di Emanuele Mastagni*
Attraverso un emendamento alla manovra di bilancio 2021 è stato previsto un credito di imposta fino al 20% del valore complessivo investito nei Pir qualora, al termine dei 5 anni di investimento, venga maturata una perdita. Il credito così generato non permetterà di portare successivamente in deduzione le relative perdite dagli eventuali redditi positivi futuri se non per l’eventuale eccedenza tra l’ammontare della perdita stessa e il limite del 20% per il credito di imposta. Esemplificando numericamente: fatto 200 k l’investimento, se al termine dei 5 anni registrassi una perdita di 30 k potrei maturare un credito di imposta di pari importo senza avere la possibilità di portare tale perdita in deduzione da eventuali profitti futuri; diversamente qualora registrassi una perdita di 50 k avrei la possibilità di maturare un credito di imposta pari a 40 k (tetto del 20% sull’investimento totale) e di portare in deduzione 10 k da eventuali rendimenti futuri. Il vantaggio fiscale di questa previsione è evidente ed è plausibile che venga accolto positivamente dagli investitori in quanto gli permette di usufruire di una agevolazione non solo nel caso in cui gli investimenti generino profitti, ma anche qualora gli stessi maturino perdite, sanando uno dei grandi limiti della precedente impostazione dei Pir. Fino a oggi, infatti, solo nel caso in cui si fossero registrati rendimenti positivi al termine del periodo di riferimento i Pir avrebbero garantito agli investitori un beneficio effettivo dato dalla totale esenzione fiscale, mentre in caso di perdite avrebbero usufruito unicamente della loro normale deducibilità alla stregua di qualsiasi altro tipo di investimento.
Tornando al precedente esempio numerico e ipotizzando una perdita di 50 k, in precedenza avrei potuto usufruire di un beneficio fiscale di 13 k grazie alla deducibilità di tali perdite su profitti futuri (calcolati ipotizzando rendimenti tassati al 26%), mentre con la nuova previsione sarà possibile usufruire di un credito di 40 k a cui si aggiungono 2,6 k di deducibilità della perdita eccedente per un beneficio totale pari a 42,6 k. Effettuare investimenti Pir compliant diventa pertanto vantaggioso rispetto agli investimenti normali non solo in caso di maturazione di profitti grazie all’esenzione, ma anche in caso di perdite grazie al credito di imposta. Per migliore ulteriormente l’attuale previsione Pir, basterebbe rendere più celere la maturazione dei benefici fiscali che a oggi risulta relativamente lontana nel tempo per l’investitore. Ipotizzare un beneficio fiscale già alla data in cui viene effettuato l’investimento, ancorché legando la definitività del beneficio stesso al mantenimento dell’investimento per un arco temporale minimo di 5 anni, sarebbe quanto mai auspicabile, così come estendere a una platea più vasta i soggetti che possano usufruire delle agevolazioni Pir. Nonostante quanto sopra, però, l’attuale previsione è sicuramente da accogliere positivamente perché incentiverà ulteriormente gli investimenti nelle Pmi che caratterizzano il tessuto economico italiano in un momento in cui abbiamo sempre più bisogno di risorse per sostenere e far crescere la nostra economia reale anche a causa delle ben note contingenze. (riproduzione riservata)
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