La frequenza dei sinistri RCA accaduti nel 2020 per il totale dei veicoli si è attestata al 3,74%, in riduzione del 29,8% rispetto al 2019 (5,33%).
Gli andamenti della frequenza sinistri, fino a tutto il 2019 piuttosto regolari sono stati repentinamente alterati con il diffondersi del virus Covid-19 e con le conseguenti misure restrittive adottate durante tutto il 2020.
Nei primi tre mesi dell’anno – segnala l’ANIA nella statistica “Focus R.C. Auto” – si è registrata una contrazione della frequenza sinistri del 24% rispetto al primo trimestre del 2019 e nel solo mese di marzo, quando è iniziato il lockdown generalizzato per tutto il Paese, la sinistrosità si è ridotta di oltre il 60%.
Nei tre mesi successivi, da aprile a giugno, la frequenza sinistri è scesa del 54%, mentre nel terzo trimestre, con l’allentamento delle misure restrittive, il calo della frequenza si è attestato al -14%.
Tuttavia, con la ripresa dei contagi nell’ultima parte dell’anno, l’Italia è stata suddivisa in tre fasce di rischio con commisurate misure restrittive e la frequenza dei sinistri ha registrato un ulteriore decremento del 25%.
Anche i dati preconsuntivi sui consumi di petroliferi del MISE confermano che nel 2020 c’è stata una riduzione del consumo di carburanti dell’ordine del 20% che attestano il minore utilizzo dei veicoli nell’anno.
L’importo medio dei sinistri accaduti e liquidati nel 2020 (cosiddetti “sinistri gestiti di generazione corrente”) è stato pari a € 1.906, in aumento (+2,7%) rispetto al 2019 quando era pari a € 1.855.
Il lockdown potrebbe avere favorito, per i veicoli autorizzati a circolare, l’utilizzo di velocità più elevate a causa dell’assenza di traffico e quindi anche sinistri più gravi. Nella prima parte dell’anno, infatti, quando le misure sono state più stringenti, l’importo medio liquidato dei sinistri ha registrato gli aumenti più consistenti rispetto al 2019 (+3,9% nel primo trimestre del 2020, ma +8,5% nel secondo).
Tale andamento è stato determinato principalmente dall’incremento del peso dei sinistri che non sono rientrati nella procedura di indennizzo diretto (NO-CARD) e che hanno, per la loro tipologia, dei costi più elevati.
Nella seconda parte dell’anno l’importo liquidato medio ha mostrato una sostanziale invarianza rispetto all’analogo periodo del 2019.
Nel 2020 l’incidenza dei sinistri rientrati in CARD è stata pari all’81,4% del totale dei sinistri gestiti dalle imprese (che includono quindi anche quelli trattati fuori convenzione). Questa percentuale risulta in diminuzione rispetto a quanto osservato nel 2019 (82,4%) e si registra conseguentemente un aumento dei sinistri che non rientrano nella procedura di risarcimento diretto (19,8% rispetto a 18,5%).