EY ha pubblicato la terza edizione del white book sulla mobilità che ha considerato l’ecosistema mobilità alla luce dell’impatto del Covid sul mercato della mobility e sui comportamenti degli utenti. L’indagine è stata condotta in 9 Paesi su un campione di circa 3.300 consumatori.
In termini generali la pandemia ha rivitalizzato le intenzioni di acquisto di nuovi veicoli da parte dei consumatori. In particolare, sebbene rimangano attuali le diverse dinamiche afferenti alla “smart mobility”, l’analisi delle abitudini del consumatore suggerisce di non trascurare aspetti quali la completezza dell’offerta di mobilità, l’immediato accesso tramite molteplici canali, e soprattutto la sicurezza nell’utilizzo.
Soluzioni più complete, e quindi complesse, richiedono sforzi superiori ma soprattutto congiunti tra i vari stakeholder coinvolti nell’ecosistema mobilità.
Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY, afferma che la pandemia “ha innescato un’inversione di tendenza nelle abitudini dei consumatori rispetto agli ultimi anni esponendo l’ecosistema della mobilità a nuovi bisogni. È necessario mettere insieme le risorse dei diversi player per creare dei servizi che possano essere di aiuto e a sostegno delle infrastrutture di mobilità. Il Pubblico potrebbe giocare un ruolo centrale definendo delle regole che permettano di raccogliere a fattor comune i dati, permettendo ai player di focalizzarsi sul proprio core business, massimizzando l’uso dei dati e lo spostamento degli asset sul territorio”.
Tra chi non ha ancora un’automobile i più propensi ad acquistare veicoli ibridi (25%) sono i millennial (fascia di età tra i 24 ed i 39 anni), mentre i più giovani della Gen Z (16-23 anni) sarebbero più propensi (7%) all’acquisto di veicoli elettrici.
Invece, tra chi già possiede un’automobile, l’ibrido (28%) è il preferito dalla Gen X (40-55 anni) mentre i millennial sono i più propensi (11%) all’acquisto di un veicolo elettrico.
EY stima che conclusa l’emergenza pandemica, il mezzo privato rimarrà il più utilizzato dalle categorie di viaggiatori per motivi di lavoro (60%), di piacere (62%) e familiari (66%) con una riduzione (-6%) nell’uso dei trasporti pubblici per tutte le categorie, a favore di mezzi privati e di micro-mobilità.
Il documento segnala inoltre che il lavoro da remoto ha quasi dimezzato (-49%) il numero di viaggi effettuati: i viaggi per ragioni lavorative, di piacere e familiari hanno subito negli ultimi mesi una riduzione rispettivamente del 61%, 51% e 40% su scala globale. Per quanto riguarda il mercato italiano, EY registra un incremento di interesse per le soluzioni a motorizzazione ibrida (23%), plug-in (11%) ed elettrica (6%), che si prevede ammontare nella totalità al 40% della domanda di nuove vetture green per i non automuniti. Ad ogni modo, un’adozione di massa di quest’ultima appare limitata a causa di un’offerta che deve essere più completa, flessibile, sicura, quindi vantaggiosa per il cliente. “Secondo le nostre stime – afferma Giovanni Passalacqua, partner e automotive consulting leader di EY – il mercato della mobility del 2020-2030 ha un valore di circa 220 miliardi di euro e impiega più del 10% della forza lavoro nel Paese, rappresentando dunque un mercato chiave da cui far ripartire Paese”.