di Anna Messia
Per la prima volta nella storia di Poste Italiane l’aumento dei ricavi da pacchi ha più che compensato il calo del fatturato da corrispondenza. E’ avvenuto nel quarto trimestre del 2020 e a dicembre è stato raggiunto il record di 1,3 milioni di pacchi consegnati in media al giorno dai postini. E’ il segno che la strada imboccata dal gruppo guidato da Matteo Del Fante per portare in equilibrio il settore della corrispondenza, spingendo sull’e-commerce e sui pacchi (arrivati a rappresentare il 38% dei ricavi del comparto) per bilanciare il crollo della posta tradizionale, è quella giusta. In questa direzione va anche il recente accordo con Sengi Express Limited (Hong Kong), di cui il gruppo italiano rileverà il 51% con l’obiettivo di rafforzare il mercato dell’e-commerce tra Cina e Italia. Come pure l’annunciata acquisizione di Nexive, il secondo operatore postale in Italia, per aumentare le masse e le sinergie nel settore del recapito. Certo, il punto di equilibrio economico nel settore della corrispondenza, dei pacchi e della distribuzione è ancora lontano e nonostante il miglioramento dell’ebit nel quarto trimestre il risultato netto del comparto nel 2020 è stato ancora negativo per 419 milioni, più del rosso di 306 milioni del 2019.
Gli utili di 1,2 miliardi raggiunti nel 2020 (superiori alle attese degli analisti e pari a un -10,2% rispetto al bilancio 2019), che hanno permesso a Poste Italiane di staccare anche nell’anno del Covid un dividendo in crescita del 5% a 0,486 euro (payout del 52%), continuano quindi ad arrivare dalle altre attività del gruppo, ovvero risparmio, assicurazioni e pagamenti-telefonia. Questi ultimi, in particolare, hanno avuto una forte accelerazione nell’ultima parte dell’anno scorso con un aumento dei ricavi del 15,2% a 215 milioni e un risultato netto complessivo di 194 milioni (dai 272 milioni del 2019).
Bene anche i servizi finanziari, con un risultato netto normalizzato di 569 milioni, di fatto stabile rispetto ai 577 milioni dell’anno precedente; le commissioni rivenienti dalla distribuzione del risparmio postale (per conto di Cassa Depositi e Prestiti) sono invece aumentate dell’1% a 1,9 milioni. In ballo, come noto, c’è il rinnovo della convenzione triennale con Cdp che fissa obiettivi e remunerazione, scaduta alla fine dello scorso anno e ora in regime di prorogatio in attesa di nuova stipula.
«Abbiamo fatto molto bene in tre anni e il 2020 è stato record», ha detto Del Fante ieri nel corso della conference call con gli analisti commentato la raccolta del risparmio postale. «Anche il 2021 è iniziato bene e questo è il modo migliore per sedersi al tavolo delle negoziazioni».
In crescita, infine, il risultato netto sei servizi assicurativi, arrivato a 784 milioni di euro rispetto ai 737 milioni del 2019 (+6,4%); da segnalare l’aumento dei prodotti Vita multiramo (che richiedono meno capitale) e la spinta sul ramo Danni (nonostante la frenata delle polizze per la protezione del credito), che di certo sarà al centro del nuovo business plan in fase di definizione.
Quelle del 2020 sono «prestazioni solide in tempi senza precedenti, che confermando, malgrado la pandemia da Covid, il ruolo di Poste Italiane di player sistemico in Italia», ha concluso Del Fante. «Su queste basi costruiremo il futuro, a partire dal nuovo piano strategico che sarà annunciato il prossimo 19 marzo». (riproduzione riservata)
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