Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Lo scenario prospettico del nostro sistema previdenziale sembra sempre più orientato verso una combinazione sinergica tra previdenza obbligatoria e forme pensionistiche complementari. Il tenore di vita in quiescenza sarà cioè sostenuto dal «combinato disposto» della pensione di base (erogata dall’Inps per i lavoratori dipendenti privati, pubblici e autonomi e Casse di previdenza per i liberi professionisti) e delle rendite pagate da fondi pensione/pip. Già l’assetto delineato dal ciclo di riforme succedutesi dagli anni Novanta si proietta in questa direzione e nelle stesse raccomandazioni inviate dal Consiglio d’Europa ai paesi per potere accedere alle risorse del Next Generation Eu vi è la precisa indicazione di proseguire in questo senso. Gli effetti economici indotti dall’emergenza epidemiologica acuiscono la rilevanza della integrazione pensionistica.
Qual è oggi la migliore copertura possibile per le aziende a fronte dei rischi catastrofali? A questa domanda cerca di rispondere una ricerca condotta da ANRA, l’Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, con alcune università italiane. Secondo lo studio, pur a fronte di perdite del settore assicurativo da catastrofi naturali pari a 83 miliardi di dollari nel 2020, l’Italia fa un uso ancora limitato di strumenti specializzati, tanto da avere il maggiore deficit di protezione per calamità naturali in Europa, con solo il 3,2% delle perdite assicurato (dati Swiss RE).
Il sistema sanitario è impegnato a fronteggiare gli effetti di quella che in un recente articolo della autorevole rivista scientifica The Lancet è più corretto definire come «sindemia» con l’interazione di diverse patologie, l’infezione da SARS-CoV-2 e una serie di patologie non trasmissibili. Il tutto in un contesto evolutivo generale caratterizzato da sfide decisive come la gestione dell’invecchiamento e delle vecchie e nuove cronicità. Come si è atteggiata la sanità integrativa nel corso dell’emergenza epidemiologica e quali sembrano essere le tendenze in fieri?
Come se non bastasse il ritorno dei lockdown in Europa, ora anche la carenza di chip minaccia di far girare a vuoto i costruttori nel 2021, rimandando le speranze di ripresa del settore auto. Secondo Mediobanca, la penuria di semiconduttori avrà un impatto sui conti delle case non solo del primo trimestre, come inizialmente previsto, ma anche del secondo e forse arriverà a compromettere persino i numeri degli ultimi sei mesi dell’anno. In precedenza i consulenti di Alix Partners avevano stimato una perdita di fatturato di 60,6 miliardi di dollari, ma la previsione dovrà esser rivista al ribasso alla luce dei più recenti avvenimenti. Negli ultimi giorni, infatti, la crisi dei chip si è aggravata. All’eccesso di domanda da parte di più settori industriali si è aggiunto l’incendio che ha distrutto una grossa fabbrica della giapponese Renesas, fra i maggiori fornitori di semi-conduttori del settore auto. Stellantis, Volvo, Renault, Ford, Toyota e altri colossi sono stati perciò costretti a stabilire o a prolungare il blocco in uno o più stabilimenti. Settimana scorsa, in particolare, la casa nata dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot ha annunciato la sospensione della produzione del modello Rm 1500 negli impianti americani di Warren e Saltillo.
Nell’anno del Covid Net Insurance supera i target del piano industriale e guarda alla crescita in Spagna. L’ assicurazione insurtech, quotata a Piazza Affari, ha chiuso il 2020 con premi in crescita tendenziale del 39,5% a 117,7 milioni, oltre l’obiettivo di 112,9 milioni fissato a business plan. L’utile netto normalizzato è stato di 7,6 milioni, in crescita dell’8,6% rispetto al 2019 e del 20,6% rispetto al piano. Mentre l’utile netto di gruppo è ammontato a 6,5 milioni, risentendo delle spese legali per la vicenda dei 26,6 milioni di btp spariti dalla casse della compagnia, per l’attività di recupero degli asset e gli accantonamenti una tantum per le cause in corso, oltre che degli oneri straordinari Covid.
Cattolica Assicurazioni è un «gruppo solido, resiliente e capace di stare sul mercato in modo competitivo – come riconosciuto dagli esponenti dell’Autorità di Vigilanza – e superare tutti gli ostacoli che il mercato finanziario globale gli pone». Lo ha detto durante un’audizione in commissione banche il presidente di Cattolica Paolo Bedoni, sottolineando che «i risultati del 2020 sono una testimonianza concreta di questa affermazione».
La partnership tra due leader nei rispettivi settori, nata dalla condivisione di valori come l’impegno sulla sicurezza e la volontà di contribuire al benessere delle persone, ha prodotto easymove, un innovativo servizio di assicurazione per pneumatici per autovettura e assistenza stradale. Sviluppato da Bridgestone, attiva a livello mondiale nella mobilità sostenibile, in collaborazione con Allianz Partners attraverso il brand commerciale Allianz Global Assistance, capofila nell’assistenza stradale e nell’assicurazione viaggi, il servizio è disponibile per gli automobilisti che acquistano un set di quattro pneumatici Bridgestone – invernali, estivi o All-Season (a partire da 17 pollici) – presso un rivenditore First Stop o Bridgestone Partner. Una volta effettuato l’acquisto, il cliente ha diritto per un anno alla sostituzione di uno pneumatico in caso di atto vandalico o danno accidentale non riparabile
L’82% delle persone sceglie l’assicurazione in base al prezzo e solo il 4% ha l’esigenza di avere a disposizione un numero telefonico per ricevere una consulenza sull’acquisto e la gestione di una polizza. Lo si evince da una ricerca realizzata su oltre 200.000 clienti da Datalab, l’osservatorio di 24hassistance che raccoglie dati sulle abitudini d’acquisto degli utenti. E sulla base di questo studio, allo scopo di mantenere un alto standard di efficienza a prezzi moderati, ora la società consente al cliente se scegliere in base al prezzo o se usufruire di un servizio premium a pagamento.
Smart working, meeting online, lezioni scolastiche digitali, videochiamate tra parenti lontani, fino al boom dell’e-commerce per acquisti più veloci e sicuri. La pandemia ha portato all’impennata dell’utilizzo dei sistemi digitali, che corrisponde però a una crescita dei pericoli legati alla navigazione in rete, in particolare riguardo a dati sensibili, come quelli bancari o anagrafici. Secondo una ricerca realizzata per Europ Assistance da Lexis Research, Cyber & Digital protection, il crimine informatico è un fenomeno in crescita. Il 21% degli intervistati dichiara di conoscere almeno una persona che è stata vittima di un attacco informatico e il 55% teme di poter subire prima o poi un furto di identità.
Azimut lancia il primo security token trasposto al mondo dell’asset management e accelera sul progetto di banca sintetica nella Digital Asset Economy. Il token è la cartolarizzazione digitale di un asset finanziario disponibile per investire nel credito alternativo. «I nostri clienti avranno possibilità di investire in questo Token, che chiameremo Azim», ha detto il presidente e fondatore Pietro Giuliani. I security token sono strumenti finanziari in formato digitale e il token di Azimut, emesso in collaborazione con Sygnum, digital asset bank autorizzata dagli organi di vigilanza di Svizzera e Singapore, è la rappresentazione digitale di un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, originati sulla piattaforma di Borsa del Credito e garantiti dal Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale. Azimut Token rappresenta dunque una nuova frontiera negli investimenti in economia reale e offre nuovi scenari per la gestione del risparmio dove, attraverso il processo di tokenizzazione, anche gli investimenti solitamente illiquidi, come quelli dei private markets, possono diventare liquidi e immediatamente trasferibili grazie alla tecnologia blockchain.
Anche la Cina sta facendo i conti con le sue bolle finanziarie, create nei passati due decenni con la scadente applicazione del modello finanziario speculativo americano. Perciò è scesa in campo la potentissima China Banking and Insurance Regulatory Commission, l’agenzia governativa di controllo sulle attività bancarie e assicurative, attraverso il suo presidente Guo Shuqing, manager competente e uomo forte del Partito Comunista Cinese. Il problema numero uno è il rischio rappresentato dal debito corporate cinese e del crescente stock di non performing loans, i crediti inesigibili delle imprese.
Secondo l’International Capital Market Association, l’associazione degli investitori nel fixed income, il mercato obbligazionario cinese interno in yuan, è equivalente a circa 15 mila miliardi di dollari, il secondo al mondo dopo quello Usa. La parte strettamente relativa al debito corporate non finanziario sarebbe pari a 3.700 miliardi di dollari. Il mercato obbligazionario cinese offshore è di 752 miliardi di dollari. È in grande crescita e legato soprattutto al settore immobiliare.
Cattolica assicurazioni è «un gruppo solido, resiliente e capace di stare sul mercato in modo competitivo, come peraltro riconosciuto dagli esponenti dell’autorità di vigilanza in questa stessa sede, e superare tutti gli ostacoli che il mercato finanziario globale gli pone»: lo ha detto durante un’audizione in commissione banche il presidente della compagnia, Paolo Bedoni, aggiungendo che «i risultati del 2020 sono una testimonianza concreta di questa mia affermazione». Durante l’audizione, che si è svolta brevemente in seduta pubblica, Bedoni ha affrontato i temi più strettamente legati alla governance della società». Durante la parte secretata il presidente avrebbe illustrato alla commissione l’accordo raggiunto in giugno con Generali e le prossime scadenze di governance, e avrebbe anche spiegato quali rimedi sono stati messi in atto per rispondere alle contestazioni dell’Ivass. L’amministratore delegato Carlo Ferraresi avrebbe quindi affrontato i temi relativi alla solidità dei conti e delle prospettive future del gruppo, senza però entrare nel dettaglio, visto che oggi si riunirà il cda per approvare i risultati di bilancio del 2020.
- Il ritorno dell’Antitrust “Dalla sanità a Internet serve più concorrenza”
E se i tanti soldi che l’Europa promette, alla fine non bastassero? L’Autorità Antitrust mette una pulce nell’orecchio del governo Draghi. In un documento di 105 pagine, il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli avverte che il fiume di denaro del Recovery Fund dovrà insinuarsi in un’Italia diversa per generare ricchezza. Il Paese che Rustichelli immagina, diverso lo è per davvero. Ci sono tanti termovalorizzatori. E colonnine per le ricariche delle auto elettriche a ogni angolo. Le cliniche private sono in prima linea, con gli ospedali pubblici, nell’assistenza sanitaria. Intanto le piccole aziende – se decotte e in perdita strutturale – vengono cancellate dalla scena senza più assistenzialismi. In questa Italia liberalizzata, l’Antitrust chiede anche una vigilanza speciale su piattaforme digitali come Amazon e le sue sorelle. Il documento dell’Antitrust punta a guidare il governo Draghi nella stesura della Legge annuale sulla Concorrenza che creerà le condizioni per una più corretta competizione tra le imprese, incluse quelle della salute. Nel pieno della terza ondata da Covid-19, l’Antitrust apre un’autostrada davanti alla scalpitante sanità privata. L’ammalato – è la tesi – dovrebbe essere libero di scegliere tra assistenza pubblica e assistenza privata, senza ostacoli. Per questo tutte le strutture di cura vanno convinte a pubblicare – intanto – i dati dei loro risultati nell’assistenza ai malati, perché le famiglie possano orientarsi verso i medici e gli infermieri migliori. Attività sanitarie oggi riservate alle strutture convenzionate con il Servizio sanitario andrebbero aperte a tutti i privati.
- Antitrust: il codice appalti va sospeso
Per mettere fine alle prolungate amnesie sulla legge annuale per la concorrenza, dimenticata dopo l’unico provvedimento approvato (nel 2017), serviva un’analisi dei mercati a tutto campo o quasi. L’Antitrust ha così risposto all’appello del premier Mario Draghi, formalizzato l’8 marzo, raccogliendo in un documento di 105 pagine quasi 80 proposte che riguardano una quindicina di settori. Tocca ora a Palazzo Chigi selezionarle e incrociarle con le indicazioni che arriveranno dai ministeri, in vista del Ddl che potrebbe essere pronto anche prima dell’estate.
- Bedoni, il mandato in Cattolica è concluso
Dopo Ivass arriva anche il presidente di Cattolica Assicurazioni, Paolo Bedoni, davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario. Ed è in quella sede, negli unici cinque minuti di udienza pubblica, poi il colloquio è proseguito in forma “privata”, che il numero uno non si ricandiderà «in alcuna lista» in corsa per il rinnovo del cda della compagnia veronese. «Con la trasformazione di Cattolica da cooperativa a società per azioni dal prossimo primo aprile, ritengo infatti di aver concluso il mio compito», ha dichiarato Bedoni. L’attuale cda si presenterà interamente dimissionario alla prossima assemblea del 14 maggio per favorire un ricambio radicale così come richiesto dall’Autorità. Cattolica Assicurazioni, ha concluso il presidente, è oggi «un gruppo solido, resiliente e capace di stare sul mercato in modo competitivo». A tal proposito giovedì pubblicherà i dati di bilancio 2020.
- Il Comune inefficace chiamato a risarcire il danno da movida
Un considerevole numero di persone, abitante in un quartiere noto per la movida notturna, ha chiamato in causa il Comune di residenza per essere risarcito dei danni provocati dagli effetti del rumore provocato da tale fenomeno e il Tribunale di Torino, sulla scia di quello di Como (sentenza 312/2019) , ha accolto la richiesta con la sentenza 1261/2021. Il quartiere di residenza dei condòmini ricorrenti era, infatti, diventato la principale zona di svago e di divertimento notturno della città con aperture di ristoranti, wine e cocktail bar, enoteche, street food, minimarket con asporto, ai quali si erano aggiunti numerosi venditori ambulanti.
- Il tasso d’interesse garantito sulle polizze vita scenderà ulteriormente verso lo zero – la pensione Riester diventerà ancora meno attraente