Aegon è passata in perdita nella seconda metà del 2002, ma l’utile pretasse ha battuto le previsioni degli analisti grazie a una solida performance dei mercati negli Usa e delle attività di asset management.
Nello specifico, la società di gestione patrimoniale e assicurazioni olandese ha contabilizzato una perdita netta attribuibile agli azionisti di 157 milioni di euro nei sei mesi conclusi il 31 dicembre, a fronte dell’utile netto di 908 milioni di euro registrato nell’anno precedente.
L’utile pretasse underlying è risultato pari invece a 1,03 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 961 milioni di euro dell’anno precedente, battendo le previsioni degli analisti a 800 milioni di euro.
I deflussi netti sono scesi poi a 14,72 miliardi di euro dai 22,5 mln dello stesso periodo del 2019, mentre il coefficiente Solvency II, una misura della solidità del bilancio dell’azienda, si è attestato al 196% al 31 dicembre contro il 201% del 31 dicembre del 2019 e il 195% del 30 giugno 2002.
Aegon ha dichiarato infine un dividendo di 6 centesimi ad azione, inferiore ai 15 centesimi dell’anno precedente, dopo aver ribassato il payout ad agosto. La società ha l’obiettivo di aumentare il dividendo a circa 25 centesimi per azione nel 2023.