Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
È particolarmente interessante l’ipotesi riportata ieri su queste colonne di una ricercata convergenza tra la Delfin di Leonardo Del Vecchio e le Fondazioni, in particolare, la Crt, per influire sul rinnovo della governance di Unicredit e, dunque, anche sulla scelta del nuovo amministratore delegato che dovrà succedere a Jean-Pierre Mustier. Dall’altra parte starebbero, con un peso non indifferente, i grandi investitori istituzionali, Blackrock e Capital Research che, complessivamente, superano il 10% a fronte dell’ipotizzata convergenza di Del Vecchio, che raggiungerebbe per ora il 5%. Ovviamente, siamo alle fasi assolutamente preliminari e tutte le evoluzioni dei rapporti tra azionisti sono ancora pienamente possibili. Oltretutto, c’è bisogno pure di conferme. Lo schema, comunque, delineerebbe un fronte di investitori con una lunga prospettiva e un altro con le caratteristiche proprie dei grandi fondi internazionali. Sarebbe, sia pure in una configurazione circoscritta, anche il ritorno di un protagonismo delle fondazioni di origine bancaria che hanno assicurato al settore stabilità e crescita, in particolare a Intesa Sanpaolo e allo stesso Unicredit.
Cattolica Assicurazioni diffida Banco Bpm dall’esercitare l’opzione per il riacquisto del 65% delle due joint venture bancassicurative Vera Vita e Vera Assicurazioni al prezzo di 355,77 milioni di euro. Allo stesso tempo minaccia una richiesta di risarcimento di oltre 500 milioni, adducendo anche i risultati commerciali delle due società inferiori alle attese, e dà alla banca guidata da Giuseppe Castagna un ultimatum di sette giorni lavorativi per fornire «adeguato, circostanziato, motivato e collaborativo riscontro» alla lettera inviata ieri sera alla banca in cui i legali della compagnia veronese smontano punto per punto la tesi del change of control.
L’ultimo investimento, in dirittura d’arrivo, è nei porti di Livorno e Monfalcone, con un’operazione stimata in una settantina di milioni. In portafoglio ci sono tuttavia anche le società di gestione degli aeroporti di Olbia e Alghero e non mancano neppure le ferrovie. Le compagnie di assicurazione italiane sono diventate a tutti gli effetti importanti investitori in infrastrutture nazionali. Il fondo creato dall’Ania, l’associazione delle assicurazioni guidata da Maria Bianca Farina, insieme a F2i, nel quale hanno investito le principali realtà del settore, da Generali ad Allianz, passando per Axa e Reale Mutua, è definitivamente decollato con investimenti che hanno raggiunto complessivamente circa 200 milioni rispetto ai 410 milioni raccolti. E l’obiettivo, per la metà dell’anno prossimo, è di riuscire ad alzare l’asticella fino 500 milioni. Del resto i bassi tassi d’interesse, destinati a durare a lungo, obbligano le assicurazioni a ridurre il peso dei Btp cercando rendimenti appetibili in strumenti alternativi.
Il sigillo ufficiale arriverà il prossimo 29 dicembre, ma l’alleanza fra Illimity e Fabrick nei fatti è già partita. Ieri l’assemblea dell’istituto guidato da Corrado Passera ha approvato l’aumento di capitale al servizio della joint-venture paritetica nella neo-banca Hype fondata dalla fintech del gruppo Sella che a sua volta arriverà a detenere il 10% del capitale di Illimity. L’asse, il primo in Italia nell’open banking, era stato annunciato a fine settembre e da allora i manager delle due società hanno già iniziato a lavorare ai piani di sviluppo di Hype che punta a raggiungere 3,5 milioni di utile nel 2023 e 3 milioni di clienti per un utile di 17 milioni nel 2025. ltre a quelli già presenti prossimamente su Hype arriveranno nuovi servizi d’assicurazione, di gestione finanziaria e di credito che potranno accelerare la già rapida ascesa della società nel panorama fintech italiano ed europeo.
- Veicoli commerciali, vendite Ue a +0,1%
Sono stati 167.315 i veicoli commerciali che i produttori europei hanno venduto in novembre. Il dato, che rappresenta una crescita dello 0,1% su base tendenziale, è stato comunicato da Acea, l’associazione di categoria che raduna le principali marche continentali del comparto. Stando alle rilevazioni di periodo, la domanda di furgoni e autobus ha invece registrato un rallentamento, mentre il segmento dei camion ha contribuito positivamente alla performance della regione. I quattro mercati principali hanno evidenziato performance contrastate: mentre in Spagna e Francia le immatricolazioni hanno segnato flessioni rispettivamente del 7% e del 3,1%, Italia e Germania hanno visto crescere le vendite di nuovi modelli dell’11,7% e del 4,3% anno su anno. Espandendo lo spettro d’analisi ai primi undici mesi dell’anno, le immatricolazioni di veicoli commerciali nell’Ue mostrano una flessione tendenziale del 20,3%. Tutti i 27 mercati dell’Unione hanno accusato contrazioni a due cifre da inizio anno, benché meno pesanti rispetto ai mesi precedenti. La Spagna ha registrato un calo del 28,4%, la Francia del 18,4% e la Germania del 16,3%, mentre per l’Italia la flessione di periodo è del 15,6%. Per i veicoli commerciali leggeri, Acea ha registrato una domanda relativamente stabile (-0,5%), con Italia (+10,3%) e Germania (+6,2%) in territorio positivo, mentre per Spagna e Francia la flessione è stata dell’8,1% e del 3,8%.
Il vaccino obbligatorio nei luoghi di lavoro, al pari dell’utilizzo delle mascherine, dei detergenti e distanziamento può aiutare a contrastare la diffusione del contagio e a proteggere i datori di lavoro dalle responsabilità in materia di sicurezza lavoro. Lo sostiene la fondazione studi dei consulenti del lavoro in un approfondimento pubblicato ieri. L’infezione è infortunio. I consulenti partono dalla constatazione che l’infezione da Covid va considerata alla stregua di un infortunio sul lavoro, perché il legislatore ha equiparato la causa virulenta (Covid) a quella violenta tipica dell’incidente occorso in occasione di lavoro. Se l’infezione da Covid può dare luogo a infortunio sul lavoro, si chiedono i consulenti, quali azioni devono essere assunte dal datore di lavoro per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro e quali obblighi incombono sul lavoratore?
Tetto pensionabile bloccato per il 2021. Il mancato incremento è dovuto alla cosiddetta perequazione delle pensioni, che sulla base dell’inflazione 2020 è stata fissata allo 0%. Seguendo quanto stabilito dall’art. 21 della Finanziaria del 1988 (legge n. 67/1988), le pensioni liquidate con decorrenza compresa tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021 devono essere calcolate, per ogni anno di contribuzione versata, in misura pari: al 2% della retribuzione annua pensionabile sino a 47.379 euro (tetto di base per il 2021); all’1,5% per la fascia eccedente il 33%; all’1,25% per la fascia compresa tra il, 33 ed il 66% e all’1%, infine, per l’ulteriore fascia di retribuzione annua pensionabile eccedente il 66%, ossia per l’eventuale quota eccedente 78.650 euro.
La legge di bilancio 2021 aumenta l’appeal dei Piani individuali di risparmio: con un emendamento approvato in commissione viene proposto un ulteriore beneficio fiscale per i Pir alternativi costituiti dal 1° gennaio 2021 per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2021. Difatti, l’inserimento dell’art. 35-bis (Credito d’imposta per minusvalenze realizzate in «Pir pmi») nella legge garantirebbe alle persone fisiche titolari di Pir un credito d’imposta pari alle minusvalenze, perdite e differenziali negativi realizzati ai sensi dell’articolo 67 del Tuir a condizione che i sottostanti strumenti finanziari: (i) siano detenuti per almeno cinque anni (cd. minimum holding period) e (ii) il credito d’imposta non ecceda il 20 per cento delle somme investite negli strumenti finanziari medesimi.
Generali Italia apre un canale podcast, una nuova modalità di comunicazione digitale per essere ancora più vicina alle persone rispondendo ai trend e alle nuove abitudini degli italiani. La prima stagione del podcast si intitola Immagina Come e racconta in quattro puntate le storie di persone e invenzioni che hanno semplificato la vita. Da Hedy Lamarr, l’attrice hollywoodiana che inventò il sistema di comunicazione alla base del wi-fi, a Fernando Corbatò, l’informatico che creò la password.
- Covid, 500 famiglie chiedono al governo di essere risarcite
I parenti delle vittime del Covid aprono il fronte dei risarcimenti in sede civile: in più di cinquecento depositeranno oggi in tribunale a Roma un atto di citazione che chiama in causa la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Lombardia solo per i suoi residenti. Ci sono intere famiglie di Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Cremona, Lodi, ma anche di Roma, Matera, Palermo, Torino, Ravenna. Quasi tutti avevano già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo, supportati dal Comitato Noi denunceremo. Ora passano al civile, chiedendo complessivamente 100 milioni di euro (suddivisi in calcoli precisi per ogni famiglia) e ispirandosi a un principio cardine: qualsiasi danno ingiusto, doloso o colposo, va risarcito. E la colpa delle istituzioni, secondo i parenti che hanno scelto le vie legali, sta nell’impreparazione iniziale, nel presunto ritardo con cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, nelle fasi successive in cui, sostengono, non sempre il Comitato tecnico scientifico è stato ascoltato. Se i contagi avvengono principalmente in famiglia e nelle occasioni di socializzazione e assembramento, sono comunque oltre 100.000 i casi di Covid avvenuti sul lavoro, e 366 i morti. I dati sono stati resi noti dall’Inail. Per la precisione sono arrivate 104.328 denunce di infortunio sul lavoro a seguito di Covid-19, il 20,9% delle denunce di infortunio complessive, e il 13% dei contagiati totali nazionali. Il dato più alto è a marzo (il 27% di tutte le denunce), segue il mese di novembre (26,6%) e ottobre (20,3%). Quasi sette contagiati su 10 sul lavoro sono donne (il 69,4%) mentre l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi.
- Cattolica chiede 500 milioni di danni a Banco Bpm
Cattolica scatena la controffensiva su Banco Bpm, che ha esercitato la clausola di scioglimento (call) della bancassurance (Vera Vita e Vera Assicurazioni) per l’ingresso di Generali nella compagnia veronese. All’istituto, che vuole ricomprare per 350 milioni le jv che due anni fa Cattolica ha acquistato per 750 milioni, la compagnia risponde con una diffida annunciando 500 milioni di danni in quanto Generali, con il 24,5%, non comanderebbe in Cattolica, essendo ancora una coop; la trasformazione in spa di aprile 2021 farebbe saltare la stessa clausola del change of control: la jv non rende come previsto.
- Sì dell’Aifa, il vaccino arriva Rischio furti, in campo i Servizi
Il vaccino c’è, è stato approvato dall’Aifa, sta arrivando. Partirà da Puurs, un paese di 16 mila abitanti nelle Fiandre sede della Pfizer, varcherà la frontiera italiana su un camion frigo nella notte di Natale, e percorrerà l’autostrada fino a Roma, per essere consegnato all’ospedale Spallanzani. Lo attendono per le 11 della mattina di Santo Stefano. Ora però bisogna anche sorvegliarlo e proteggerlo. Perché in epoca di pandemia quelle fiale ghiacciate a meno 80 gradi sono il nuovo oro. E, come segnalano sia l’Interpol sia le nostre agenzie di intelligence, uno dei rischi è il furto per il mercato nero estero. Cioè che qualcuno rubi le dosi durante il trasporto o dai depositi per rivenderle in quei Paesi fuori dall’Europa che ne sono ancora sprovvisti. L’allarme è generico, ma la preoccupazione è concreta. Non foss’altro perché, a inizio dicembre, l’Europol ha scoperto che sul Deep Web, la Rete dove si resta anonimi, sono apparse offerte fasulle di vaccino, con tanto di bollo di marchi farmaceutici ignari di essere usati da organizzazioni criminali. Le dosi le avremo presto, dunque. Ma l’aspetto sorveglianza è cruciale.
- Cattolica chiede 500 milioni di danni a Banco Bpm sulle assicurazioni
L’esercizio dell’opzione call (all’acquisto) da parte di Banco Bpm sulle quote di Cattolica nelle jv assicurative Vera Vita e Vera Assicurazioni è stato definito «privo di ogni fondamento» e «privo di qualsiasi effetto giuridico» e pertanto la compagnia chiede a Banco Bpm fino a 500 milioni di euro di danni. È quanto scrive Cattolica in una lettera indirizzata al Banco Bpm. Cattolica contesta il tema del cambio di controllo nella compagnia come argomento alla base delle decisione di Banco Bpm di esercitare la call dopo la quota che Generali ha preso in Cattolica. Inoltre, rileva ancora Cattolica, «il contratto tra noi intercorso dispone che la call non può essere esercitata ove vi sia una trasformazione di Cattolica in spa».
- Cattolica chiede 500 milioni a BancoBpm «Le vostre richieste senza fondamento»
«La call option da Voi esercitata è priva di ogni fondamento e, come tale, è ritenuta dalla scrivente società priva di qualsivoglia effetto giuridico». È questo uno dei passaggi chiave contenuti nella lettera inviata ieri in serata da Cattolica a Banco Bpm e ai legali dell’istituto. L’oggetto è ovviamente la missiva dallo scorso 15 dicembre con la quale la banca ha chiesto il divorzio dalla compagnia assicurativa, sulla base dell’accordo di bancassurance sottoscritto nel 2018, perché l’operazione societaria e industriale con Generali ha determinato un cambio di controllo. Lo ha fatto, peraltro, proponendosi di pagare 335,7 milioni, 452 milioni in meno di quanto era stata valutata l’intesa due anni fa. In conseguenza di ciò, Cattolica ha deciso di passare all’attacco. E lo ha fatto mettendo nero su bianco una serie di ragioni per cui gli avvocati della compagnia ritengono che le pretese del Banco siano «prive di fondamento».
- Fumi dalla pizzeria, è responsabile anche il locatore
In caso di danni a un condominio a causa delle immissioni di fumi da parte di un ristorante o di una pizzeria la responsabilità non ricade solo sul conduttore ma anche sul locatore. È quanto dispone la Corte di cassazione (sezione II Civile) con la recente sentenza 28197 del 10 dicembre 2020 (relatore Aldo Carrato), che interviene su un problema comune a molti, regolato dall’articolo 844 del Codice civile; quest’ultimo stabilisce che non si possono impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni e i rumori provenienti da un bene immobile confinante con il nostro, a meno che essi non superino la normale tollerabilità. Sul concetto di “normale tollerabilità” si sono espresse moltissime sentenze e relative consulenze tecniche. Se, poi, il bene immobile dal quale provengono le immissioni è condotto in locazione da un terzo, non è sempre facile individuare le responsabilità tra proprietario e inquilino.
- Scoppia la caldaia, il produttore ne risponde