di Anna Messia
Il nuovo Arbitro delle controversie assicurative, deputato a gestire in tempi stretti i reclami di assicurati insoddisfatti cercando una mediazione tra le parti, rischia il caos in partenza, sommerso da oltre 5 mila ricorsi l’anno solo nell’Rc Auto. Le stime arrivano dall’Ivass, l’authority del settore, e sono state rese noti ieri dal segretario generale, Stefano De Polis, intervenuto al webinar sulla bancassicurazione organizzato dall’Università di Salerno. «Solo nell’Rc Auto a fine 2019 erano pendenti 221.453 cause civile e penali. Pur considerando che all’Arbitro non si potrà ricorrere per controversie di importo rilevante, Ivass stima che dal solo settore Rc Auto potrebbero venire non meno di 5 mila ricorsi l’anno», ha affermato De Polis. A questi vanno aggiunti i reclami su tutte le altre polizze, dal vita al malattia. Flussi che l’Arbitro potrebbe faticare a gestire, considerando che è stato previsto un incremento di 45 persone, indipendentemente dal flusso delle domande ricevute. Determinate al riguardo, sarà la fissazione delle soglie economiche massime che consentiranno di accedere al nuovo arbitro. Parametri che sono stati indicati nella bozza di decreto interministeriale, diffusa alle principali associazioni di mercato e dei consumatori, ma di cui si sta ancora discutendo. Subito dopo l’emanazione del decreto toccherà all’Ivass mettere a punto il regolamento attuativo per definire i dettagli del funzionamento del nuovo sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie. «Nel decreto saranno previste soglie di valore diversificate in relazione ai vari rami in cui si articola l’attività assicurativa, con la possibilità per l’Ivass di ampliarle nelle proprie disposizioni attuative», ha spiegato De Polis. La sensazione è che si voglia partire con soglie non troppo alte, per dare al sistema il tempo di rodarsi. La natura delle controversie che potranno essere portate davanti all’arbitro sarà in ogni caso esclusivamente documentale considerando che il nuovo organismo non potrà condurre ispezioni. Resta poi da capire come si eviteranno contrapposizioni con gli altri due arbitri già attivi in Italia, l’Abf, l’arbitro bancario e finanziario gestito con le strutture di Banca d’Italia e l’Acf, l’arbitro per le controversie finanziarie istituto da Consob. Con l’Abf potrebbero invece crearsi interconnessioni per i contratti di assicurazione offerti in abbinamento a mutui e prestiti (ppi), mentre l’area di contiguità con l’Acf è sulle polizze finanziarie (Ibip), visto che Consob è competente sul collocamento di questi prodotti da parte di banche e uffici postali. «Un puzzle di competenze che richiederà la definizione di protocolli di collaborazione e un dialogo stretto tra i tre arbitri», conclude De Polis. (riproduzione riservata)
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