Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La Consob ha avviato accertamenti sull’intesa tra Cattolica e Generali che lo scorso ottobre ha portato il Leone a sottoscrivere la prima tranche di aumento di capitale da 300 milioni di Verona divenendone azionista con il 24,4%. L’autorità di controllo ha intenzione di verificare in particolare se sia stato commesso un abuso di informazioni privilegiate utilizzando i poteri previsti dall’articolo 187 octies del Testo Unico della Finanza. Tale norma consente tra le altre cose di richiedere notizie, dati o documenti a chiunque possa essere informato dei fatti, ma anche di procedere ad audizioni personali o richiedere registrazioni di conversazioni telefoniche. Con una lettera inviata la scorsa settimana a entrambe le compagnie di assicurazione l’authority di Borsa avrebbe chiesto appunto di ricostruire dettagliatamente l’iter che ha portato all’aumento di capitale e alla partnership industriale per conoscere tutti gli aspetti dell’operazione oltre ai dati di tutte le persone che a vario titolo hanno lavorato al deal, ma anche la cronologia delle attività e degli incontri che hanno portato all’intesa.
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- Il Leone entra nell’e-health francese
L’emergenza Covid ha inevitabilmente acceso i riflettori sull’efficienza dei sistemi sanitari e quattro grandi imprese come Generali, Sanofi, Capgemini e Orange sono pronte a creare una joint venture per accelerare lo sviluppo di soluzioni sanitarie e metterle a disposizione dei pazienti. Il progetto parte dalla Francia e riunirà le principali competenze scientifiche e tecnologiche del Paese, ma guarda all’intera Europa. La nuova società beneficerà di una piattaforma virtuale e di una base fisica situata a Parigi, collegata all’iniziativa «PariSanté Campus» annunciata dal presidente francese Emmanuel Macron, e rafforzerà il posizionamento internazionale della Francia nella sanità digitale, ma sarà aperta a tutta l’Europa. I soci fondatori prevedono un investimento iniziale di 24 milioni di euro nella nuova società, che sarà operativa dal prossimo giugno con la piattaforma virtuale e da dicembre con anche la rete fisica. (riproduzione riservata)
Un ecosistema resiliente che ha affrontato pro-attivamente e positivamente la crisi dovuta all’emergenza Covid meglio delle imprese italiane: è la fotografia del mondo delle startup scattata nel 2020 da uno studio promosso da Officina Mps, il laboratorio permanente del Montepaschi dedicato all’innovazione, e realizzato con Swg. L’architettura snella, la capacità di operare cambiamenti anche radicali nel breve periodo e la propensione a rinnovarsi e mettere sempre in discussione il proprio modello di business, oltre all’innato ottimismo degli startupper, sono le chiavi che hanno permesso di superare il 2020 e che proiettano le giovani imprese in un nuovo anno pieno di sfide ma anche di opportunità.
- Cattolica-Generali, c’è indagine
Faro della Consob sull’accordo siglato da Cattolica assicurazioni con Generali. Secondo fonti di mercato, l’authority ha avviato accertamenti sull’intesa con l’ipotesi di abuso di informazioni privilegiate. In particolare, la Consob avrebbe chiesto alla compagnia veronese di fornire l’elenco dei dipendenti e dei collaboratori, oltre che dei consulenti legali, fiscali e finanziari che hanno collaborato o erano a conoscenza dell’operazione che ha portato alla partnership con il Leone. Sotto la lente anche la cronologia di tutti gli scambi, dalle telefonate alle mail ai veri e propri incontri, relativi all’accordo. Le stesse informazioni, secondo un’altra fonte a conoscenza dei fatti, sono state richieste alla controparte Generali. L’indagine, riferiscono le fonti, sarebbe «di routine».
- Assicuratori e commessi, lavori vietati a stranieri
Svolta anti lavoratori stranieri e anti immigrati in Oman. Non potranno più lavorare in alcune imprese private e neppure in quelle pubbliche. Vietato fare gli assicuratori, i commessi, i venditori di auto e gli autisti di imprese private: d’ora in poi questi lavori saranno riservati soltanto ai cittadini dell’Oman. Una decisione drastica per fare fronte a numerose sfide economiche in conseguenza della caduta del prezzo del petrolio. Inoltre, già ad aprile scorso, il governo del Sultanato aveva chiesto alle imprese pubbliche di sostituire i propri dipendenti stranieri con dei cittadini dell’Oman. Gli stranieri sono una bella fetta di popolazione, all’incirca il 40% del totale degli abitanti del Sultanato che si aggirano sui 4,5 milioni. Ampliando l’orizzonte, nella regione vivono circa 25 milioni di stranieri, e sono la maggioranza della popolazione in Qatar, Kuwait e Emirati Arabi Uniti.
- Mascherine U-Mask sequestrate, indagine sui livelli di protezione
Mantengono quanto promettono sulla loro capacità di filtraggio oppure no? Per un diretto concorrente, certamente no: le U-Mask, le mascherine trendy dalle caratteristiche alette sporgenti, non sono paragonabili alle Ffp3. «U-Mask rispetta pienamente le legge in materia» sanitaria, risponde il produttore. Per vederci chiaro, la Procura di Milano ha sequestrato un campione di 15 mascherine con relativi filtri e il tutto sarà analizzato da due periti nominati dai magistrati. A dare il via all’inchiesta, diretta dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco, che ipotizza come atto dovuto il reato di frode in commercio a carico di Betta Maggio, rappresentante legale della U-Earth Biotech di Londra e della sede di Milano, è un esposto di un’azienda concorrente che ha fatto esaminare le U-Mask sostenendo che il filtro rimovibile, garantito per una durata di 150-200 ore riuscirebbe a garantire un filtraggio tra il 70 e l’80%, lontano dal 98-99% delle Ffp3. Sul sito dell’azienda, fa notare il legale della U-Earth Biotech, l’avvocato Fabrizio de Sanna, le mascherine non vengono «equiparate» alle Ffp2 o alle Ffp3 perché si fa solo riferimento alla durata dei filtri e alle loro caratteristiche tecniche che sono state accertate con test dai costi «notevoli» eseguiti da laboratori accreditati. Tra le certificazioni presenti sul sito di U-Mask, però, è allegata anche una prova di laboratorio secondo la quale le proprietà del «supporto Biolayer» delle mascherine sono «paragonabili alle prestazioni di efficacia raccomandata per la protezione microbiologica della maschere facciali Ffp3/N99».
- La classifica 2021 dei Top Employers: da Poste a Allianz, da Vodafone a Wind3
Sono 112 le aziende che hanno conquistato la certificazione Top Employers Italia 2021: le migliori aziende in Italia in ambito HR (risorse umane), da Poste a Vodafone, da Wind3 ad Allianz e Iren. Tra di loro, 42 hanno ottenuto anche la certificazione Top Employers Europe 2021, riconosciuta alle aziende che raggiungono la certificazione Top Employers in almeno 5 Paesi europei. Un terzo livello di certificazione, Top Employers Global, è riservato alle aziende certificate in almeno 20-25 Paesi di più continenti. Le Top Employers Global 2021 sono 16 e tra di esse, 12 sono certificate Top Employers Italia 2021. Il Top Employers Institute assegna la certificazione per le condizioni di lavoro, benefit, piani di carriera, investimenti in formazione e sviluppo, politiche HR, attenzione alla crescita professionale e personale dei dipendenti. La certificazione Top Employers viene rilasciata dopo un processo di analisi e valutazione delle politiche e strategie HR in 6 macro aree: dopo l’analisi dei risultati, le aziende che soddisfano gli standard ottengono la certificazione Top Employers. Non esiste una classifica o un rating ma tutte le aziende certificate hanno lo status di azienda certificata Top Employers.
- Inps: pensioni, nessun allarme. Pagato il 98,3% dei lavoratori
«Non esiste alcun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni dell’Inps che possono essere finanziati attingendo, sulla base di vari strumenti che la legge mette a disposizione, a risorse dello Stato»: lo spiega l’Istituto dopo le polemiche seguite ad alcune indiscrezioni di stampa. L’Inps fa sapere inoltre di avere coperto ad oggi il 98,3% delle richieste di cassa integrazione pervenute, ovvero 16,9 milioni di domande su 17,2 milioni, spiegando che «sono in lavorazione i pagamenti per 293 mila prestazioni di cui 252 mila giunte a gennaio».
- Cattolica, faro Consob sui movimenti in Borsa
La Consob ha avviato accertamenti sull’intesa tra Cattolica e Generali per il salvataggio che ha portato il Leone al 24,5% nella compagnia veronese investendo 300 milioni, per verificare se ci sia stato abuso di informazioni privilegiate (insider trading). Con una lettera della settimana scorsa, Consob ha chiesto a Cattolica di ricostruire «dettagliatamente» l’iter che ha portato alla partnership, chiedendo i dati di chi a vario titolo ha lavorato al dossier e la cronologia e i tempi degli incontri che hanno portato all’intesa. Una lettera simile sarebbe stata inviata anche a Generali. Dalle due compagnie nessun commento.
- Faro Consob su Cattolica-Generali Si indaga su ipotesi di insider trading
Faro della Consob su Cattolica. Dopo i durissimi rilievi dell’Ivass, appena notificati anche ai consiglieri della compagnia, ieri si è appreso che anche l’autorità di mercato ha un livello di attenzione molto alto su Cattolica. In particolare, la Consob la settimana scorsa ha avviato accertamenti preliminari chiedendo informazioni a Cattolica e a Generali per verificare se vi siano stati abusi di informazioni privilegiate. Come noto, le due compagnie il 24 giugno (con un comunicato diramato in tardissima serata) hanno raggiunto un accordo per l’ingresso del Leone nel capitale di Cattolica, attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da 300 milioni che ha garantito a Generali una quota del 24,46%. Un accordo sul filo di lana, a ridosso dell’assemblea del 27 giugno per l’approvazione dell’aumento di capitale; praticamente in concomitanza con la scadenza dell’ultimo momento utile per votare (attraverso il rappresentante delegato, per il Covid).
- Addio Chiesa e contadini così l’impero di Bedoni è arrivato all’ultimo atto
Prima che la pandemia rendesse quasi tutto virtuale, le assemblee della Cattolica assicurazioni erano precedute dalla Santa messa: chi voleva ci andava, gli altri si presentavano all’apertura dei lavori. Ma per essere iscritti al libro soci bisogna comunque fare professione di fede: 18 mila persone che dal primo aprile, con la trasformazione da cooperativa a spa, diventeranno semplici azionisti. L’editoriale scritto sul giornale della Diocesi, Verona Fedele, è suonato quasi più duro dei richiami Ivass (riportati con dovizia di particolari) e qualcuno ha fatto due più due: Paolo Bedoni, presidente della compagnia dal 2006 e in consiglio dal 1999, viene scaricato anche dalla Curia. Di sicuro è preoccupata. La compagnia – considerata il baluardo di quel che resta della finanza cattolica in Veneto – ha da sempre rapporti privilegiati con la Chiesa in Veneto e spesso assicura le macchine dei parroci, le chiese, le iniziative religiose. Naturale l’attenzione portata alle sorti di Cattolica, a partire dall’imminente rinnovo del cda. Nel 2011 l’allora Segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone, insignì Bedoni del titolo di commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno; ironia della sorte, dall’agosto scorso in Vaticano è arrivato Alberto Minali, l’ex ad della compagnia bruscamente allontanato il 31 ottobre del 2019; il manager è entrato a far parte – tra i membri laici – del Consiglio dell’Economia, l’istituzione che vigila sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana. «Casa Cattolica è contraria alla svendita della compagnia a Generali – spiega il coordinatore Germano Zanini – e anche il rapporto fiduciario con Bedoni si è rotto. Ora stiamo sollecitando i soci di Cattolica: il nostro obiettivo è di convocare un’assemblea per nominare un nuovo consiglio prima che la compagnia venga trasformata in spa». Qualcuno accarezza l’idea che la via migliore sia sostituire il Leone di Trieste con Vittoria assicurazioni e per questo guarda a Mediobanca, perché trovi la soluzione, ma più che un’ipotesi sembra un’iperbole.
- Cattolica-Generali, l’intesa finisce sul tavolo Consob
- Quasi due terzi delle perdite economiche globali dovute alle catastrofi non coperte dall’assicurazione
Nel 2020 ci sono stati 416 eventi catastrofici naturali a livello globale che hanno provocato perdite economiche per 268 miliardi di dollari – l’8% in più rispetto alla media delle perdite annuali per questo secolo, secondo l’ultimo rapporto sulle perdite da catastrofi del broker assicurativo Aon. Di questo totale, il settore privato e i programmi di assicurazione sponsorizzati dal governo hanno coperto 97 miliardi di dollari, lasciando un gap di protezione del 64%, che è la parte di perdite economiche non coperta dall’assicurazione. Il rapporto nota che i costi delle catastrofi continuano ad aumentare a causa del cambiamento del clima, del maggior numero di persone che si spostano in aree a rischio e dell’aumento della ricchezza globale.
- L’assicurazione vita riprende colore dopo un anno nero