Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Dieci scorciatoie per anticipare la pensione. Vie ordinarie (cioè previste dalle ordinarie norme di pensionamento) o premianti l’attività esercitata (come, per esempio, nel caso di lavorazioni usuranti) o legate al calcolo della pensione (opzione per il calcolo «contributivo» al posto di quello misto/retributivo) e scorciatoie che prevedono l’aiuto dello Stato (Ape sociale) oppure dell’azienda (isopensione e contratto di espansione). Con la Rita, infine, è possibile l’anticipo di una «rendita» (sulla futura pensione integrativa) anche mentre si è ancora al lavoro.
L’attore che richiede la condanna dell’ ente presso il quale operava il sanitario che ha cagionato il danno deve dare la prova dei presupposti per l’applicazione della norma. Lo afferma la Corte di cassazione con ordinanza n. 7910/2021, depositata il giorno 19/3/2021. Il caso di specie trae origine dalla richiesta di condanna di un ente ospedaliero per il decesso di un paziente. In primo grado l’azione veniva ritenuta infondata. I giudici argomentavano come la condotta dei sanitari fosse stata corretta e perita venendo pertanto meno ogni obbligo per l’ente ospedaliero.
Un legale può essere ritenuto responsabile per errata individuazione dell’organo competente solo nel caso in cui venga data la prova del danno conseguente all’errore. Lo afferma la Corte di cassazione con l’ordinanza n. 7064/2021, depositata il giorno 12/3/2021. Il caso di specie trae origine dalla richiesta di pagamento promossa da parte di un legale nei confronti di una propria assistita. Tale richiesta aveva ad oggetto i propri compensi maturati per la precedente attività professionale. La convenuta svolgeva allora una domanda riconvenzionale, diretta ad ottenere in questo caso un risarcimento per i danni asseritamente patiti e conseguenti alla negligenza del legale attore.
Dopo l’infortunio in condominio al dipendente dell’appaltatore, non si può condannare di default l’amministratore: il professionista assume la posizione di committente dei lavori soltanto se una delibera dell’assemblea gli riconosce ampia autonomia e concreti poteri decisionali; deve invece escludersi la posizione di garanzia quando non risulta dimostrato che il condominio abbia affidato al manager del fabbricato l’incarico di verificare l’idoneità tecnica dell’impresa appaltatrice e il documento di valutazione dei rischi per i lavori. È quanto emerge dalla sentenza 10136/21, pubblicata il 16 marzo dalla quarta sezione penale della Cassazione.
Le aziende familiari con fatturato superiore ai 20 milioni di euro sono pari al 65,6% del totale delle imprese operanti in Italia; dal 2010 il loro tasso di crescita è stato superiore rispetto a quello degli altri tipi di aziende non familiari. E quelle con un fatturato maggiore di 50 milioni di euro sono passate dalle 4.251 del 2007 alle 5.086 del 2018. Ma il 29% delle imprese familiari italiane è gestito da un imprenditore di età superiore ai 70 anni, quindi sarà costretto ad affrontare il ricambio generazionale nei prossimi anni. È quanto emerge dalla lettura della XII edizione dell’Osservatorio Aub «Le imprese familiari italiane di fronte alla pandemia Covid-19», promosso da Aidaf – Associazione italiana delle aziende familiari, cattedra Aidaf-EY di Strategia delle Aziende Familiari – Università Bocconi, UniCredit e Cordusio, con il supporto di Borsa Italiana, Fondazione Angelini e Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi. A livello globale, secondo i dati elaborati dal Family firm institute, in moltissimi casi le aziende familiari prosperano per decenni, o addirittura per centinaia di anni, in generale il 30% sopravvive al fondatore, il 13% arriva alla terza generazione, il 4% approda alla quarta generazione o successive. Fra le prime 100 aziende più antiche al mondo, 15 sono italiane e, tra queste, 5, ossia Fonderie Pontificie Marinelli (anno di fondazione 1000), Barone Ricasoli (1141), Barovier & Toso (1295), Torrini (1369) e Marchesi Antinori (1385), sono tra le dieci aziende familiari più antiche tuttora in esercizio.
Gli aspetti legati alla successione e alla divisione dei beni e le difficoltà relative alla gestione e alla ripartizione del denaro, dei beni materiali e del patrimonio di famiglia rappresentano alcune delle più ricorrenti criticità che caratterizzano il passaggio generazionale nelle imprese familiari. È quanto evidenzia la Camera arbitrale di Milano, società della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi che, con l’obiettivo di prevenire e sciogliere eventuali nodi, gestisce le attività di mediazione, strumento di risoluzione alternativa della controversia, soluzione per aiutare le parti a raggiungere un accordo grazie all’intervento di un mediatore esperto.  Le materie per cui vige il tentativo obbligatorio di mediazione sono quelle che rientrano negli ambiti condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, risarcimento del danno da responsabilità medica e sanitaria, risarcimento del danno da diffamazione con mezzo stampa, contratti assicurativi, contratti bancari e contratti finanziari. Per avviare la procedura occorre depositare una domanda, basata sulla volontà delle parti di dare seguito alla mediazione o concludere il tentativo.

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  • Notti insonni e turni estremi “La stanchezza degli equipaggi aumenta il rischio di incidenti”
Dietro la porta container bloccata nel canale di Suez c’è lo spettro della paralisi del commercio mondiale, ma c’è anche l’infausto destino dei forzati della navigazione: l’equipaggio della Ever Given e di tutti i cargo in attesa alle due estremità del “fosso nel deserto”, come lo chiamano i marinai. Chi conosce le condizioni in cui lavorano gli uomini a bordo dei mercantili non si meraviglia dell’incidente che ha spiaggiato la gigantesca balena d’acciaio, bensì del fatto che non ne accadano con maggiore frequenza. «Navi sempre più grandi sono pilotate da equipaggi sempre più piccoli, che restano in porto sempre meno tempo e dormono troppo poco durante il viaggio», scrive Rose George nel suo libro inchiesta Ninety percent of everything (sottinteso: il 90 per cento di tutto quello che consumiamo arriva per mare). Se all’inizio si è detto che la Ever Given si è incagliata sul fondale per il vento, ora si diffonde l’ipotesi di un errore umano e anche Rose George è di questo parere: «Del resto — dice la giornalista investigativa inglese al Guardian — nella stragrande maggioranza degli incidenti marittimi la colpa è dell’uomo ».

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  • Supermarket Poste per vincere la sfida della redditività
Per contrastare il declino del business tradizionale l’azienda venderà anche contratti per luce e gas. Polizze vita, Rc auto, fondi di investimento, prodotti del risparmio postale, pacchi e lettere, pagamenti digitali e schede Sim: una grande varietà di prodotti in vendita nei 12.800 uffici postali. L’obiettivo di Del Fante è di far crescere fatturato e utili.

  • Commercio fragile. Non solo Suez
La globalizzazione è improvvisamente fragile. La portacontainer Ever Given che sta bloccando il Canale di Suez per un verso ci ricorda quanto dipendiamo dalle catene internazionali di fornitura e per un altro ci dice quanto sia difficile prevedere eventi che le mettono sotto pressione o che addirittura le sconvolgono, come è successo con la pandemia e i lockdown. Il dato di fatto è che il commercio globale è in questi giorni in uno stato di stress che non si registrava da tempo.  La chiusura della rotta tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, e quindi i mari dell’intera Asia, aggrava una situazione dei trasporti marittimi che era già di difficoltà.  Ogni giorno, in condizioni normali, migliaia di navi solcano oceani e mari cariche di container, oppure di materie prime alla rinfusa oppure di petrolio e di gas. Arrivano in un porto, scaricano e ricaricano, partono per una nuova destinazione. Il lavoro degli armatori è fare funzionare se non come un orologio almeno nel migliore modo possibile questa macchina. Quando è scoppiata la crisi da coronavirus e sono iniziate le chiusure delle attività produttive, il sistema è però finito nei pasticci. Soprattutto, milioni di container che erano partiti carichi dalla Cina, e avrebbero dovuto riempirsi di nuovo di merci nei porti europei e americani dopo essere stati scaricati, sono rimasti vuoti perché non avevano niente da trasportare. Si sono dunque accumulati in Occidente mentre la Cina e l’Asia si sono trovate con un numero di container decisamente insufficiente.  Non solo: durante la pandemia è cambiato anche il mix di molte delle merci richieste rispetto ai flussi tradizionali: sono esplose la domanda di mascherine, la richiesta di apparecchiature mediche, di materiali per sistemare la casa, di arredamenti; ed è crollata la necessità di componenti intermedi in fabbriche che rimanevano chiuse. La crisi è scoppiata quando l’attività produttiva è ripresa, prima in Cina poi nel resto del mondo: penuria di container in Asia. Una situazione che richiederà ancora qualche mese prima di essere riportata alla normalità. La conseguenza è stata che il costo quotidiano di affitto di un container standard è cresciuto enormemente: secondo il Freightos Baltic Index, dai 1.400 dollari del 27 marzo 2020 ai 4.100 del 26 marzo 2021.
  • Sorpasso in Rete, la metà degli italiani cura i risparmi sul web
La sicurezza anti frode è la richiesta più gettonata dai consumatori. Lo conferma uno studio di Experian in dieci paesi del mondo. Il 72% si sente protetto dall’invio del Pin usa e getta per completare le operazioni. Molte società hanno ridisegnato siti e applicazioni per renderli fruibili soprattutto a distanza

  • I genitori pagano i danni per l’alunno maleducato
  • Camici bianchi con poche tutele Il Covid rilancia lo scudo penale