di Luca Gualtieri
Non è una novità assoluta e i precedenti sono di peso come Unicredit e la ex Ubi Banca. In ogni caso ieri ha creato qualche tensione il sorpasso che Assogestioni ha messo a segno su Unipol nella nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Bper. Nel corso dell’assemblea infatti la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri (primo socio dell’istituto di Modena al 18,9%) ha ottenuto il 35,3% dei voti contro il 44,3% messo a segno da Assogestioni. Un risultato che non avrà effetti sulla governance di Bper (visto che i fondi non ambiscono a ruoli di maggioranza nei board), ma che sicuramente lancia un messaggio al nuovo gruppo dirigente.
L’assemblea di ieri ha infatti segnato un importante momento di discontinuità per la ex popolare. Non solo infatti per scelta degli azionisti il cda è stato interamente rinnovato, ma dal vertice è uscito anche Alessandro Vandelli. Trentasette anni in banca e sette anni come ceo Vandelli è stato il regista del salto dimensionale compiuto da Bper che, dopo la trasformazione in spa, ha messo a segno diverse operazioni straordinarie come l’acquisto di Carife e di Unipol Banca fino al blitz sui 620 sportelli Ubi nell’ambito dell’opas di Intesa Sanpaolo. I due principali soci di Bper hanno però chiesto e ottenuto discontinuità. Questa infatti è stata l’indicazione di Unipol e della Fondazione Banco di Sardegna (titolare del 10,2%) che, con Assogestioni, hanno presentato le liste per il rinnovo del board. A guidare il nuovo organo, in cui Cimbri ha inserito i fedelissimi Gian Luca Santi e Roberto Giay, saranno l’amministratore delegato Piero Montani e la presidente Flavia Mazzarella, espressi da Unipol come l’ex direttore generale di Unicredit, Gianni Papa, Elena Beccalli e Maria Elena Cappello. Per la Fondazione Banco di Sardegna invece sono entrati Riccardo Barbieri, Alessandra Ruzzu, Gianfranco Farre, Monica Pilloni e Cristiano Cincotti, mentre i fondi hanno espresso Silvia Candini, Alessandro Foti e Marisa Pappalardo.
Spetterà insomma a Montani pilotare il nuovo corso di Bper con il sostegno degli azionisti. Il banchiere genovese ha certamente esperienza di turnaround nel mondo del credito avendo guidato Antonveneta dopo i lunghi anni della gestione di Silvano Pontello, la Popolare di Milano sotto l’egida di Andrea Bonomi e da ultimo Carige in ticket con il presidente Cesare Castelbarco Albani. Se al ceo spetterà difendere il conto economico di Bper in una fase di criticità come quella pandemica e post-pandemica, è molto probabile che gli azionisti ragioneranno presto sulle nozze. L’opzione di un merger con Banco Bpm è sul tavolo da qualche mese ma non è mai davvero decollata. Una cautela che fa supporre l’esistenza di altri progetti. L’alternativa più plausibile per il mercato sarebbe un’integrazione con la Popolare di Sondrio o, come si è iniziato a mormorare da qualche giorno, con Carige che dopo il passo indietro di Ccb è alla ricerca di un nuovo cavaliere bianco. (riproduzione riservata)
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