare anche i veicoli fermi che non funzionano