Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Sette a sette e due astenuti, palla alla Commissione Europea. L’Efrag, l’organo di consulenza contabile dell’Unione Europea, ieri si è spaccato a metà sul nuovo principio contabile dei contratti assicurativi Ifrs17. destinato ad entrare in vigore a gennaio 2023. La diversità di vedute ha riguardato, in particolare, l’introduzione delle cosiddette coorti annuali delle polizze vita. Secondo lo Iasb, che ha emesso il nuovo principio contabile internazionale nel 2017, dopo oltre 15 anni di discussione, c’è bisogno di un calcolo annuale dei contratti assicurativi stipulati dalle compagnie. Ma secondo le assicurazioni di alcuni Paesi europei, Italia, Francia e Spagna in prima linea, un calcolo annuale sarebbe particolarmente dannoso perché porterebbe subito a conto economico le perdite delle gestioni Vita in negativo, mentre le gestioni in attivo dovrebbero spalmare i guadagni nei diversi anni di vigenza dei contratti.
I tassi negativi generano mostri: così si può riassumere il fallimento di Greensill Bank, istituto attivo in Germania e noto per garantire rendite sui depositi liquidi. Non era granché: è bastato uno 0,9% l’anno per attrarre i risparmiatori. Il buco è di 3,6 miliardi di euro, che è grande, ma non enorme. almeno in paragone ad altri e recenti avvenimenti tedeschi. Gioverà all’autostima straniera ricordare che lo scandalo Wirecard, nella sua rozzezza di fatture false in stile anni 60, ha fatto sparire almeno 12,5 miliardi. Ma c’è di peggio per i cugini teutonici: la Germania sarebbe stata scelta appositamente da Greensill perché c’è molto risparmio e soprattutto gli organismi di vigilanza adottano una politica precisa di laissez-faire. Trattasi però più di lassismo, che di libera finanza, almeno secondo quanto commentato dal Sueddeutsche Zeitung alla notizia del fallimento. La banca esiste dal 1927 e fino al 2014 si chiamava un po’ banalmente NordFinanz Bank. Nel 2014 è stata rilevata dal finanziere australiano Lex Greensill, il quale ha intitolato l’istituto alla sua persona. Il signor Lex ha acquisito le quote tramite una società londinese e nel 2014 ha avviato le attività.
Il gruppo Unipol cerca acquirenti per Bim Vita, la joint venture partecipata assieme alla private bank torinese Banca Intermobiliare. Il mandato per l’operazione, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, sarebbe stato affidato ai consulenti di Kpmg e diversi fondi di private equity e realtà assicurative sarebbero già pronti a presentare le prime offerte non vincolanti. Secondo gli ultimi dati pubblicato sul bilancio di Unipol, nel 2020 Bim Vita ha registrato un risultato economico di 1,5 milioni, in contrazione rispetto agli 1,8 milioni dell’anno precedente. Mentre in termini di raccolta i premi lordi contabilizzati ammontano a 46 milioni contro i 56,2 milioni di fine 2019, con un volume degli investimenti complessivi di 675,4 milioni, in crescita rispetto ai 638 milioni dell’anno prima.
Attraverso le comunicazioni obbligatorie sulle quote rilevanti rese alla Consob, ieri Allianz ha reso noto di essere salita al 3,112% di Unicredit. L’operazione risale al 22 marzo scorso e la compagnia assicurativa tedesca ha specificato di detenere la partecipazione indirettamente, attraverso una serie di fondi d’investimento gestiti da alcune sue controllate. La quota di possesso precedente era dell’1,25%, portato in trasparenza il 23 febbraio scorso. Stando al sito internet della banca, il rafforzamento nella compagine dei soci porta Allianz tra i primi tre azionisti per peso nell’azionariato di Unicredit, alle spalle soltanto di Blackrock (5,07%) e Capital Research and Management Company (5,02%), e davanti a Norges Bank (3,01%), Atic Second International Investment (2,02%), la Delfin di Leonardo Del Vecchio (1,93%) e le fondazioni Cariverona (1,79%) e Crt (1,64%).
Il terzo round che Yolo si prepara a lanciare avrà una dimensione di almeno10 milioni di euro. L’intenzione dell’insurtech partecipata tra gli altri da Intesa Sanpaolo (tramite Neva Finventures) è chiudere l’operazione entro la fine dell’anno o al più tardi all’inizio 2022, per investire ancora nella piattaforma tecnologica ma soprattutto per spingere sulla crescita all’estero. «Siamo nati con una vocazione internazionale», dice a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato, Gianluca De Cobelli, ricordando che già oggi la società è presente in Spagna, dove lavora con la francese Cnp Assurance e Net Insurance, ma anche nel Regno Unito e in Irlanda, in partnership con Crif, la società di informazioni creditizie, pure lei presente nel capitale dell’insurtech. Yolo, che da una parte offre l’infrastruttura tecnologica ai partner bancari o assicurativi e dall’altra opera come broker, firmando accordi con le compagnie, ha poi messo un piede anche in Giappone. «Abbiamo avviato progetto nei data analytics con la seconda compagnia del Paese, Dai-Ichi Life insurance», continua De Cobelli e «con loro potremmo presto ampliare gli accordi».
Stop alla giungla dell’internet delle cose. Tutti gli apparecchi elettronici, che raccolgono dati a casa e in auto, devono poter essere controllati da chi li usa o da chi ne è coinvolto. I garanti europei, riuniti nel Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb), con apposite Linee Guida (approvate definitivamente per i veicoli ed in consultazione fino al 23 aprile 2021 per gli assistenti vocali), affrontano i problemi derivanti da queste macchine con le ricette giuridiche della massima trasparenza e delle garanzie per gli interessati. Ma i veri problemi si riassumono nella difficoltà di rendere consapevoli gli utilizzatori delle conseguenze dell’uso di questi apparecchi, capaci di registrare senza sosta immagini, voci e anche emozioni, sia sul piano delle relazioni interpersonali sia sul piano dei rapporti economici.
Il 31 dicembre 2020 è entrato in vigore il nuovo Regolamento europeo droni, che ha trasferito buona parte della normativa sotto il presidio della European union aviation safety agency (Easa), armonizzando i regolamenti sull’intero territorio dell’Unione europea, facendo decadere le regolamentazioni nazionali e abolendo la distinzione tra utilizzo ricreativo e professionale dei droni. Il nuovo Regolamento rende obbligatorio sia il montaggio di sistemi di Electronic identification (transponder) sui droni, primo passo fondamentale verso uno spazio aereo più sicuro, e sia la marcatura CE, che garantirà una maggiore sicurezza e controllo degli aeromobili in circolazione. E sono quasi 24 mila i droni registrati sul portale D-Flight nello scorso anno, di cui l’82% ricreativi e il 18% professionali.
Ubi banca ha concluso l’acquisizione del 35% di Pramerica sgr da Prudential Financial, portando al 100% la quota nella società. L’operazione, spiega l’istituto, sostiene l’obiettivo di diventare una wealth management and protection company a livello europeo e conferma il modello di business basato sul possesso di proprie fabbriche prodotto, segnando inoltre un ulteriore passo nell’integrazione nella Ca’ de Sass. Quest’ultima, attraverso la controllata Eurizon, «è già leader nel settore del risparmio gestito in Italia e opera già in numerosi mercati internazionali». Le masse gestite di Pramerica sgr a fine 2020 erano pari a 68,087 miliardi di euro, con una raccolta netta di 614 milioni. L’utile netto consolidato è ammontato a 137 milioni (98 mln nel 2019).
- Ecco lo «scudo penale» per chi vaccina
È stato definito «scudo penale», ma in realtà sarà una norma di garanzia che mira ad allargare il più possibile la platea di somministratori in vista dell’accelerazione che il governo vuole imprimere alla campagna vaccinale: se dall’inoculazione delle dosi dovessero derivare la morte del paziente o altre conseguenze fisiche gravi e permanenti, la punibilità di chi ha fatto l’iniezione sarà limitata alla «colpa grave». È uno dei due punti nodali del decreto Covid, la cui approvazione è fissata al Consiglio dei ministri di domani, per la parte che interessa il ministero della Giustizia. Questa garanzia, in ogni caso, non impedirà lo svolgimento delle indagini (e dunque l’iscrizione sul registro degli indagati, se il magistrato la riterrà necessaria), ma per valutare la responsabilità bisognerà tenere conto — tra l’altro — di diversi fattori: la situazione organizzativa e logistica nella quale è avvenuta la vaccinazione, la disponibilità effettiva di strutture e personale, le pregresse condizioni di salute di chi riceve la dose, la preparazione dell’operatore, le esigenze di urgenza e indifferibilità, le linee guida indicate dall’Agenzia italiana del farmaco. Come già è stato specificato, la norma non si applicherà ai soli medici, bensì a tutte le categorie autorizzate a partecipare alla campagna vaccinale, a cominciare dai farmacisti arruolati attraverso l’accordo appena raggiunto.
- Mossa di Allianz sull’Unicredit, i tedeschi al 3,11%
Il gruppo tedesco Allianz aumenta la propria partecipazione in Unicredit. Secondo quanto emerge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti il colosso assicurativo tedesco è salita al 3,112% del capitale di Piazza Gae Aulenti diventando il terzo azionista dell’istituto, oltre ad essere uno dei soci storici della banca di piazza Aulenti. L’operazione è datata 22 marzo 2021. La situazione precedente vedeva Allianz detenere l’1,255% dell’istituto di credito. Dal gruppo tedesco non arrivano commenti sulle singole posizioni. A questi prezzi — ieri Unicredit ha chiuso a Piazza affari a quota 8,96 euro (-1,35)% — l’intero pacchetto in mano ad Allianz vale 620 milioni di euro, con un nuovo investimento stimabile in 400 milioni di euro. Si tratta forse di una mossa in vista dell’assemblea del 15 aprile che dovrà eleggere il nuovo board con l’ex ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, alla presidenza e il banchiere d’affari Andrea Orcel come amministratore delegato?
- Polizze, gli esperti Ue si spaccano sulle regole per i bilanci delle società
A questo punto l’ultima parola sul nuovo principio contabile passa alla Commissione Europea che dovrà decidere se mettere il proprio sigillo definitivo dopo che all’interno dell’Efrag si sono formate due distinte fazioni. Se da un lato si ritiene unanimamente condivisibile il nuovo principio dall’altra c’è una riforma conseguente all’introduzione dell’IFRS 17 che non raccoglie consenso generale. Si tratta di una questione piuttosto tecnica e che fa riferimento al fatto che ciascun gruppo di contratti assicurativi sottoscritti dalla compagnia non possa includere contratti emessi a distanza di oltre un anno l’uno dall’altro, ossia gli annual cohort. Il gruppo così individuato conterrà quindi polizze emesse nella stessa annualità e soggette alla stessa tipologia di rischio e rappresenterà dunque l’unità di conto per la rilevazione e misurazione del margine dei contratti assicurativi. Di fatto, in questo modo, si mette nel ”mirino” principalmente le gestioni separate. Prodotto molto diffuso in Italia. Di qui la posizione ”contraria” del paese a cui si sono però affiancati anche Francia e Spagna. L’esito? Come detto spetterà alla UE decidere e nel caso anche valutare la concessione di un certo livello di discrezionalità nell’applicazione di questa specifica regola.
- Euler Hermes non si aspetta una grande ondata di fallimenti nel 2021