Il 2021 inizia nel timore di una terza ondata. Diversi Paesi europei stanno già affrontando un nuovo “lockdown duro”, mentre in Italia si attende di scoprire di quale colore si tingeranno le regioni dopo il prossimo 15 gennaio, potendo così stabilire il livello di preoccupazione che ci accompagnerà per i prossimi tempi. Preoccupazione data non solo dal malessere personale vissuto in seguito alla reclusione forzata, i pensieri per lo stato della propria salute e quella di chi ci è vicino, ma per molti, preoccupazione anche per la propria attività professionale in un anno che non sembra far meglio sperare sull’economia reale nel nostro Paese.

E mentre la lista di possibili fallimenti rischia di allungarsi ulteriormente, occorre iniziare a prendere in considerazione quale sarà lo scenario quando si fermeranno gli aiuti dello Stato alle imprese colpite dalla pandemia.

Di questo si è parlato nel corso dell’evento online “L’impatto del Covid-19 sull’economia reale e sulla gestione dei Rami Cauzione e Credito”, organizzato da Forum Cauzioni & Credito, associazione costituita nel 2015 da imprese di assicurazioni e riassicurazioni esercenti i rami cauzione e credito.

L’intervento del magistrato Anna Ghedini ha sottolineato la necessità di tenere in considerazione che le crisi d’impresa generate dalla prima ondata dell’emergenza da Covid-19 non sono ancora arrivate in tribunale, come dimostra il fatto che non è stato registrato un incremento delle procedure. Dati alla mano, sembrano invece essere diminuite rispetto allo stesso periodo nel 2019. Ciò significa che quanto si discute oggi nei tribunali riguarda fallimenti riferiti a crisi maturate ben prima della pandemia e l’ondata nera di fallimenti “causa Covid-19” è attesa nei prossimi 6-9 mesi, al termine dell’elargizione delle sovvenzioni statali stabilite con i decreti emergenziali, per tamponare le conseguenze economiche dei lockdown.

Il virtual meeting ha visto avvicendarsi interventi di professionisti specializzati nel settore assicurativo, introdotti da Giovanni Brambilla Pisoni, Presidente dell’associazione Forum Cauzioni & Credito.

L’incontro ha posto grande rilievo sulla normativa emergenziale varata dallo scorso marzo a oggi, un passaggio fondamentale per comprendere come si comporteranno i tribunali durante l’attesa ondata di fallimenti “causa Covid-19”.

Una giurisprudenza difficile da determinare e da analizzare, poiché ancora in fase di formazione attraverso i diversi decreti. Tuttavia, come ha spiegato l’avvocato Francesco Ferroni, fondatore dello Studio Legale Effeffe & Partners, emerge l’importante ruolo del giudice, chiamato a valutare se la pandemia integri o meno l’ipotesi della causa di forza maggiore nei casi di inadempimento contrattuale.

Alla luce delle difficoltà connesse con l’emergenza pandemica, restano gli interrogativi su quale potrà essere lo scenario futuro per le imprese, chiedendosi se saranno in grado di affrontare nuovamente l’operatività. Sull’argomento è intervenuta Fioranna Negri, Partner Audit & Assurance di BDO Italia, che si è concentrata sull’impatto derivante dall’emergenza della pandemia sulla continuità aziendale delle imprese alla luce dei decreti del Presidente del consiglio dei ministri fino a quel momento emanati.  In particolare, l’analisi si è soffermata sulle fonti normative introdotte dal Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, sugli indicatori qualitativi e quantitativi da monitorare in prospettiva dei dati contabili di bilancio 2020 e sulla identificazione gli indici di allerta.

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