Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
L’assicurazione inglese Aviva esce dall’Italia vendendo le sue attività ad Allianz e alla francese Cnp Assurances. L’assicurazione tedesca, come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 16 febbraio, rileverà in particolare il business danni, con una transazione che vale 330 milioni, mentre Cnp quello Vita, comprando il 51% di Aviva Spa, la jont venture con Unicredit (con Kpmg advisor) e il 100% di Aviva Life a 543 milioni. L’incasso totale che Aviva avrà dalle due transazioni sarà quindi di 873 milioni, al quale vanno aggiunti i 400 milioni già ottenuti a novembre dalla dismissione a Ubi dell’80% di Aviva Italia Holding e di Aviva Italia. L’uscita dal mercato italiano per la compagnia inglese, assistita dallo studio Allen & Overy con Morgan Stanley sole financial advisor, vale più di 1,3 miliardi di liquidità, hanno fatto sapere da Aviva con il ceo, Amanda Blanc che ha ricordato che l’operazione nella Penisola si inserisce in un piano di dismissioni internazionale che punta a concentrare l’attività della compagnia nei tre mercati core, dopo la vendita di altre partecipate, come Francia, Turchia e Polonia.
Sta per iniziare una terza fase della vita di Mediobanca dopo quella, lunga, vissuta con il demiurgo Enrico Cuccia, il seguito con Vincenzo Maranghi e i suoi epigoni, quindi, ora, con imprenditori quali Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone? Dopo che quest’ultimo ha acquistato poco più dell’1% dell’istituto, mentre Del Vecchio detiene il 13,2% elevabile al 20 di Piazzetta Cuccia, proliferano le supposizioni e i commenti, tutti con la mira sulle Generali direttamente partecipate da Del Vecchio con il 5% circa e da Caltagirone con quasi il 6%, entrambi che dispongono rispettivamente delle suddette partecipazioni in Mediobanca la quale, a sua volta, ha il 13% del Leone di Trieste. Si bada bene, informalmente, a evitare immagini di raccordo tra i due esponenti, così come a non seguire chi vede in queste operazioni l’esclusivo fine di rafforzare le posizioni di entrambi nel Leone.
Generali, con la solidità di 190 anni, vuole essere più vicina ai piccoli imprenditori determinati per la ripresa economica e la stabilità del Paese. «La prima soluzione di quest’anno, Attiva Commercio, è dedicata proprio al sostegno delle micro-imprese del commercio, centrali per il tessuto produttivo italiano». Così Marco Sesana, country manager & ceo Generali Italia e global business lines, ha commentato l’avvio di Attiva Commercio, l’iniziativa di Generali Italia rivolta a 1,7 milioni di micro-imprese con 4 milioni di lavoratori. «Già oggi una micro impresa su sei è assicurata con noi», ha sottolineato Sesana, aggiungendo che l’obiettivo è di aumentare la penetrazione, assicurando una su quattro delle 1,7 milioni di micro imprese, pari al 25% del mercato. In questo periodo le pmi, soprattutto del settore commercio, sono state pesantemente colpite dalla crisi e nonostante questo sono state un punto di riferimento. L’80% delle pmi, secondo quanto emerso dalla ricerca multi-finanziaria Ipsos 2021, sono state un punto di riferimento per lavoratori e famiglia, ma un imprenditore su due si dice preoccupato per la tenuta della propria attività. Le Generali «con 600 specialisti dedicati alle aziende e 15 mila agenti sul territorio possono davvero fare quel lavoro di consulenza che oggi una pmi si aspetta», ha concluso Sesana. (riproduzione riservata)
Banco Bpm e Cattolica potrebbero ricucire a breve lo strappo che si era aperto nei mesi scorsi sul fronte della bancassurance. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, a giorni i due intermediari potrebbero raggiungere un’intesa sul futuro delle due joint venture assicurative. A metà dicembre infatti Banco Bpm aveva annunciato l’esercizio dell’opzione call sulle quote detenute nelle joint venture Vera Vita (che ha il 100% della compagnia assicurativa irlandese Vera Financial Dac) e Vera Assicurazioni (che detiene il 100% di Vera Protezione). Una decisione che piazza Meda aveva motivato con l’ingresso di Generali nel capitale della compagnia veronese e quindi con la clausola sospensiva di cambio di controllo. La scelta è stata però contestata da Cattolica sulla base del fatto che il change of control sarebbe inapplicabile a una cooperativa. Ne è seguita una battaglia legale che ha visto schierati da un lato lo studio Gatti Pavesi Bianchi per Milano e dall’altra Gianni Origoni Grippo Cappelli per Verona. Fin da subito però gli sforzi delle parti sono andati nella direzione di evitare i tempi lunghi di un arbitrato e arrivare rapidamente a un accordo.
Polizze assicurative vita e gestioni patrimoniali, anche sotto intestazione fiduciaria, sono operazioni di routine e come tali non vanno segnalate. Lo chiarisce Assofiduciaria nella comunicazione del 3 marzo scorso con la quale viene offerto un focus sulla circolare dell’Agenzia delle entrate n. 2/2021 e sugli aspetti di maggior interesse per le società fiduciarie.
Come si ricorderà con la citata circolare sono stati forniti i primi chiarimenti in tema di meccanismi transfrontalieri soggetti all’obbligo di comunicazione previsto dal dlgs n. 100 del 30 luglio 2020, di recepimento della direttiva (Ue) 2018/822 del 25 maggio 2018 (nota come Dac 6). Gli elementi di dettaglio di questa innovativa disciplina sono contenuti nel decreto del ministero dell’economia del 17 novembre 2020 e nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 26 novembre 2020.
Nell’anno (funesto) della pandemia, il 2020, la Cassa forense ha utilizzato oltre 100 milioni per fornire assistenza di varia natura agli iscritti, e «circa il 50%» delle risorse è stato impiegato per iniziative di welfare legate all’emergenza Covid-19. E, negli stessi 12 mesi passati, s’è consolidato lo storico sorpasso della componente femminile sugli uomini (ancora, però, di poche centinaia di unità, su una platea di più di 243 mila professionisti) ed è «un bel segnale», anche se «c’è ancora molto da fare», soprattutto sul fronte dei carichi familiari e di lavoro da conciliare, perciò «stiamo studiando, proprio in questi giorni, una convenzione» che possa aiutare gli avvocati donna ad affrontare meglio le spese mediche «sin dalla fase della pre-natalità». È così che si esprime il presidente dell’Ente pensionistico Nunzio Luciano, anticipando a ItaliaOggi i contenuti del Bilancio sociale che verrà presentato questa mattina, a Roma, nel corso di un convegno che vedrà pure l’illustrazione del «V Rapporto Censis sull’avvocatura».
Allianz ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Aviva Italia spa, compagnia assicuratrice Danni del gruppo Aviva, da Aviva Italia holding per 330 milioni di euro. L’operazione riguarda un portafoglio Danni, equamente distribuito tra i segmenti di business Auto e Non auto, con premi lordi per circa 400 milioni di euro. La transazione è subordinata alle autorizzazioni regolamentari, attese nella seconda metà dell’anno. La quota di mercato di Allianz nel mercato italiano Danni è attesa in aumento di circa un punto percentuale, consolidando la posizione di terzo attore. Complessivamente si uniranno ad Allianz quasi 500 agenti. «L’acquisizione di Aviva Italia si inquadra nella nostra strategia di sviluppo nel mercato assicurativo, basata su una solida piattaforma tecnologica e su investimenti continui per offrire a clienti e agenti servizi e prodotti di eccezionale qualità», ha sottolineato Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa. «L’esperienza di integrazione degli agenti Milano assicurazioni e Sasa, iniziata nel 2014, conferma che da ogni nuova esperienza si impara e si cresce molto, tutti insieme: agenti, personale di agenzia e dipendenti della compagnia». L’operazione non riguarda il business italiano di Aviva Investors. Quest’ultima ha precisato che «continueremo a fornire servizi d’investimento ai clienti italiani attraverso la nostra filiale locale, parte di Aviva Investors Luxembourg»
«Generali vuole essere concretamente accanto alle pmi italiane, che saranno protagoniste della ripresa, accompagnarle e proteggerle nelle loro esigenze, portando il nostro modello di servizio, la capacità di innovazione e il fatto di avere un occhio privilegiato sui mercati internazionali, visto che siamo presenti in 160 paesi»: lo ha detto Marco Sesana, a.d. di Generali Italia, presentando Attiva commercio, la soluzione dedicata al sostegno delle micro-imprese del commercio. Si tratta di oltre 1,7 milioni di piccole aziende con 4 milioni di lavoratori. Sesana ha ricordato che le pmi del settore sono state molto colpite dalla crisi e ciononostante sono state un punto di riferimento per famiglie e lavoratori, «facendosi carico del loro ruolo, e Generali le ha accompagnate in questo percorso con uno sforzo straordinario».
- Allianz cresce in Italia, rileva Aviva danni
Allianz rilancia sull’Italia e compra per 330 milioni di euro il ramo danni da Aviva, che cede inoltre le attività vita a Cnp per 543 milioni. Con questa doppia operazione il gruppo britannico (assistito da Allen & Overy) esce dal nostro Paese, preferendo rafforzarsi nel Regno Unito, in Irlanda e in Canada. L’addio della sesta compagnia assicurativa del mondo, leader nel Regno Unito, forse un altro effetto della Brexit, che rende più costoso operare nella Ue, fa uscire dal mercato un concorrente competitivo. Il valore complessivo delle attività, considerando anche la quota in mano a Unicredit, sale a 1,2 miliardi. Sommando i proventi attesi dalla vendita delle quote di Aviva Vita ad Ubi Banca, la società inglese incasserà 1,3 miliardi di liquidità dall’uscita dall’Italia. Con l’acquisizione di un portafoglio danni, equamente distribuito tra i segmenti di business auto e non-auto, con premi lordi di circa 400 milioni, Allianz prevede di aumentare di circa un punto percentuale la sua quota di mercato in Italia nel settore danni, dove consolida la posizione di terzo player. Nel complesso passeranno ad Allianz quasi 500 agenti insieme alla loro base clienti e i relativi dipendenti di Aviva Italia. L’acquisizione, soggetta al via libera delle autorità di controllo e antitrust, «si inquadra nella nostra strategia di sviluppo nel mercato assicurativo, basata su una solida piattaforma tecnologica e su investimenti continui», afferma l’amministratore delegato di Allianz Italia, Giacomo Campora. Forte anche dell’esperienza di integrazione degli agenti di Milano Assicurazioni e Sasa, iniziata nel 2014. La transazione dovrebbe essere perfezionata nella seconda metà dell’anno.
- Un altro milione di poveri Nell’Italia piegata dal virus è il Nord a soffrire di più
Sono amarissime le stime preliminari dell’Istat sulla povertà assoluta nell’Italia del 2020, l’anno del Covid, l’anno della pandemia che ci ha messi in ginocchio tra lutti personali e tragedie collettive. Un milione di persone in più in povertà assoluta nel 2020: 225 mila famiglie e un calo record dei consumi che tornano al livello di 21 anni fa. Eccoli gli effetti del virus sui cittadini italiani. Secondo le stime preliminari dell’Istat, le persone in povertà assoluta sono 7,4 milioni, il 9,5% della popolazione (contro il 7,7% dell’anno precedente), quasi un italiano su 10. Colpite, anzi, affondate dalla crisi famiglie con figli minori con un’incidenza di povertà assoluta che sale all’11,6%, mentre la povertà tra gli under 18 sale da 11,4% a 13,6% — il valore più alto dal 2005 — per un totale di 1 milione e 346mila bambini e ragazzi poveri. La situazione peggiora (ma in misura minore) anche nelle altre classi di età, ad eccezione degli ultra 65enni che anche questa volta sembrano andati in soccorso alle famiglie con le loro pensioni, contribuendo a non far crollare le dismesse economie familiari. Infatti, la percentuale di nuclei con almeno un anziano in condizioni di povertà è quasi stabile, mentre, ed è un paradosso, dove gli anziani non sono presenti, l’indigenza sale dal 7,3% al 9,1%. L’aumento della povertà inoltre nel 2020 ha riguardato di più le famiglie con almeno una persona occupata e il Nord, passato da un indice di povertà del 5,8% al 7,6% a livello familiare. Anche se è comunque sempre al Sud che si conferma l’incidenza di povertà maggiore: il 9,3%, delle famiglie. Il Centro se la cava meglio con un’incidenza per le famiglie al 5,5%. In pratica là dove la pandemia ha colpito più duramente, al Nord, con il conseguente crollo delle attività produttive, più alta è stata la perdita di reddito.
- Del Vecchio: “Nessun piano con Caltagirone per Mediobanca”
«Non sapevo che Caltagirone stesse comprando azioni Mediobanca. Ci conosciamo e stimiamo da tanto tempo, ma ognuno va per la sua strada in maniera del tutto indipendente». Leonardo Del Vecchio non è stupito più di tanto nel vedere che l’imprenditore romano, suo socio nelle Generali, si sia convinto che anche Mediobanca può essere un buon affare. D’altronde lui stesso ha già messo in portafoglio il 13,3% di azioni di piazzetta Cuccia e potrebbe salire fino al 19,9%, come da autorizzazione Bce. Ma al momento è fermo perché le quotazioni sono salite un po’ negli ultimi tempi. «L’importante è che le aziende siano ben gestite, crescano e diano un buon ritorno agli azionisti – sostiene il fondatore di Luxottica – Mediobanca e Generali sono due aziende di grande potenziale e fino a quando ci saranno i risultati il management non penso abbia nulla da temere». Dunque al momento non sembra che Caltagirone e Del Vecchio abbiano un piano comune per intervenire sul Leone di Trieste, come qualcuno suggerisce, ma il rinnovo del cda è tra un anno circa e i giochi si faranno a fine 2021.
- Nuova rete Generali per gestire i rischi delle micro imprese
Generali punta a rafforzarsi sul mercato delle micro imprese italiane del commercio, con l’obiettivo di aumentare drasticamente la presenza in questo settore e di accompagnare le imprese stesse, e con loro il Paese, a una veloce ripresa nel 2021. Tutto ciò, come annunciato ieri da Generali Italia, si sostanzia in Attiva Commercio, una soluzione che rappresenta – spiega il numero uno del Leone in Italia, Marco Sesana – «un vestito cucito su misura per le esigenze di queste aziende, oltre 1,7 milioni per più di 4 milioni di lavoratori, che oggi sono sottoassicurate e spesso preferiscono una modularità della polizza che consenta di proteggersi con una spesa giusta». Tradotto in numeri: «Oggi un’impresa su quattro in Italia è assicurata con Generali mentre tra le microimprese del commercio siamo a una su sei, vogliamo dunque chiudere questo gap», spiega il manager. Il che significa passare da circa 280mila a 425mila assicurati, portando così sotto l’ala del Leone circa 150mila microimprese.
- Sostenibile una impresa agricola su due
La ripresa economica? Per la metà delle imprese agricole italiane passa dalla sostenibilità ambientale e sociale. Una sensibilità, questa, sulla quale i nostri agricoltori sono già all’avanguardia: il 17,8% delle imprese ha già raggiunto un livello di sostenibilità alto e il 30,3% medio-alto. I dati arrivano dal rapporto Agricoltura100 presentato ieri e promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura. Il primo della serie, e una indagine poderosa: 1.850 le imprese agricole interpellate e 234 le variabili prese in considerazione, che alla fine hanno prodotto per ogni azienda 17 indici di sostenibilità raggruppati in 4 aree: ambientale, sociale, gestione dei rischi e qualità dello sviluppo. «Si tratta del primo studio veramente esteso che parla di sostenibilità – ha detto ieri il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – mi auguro che questo sia un punto di partenza per affrontare il tema in maniera scientifica». Le aziende agricole italiane sembrano anche ben attrezzate sul fronte assicurativo, con il 74,9% di loro che ha stipulato polizze assicurative contro gli eventi atmosferici, per la protezione del patrimonio aziendale e per la responsabilità civile.
- Bpm, Davide Leone scopre le carte «Valutare tutte le opzioni di M&A»
L’investimento in BancoBpm? «Ho fiducia nella possibilità di valorizzazione dell’investimento». UniCredit o Bper? «Tutte le opzioni sono aperte». I rapporti con l’attuale management? «Massima fiducia nell’operato del Cda guidato da Massimo Tononi» anche se «serve completare quanto prima il lavoro di pianificazione della banca su base stand alone, fondamentale per poter valutare qualsiasi aggregazione». Davide Leone esce allo scoperto e, parlando per la prima volta alla stampa dal suo ingresso in BancoBpm datato 2015, spiega al Sole 24Ore la sua visione sul dossier di Piazza Meda, dove tramite il suo fondo Davide Leone & Partners (Dlp) è tra gli azionisti di rilievo con una quota attorno al 4,7% del capitale.
- Aviva saluta l’Italia Allianz compra il danni per 330 milioni
Aviva esce dall’Italia. La decisione maturata dalla casa madre britannica era nota da mesi, ma il passaggio ufficiale è arrivato ieri con l’annuncio che gli asset Vita verranno ceduti alla francese Cnp Assurances per 543 milioni e il Danni ad Allianz per 330 milioni. Un’operazione che conferma il grande fermento del mercato assicurativo italiano, in cui non mancano negli ultimi mesi le operazioni di M&A, dall’acquisizione di Amissima da parte di Hdi al riassetto di Cattolica con l’ingresso di Generali nel capitale. Un risiko che, in taluni ambiti, si incrocia anche con quello bancario visti i numerosi accordi distributivi presenti in Italia tra compagnie e istituti di credito e le grandi partite oggi sul tavolo. Tra queste spiccano quelle di Banco Bpm, in uscita dalla joint venture con Cattolica, e di Bper, in cui il primo socio Unipol ha già chiarito da tempo che eventuali ipotesi di aggregazione non potranno prescindere da valutazioni di carattere industrale.
- L’allarme Ania: il 5,6% delle auto senza Rc