Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

L’ambiente è oggi un tema sotto i riflettori nella realtà di tutte le imprese. La ragione non va ricercata soltanto nella tendenza green che orienta ormai moltissime attività nel nostro paese, nonché le scelte dei consumatori, ma anche nei margini di rischio che tale aspetto porta con sé sia in termini sociali che economici. «La normativa ambientale è complessa, mutevole e piena di articolate sfaccettature», ricorda l’avvocato Attilio Balestreri, partner di B&P Avvocati, studio legale specializzato in ambiente e sicurezza sul lavoro. «Negli ultimi anni si è infatti assistito a una crescita esponenziale degli adempimenti richiesti alle imprese e a un progressivo inasprimento delle sanzioni, con l’effetto di annoverare la gestione ambientale tra i più rilevanti rischi per le aziende». Se da un lato i sistemi di controllo e di prevenzione in materia ambientale sono quindi, oggi, imprescindibili, dall’altro lato diventa fondamentale capire come prevenire, o comunque mitigare, il rischio ambientale in impresa con strumenti sostenibili. Una politica non attenta agli aspetti di risk management ambientale può pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi aziendali e minacciare la competitività.
Lo studio di Carlo Pavesi da una parte, quello del professor Mario Cera dall’altra, con Gianni Origoni Grippo in campo per Generali. Si è aperta la guerra dei super legali nella partita che vede contrapposti Banco Bpm a Cattolica dopo che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha deciso di esercitato l’opzione d’acquisto (call) sul 65% delle due joint venture assicurative (Vera Vita e Vera Assicurazioni) chiamando in campo la clausola del change of control (del cambio di controllo) per via dell’ingresso del Leone nel capitale con il 24,4%. Con la compagnia veronese che sarebbe pronta chiedere danni per 500 milioni, 400 per la differenza di prezzo delle joint venture rispetto a 3 anni fa e 100 di risarcimento. La ricostruzione dei fatti da parte di Banco Bpm, come si legge nella lettera inviata da Castagna a Verona, anticipata da www.milanofinanza.it, sostiene che a seguito degli accordi industriali firmati tra Generali e Cattolica l’assicurazione guidata da Carlo Ferraresi sarebbe di fatto controllata da Trieste perché «non ha sostanzialmente più la gestione di una parte rilevante degli investimenti, attività ora delegata a Generali, ha perso il controllo sulla gestione e la liquidazione dei sinistri dei rami infortuni e malattia, ha conferito a Generali l’appalto sui servizi relativi alla mobilità delle vetture assicurate da Cattolica e ha affidato a Generali la riassicurazione dei propri rischi».
Generali e Accenture hanno costituito una joint-venture (Gosp-Group Operations Service Platform) per accelerare la strategia di innovazione e digitalizzazione del gruppo assicurativo attraverso il cloud e le piattaforme condivise. È la prima volta che nel mercato si registra un’operazione di questo tipo. Oltre a partecipare con una quota azionaria pari al 5%, Accenture metterà a disposizione della nuova società un team di 40 risorse dedicate, con know-how specifico di trasformazione, change management e innovazione e con un focus su cloud, intelligenza artificiale e big data. Mentre quelli di Generali, in tutto il mondo, saranno un migliaio. La joint venture ha lo scopo di realizzare progetti e soluzioni volti ad accelerare la digitalizzazione dei processi aziendali e l’adozione di un modello centrato sul Cloud, in grado di migliorare la collaborazione all’interno dei diversi ambiti del gruppo, come distribuzione (agenzia), direzionali (sistemi di portafoglio) e interni (sistemi di gestione), anche attraverso un’infrastruttura comune e un know-how condiviso. «Le innovazioni introdotte da Gosp, tra cui una governance più centralizzata, permetteranno di conseguire importanti risultati operativi ed economici per il gruppo, in particolare sinergie di costo e il miglioramento dei principali livelli di servizio, in linea con le aspettative digitali di clienti, agenti e dipendenti», promettono da Trieste.
Arriva una stretta sui requisiti e i criteri per la scelta dei manager bancari. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri «sul regolamento relativo ai requisiti e criteri di idoneità allo svolgimento dell’incarico degli esponenti aziendali delle banche e degli intermediari finanziari». Il testo, spiega il Tesoro, «che disciplina requisiti e criteri anche per gli esponenti di istituti di moneta elettronica, confidi, istituti di pagamento e sistemi di garanzia dei depositi, delinea una completa e significativa riforma della disciplina, tra l’altro con l’introduzione di una differenziazione tra requisiti e criteri: i primi caratterizzati, come già nella normativa vigente, da elementi di oggettività e tassatività, i secondi connotati da un margine di discrezionalità più ampio e quindi in grado di cogliere in modo sostanziale la qualità degli esponenti, in particolare per quanto riguarda la loro correttezza e competenza». Oltre ai criteri di correttezza (che si aggiungono ai requisiti di onorabilità) e competenza (in aggiunta ai requisiti di professionalità), «vengono introdotti nuovi profili di valutazione quali l’indipendenza di giudizio, l’adeguata composizione collettiva degli organi, la disponibilità di tempo e, per le banche di maggiori dimensioni, limiti al cumulo degli incarichi».
Sarà un caso, ma ieri il bitcoin ha superato per la prima volta nei suoi 12 anni di vita quota 20 mila dollari proprio il giorno dopo l’annuncio dell’ingresso di Banca Generali nel capitale di Conio, società di San Francisco fondata dagli italianissimi Christian Miccoli (ex numero uno di Ing Italia e di CheBanca!) e Vincenzo Di Nicola, che offre servizi per l’acquisto e la custodia di bitcoin. Che il Leone di Trieste, simbolo della sicurezza del risparmiatore, sia entrato, seppure con una piccola somma (inferiore ai 14 milioni di dollari) significa che perfino la finanza tradizionale non considera più la capostipite delle criptovalute come un asset inaffidabile. Ed è proprio questo che può fare la differenza con il 2017: quello fu l’anno in cui il bitcoin esplose, passando dai 999 dollari del 1 gennaio ai quasi 20 mila del 17 dicembre. Una cavalcata folle che aveva attirato l’attenzione di media e autorità.
Il pil italiano non tornerà ai livelli pre-Covid prima della seconda metà del 2023 e per tornare sui livelli precedenti il 2007 servirà ancora più tempo. Nel frattempo l’Italia avrà vissuto circa un ventennio di stagnazione economica dopo un lungo periodo di crescita debole. Lo ha detto ieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco durante la lectio magistralis in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021 del Gran Sasso Science Institute de L’Aquila. «Le proiezioni per i prossimi anni, seppur circondate da un’incertezza senza precedenti, suggeriscono che in Italia il pil non recupererà il livello registrato alla vigilia dello scoppio della pandemia da Covid-19 prima della seconda metà del 2023», ha scandito il numero uno di Palazzo Koch.
  • All’auto nel 2021 un bouquet di incentivi da 750 milioni
Il parlamento ha trovato un accordo per inserire in manovra gli incentivi per far ripartire l’industria dell’automobile. Il pacchetto varrà nel complesso 750 milioni di euro e riguarderà non solo i veicoli elettrici, ma anche quelli a benzina e gasolio. Per agevolare l’acquisto di auto elettriche e ibride alla spina (cosiddette plug-in) con un extra-bonus
l’emendamento prevede anzitutto ulteriori 120 milioni che si sommano ai 370 già stanziati, portando il totale fondi per il 2021 a 490 milioni. A questi si aggiungono 250 milioni per le motorizzazione benzina e gasolio euro 6 di ultima generazione. Per queste auto il bonus sarà di 1.500 euro e sarà disponibile fino a giugno 2021. A differenza della misura contenuta nel decreto agosto, gli incentivi per i veicoli a motore termico sarà vincolato alla concessione di un ulteriore sconto da 2.000 euro da parte del venditore e soprattutto alla presenza di rottamazione di un’auto con almeno 10 anni di anzianità.  Il pacchetto comprende infine 50 milioni per sostituire progressivamente il parco veicoli commerciali, il 20% dei quali sarà destinato esclusivamente all’elettrico. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, nel 2020 il mercato auto italiano chiuderà con un calo tendenziale di immatricolazioni pari al 28%, per un totale di circa 1,38 milioni di vetture.
  • La Banca Centro Lazio cresce nel risparmio gestito 
Banca Centro Lazio spinge sul risparmio gestito, fronte su cui nell’ultimo anno ha registrato un progresso tendenziale di oltre il 40%. «In un anno come quello che abbiamo affrontato sono comprensibili incertezza e preoccupazione dei clienti per l’elevata volatilità dei mercati», dice il dg della Bcc di Palestrina, Pietro D’Anzi. Ecco spiegato il motivo per cui gli italiani «hanno parcheggiato i loro risparmi nei depositi bancari, che, a livello di sistema sono cresciuti dell’8% a 1.700 miliardi». L’istituto ha invece «provato a fare un ragionamento diverso con i clienti», nella convinzione «che si possa costruire un portafoglio ben equilibrato e diversificato che permetta buoni ritorni a patto di non esigere risultati immediati, ragionando invece su un orizzonte temporale adeguato». Per farlo, ha chiarito il banchiere, «serve riconsiderare la propensione al rischio e comprendere che i conti correnti non possono più offrire un rendimento sufficiente». In questo quadro, «i titoli di Stato possono rappresentare una componente d’allocazione finanziaria acquistati direttamente o comprati attraverso fondi bilanciati».

La diffusione del Coronavirus nell’anno in corso e le sue ripercussioni, anche per il 2021, sull’attività lavorativa di chimici e fisici, dottori agronomi e forestali, geologi ed attuari hanno indotto la Cassa previdenziale delle varie categorie professionali (l’Epap) a dare maggior spazio ai provvedimenti assistenziali, stabilendo un incremento degli aiuti di «circa il 29%», rispetto a quanto attivato nel 2020, con «un impegno di spesa pari a circa 1,43 milioni». È quel che fa sapere a ItaliaOggi l’Ente pensionistico privato presieduto da Stefano Poeta, a seguito dell’approvazione del budget per il 2021 e dell’assestamento di bilancio al 31 dicembre prossimo; il documento relativo alla prossima annualità, si legge, stima un avanzo di gestione pari a circa 12,39 milioni e un patrimonio che, a valori di mercato, supera il miliardo.
Rifinanziato l’extra bonus per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi per tutto il 2021 e un nuovo incentivo per l’acquisto di veicoli euro 6 con contestuale rottamazione di veicoli con almeno 10 anni di anzianità. Mentre sulla proroga del Superbonus del 110%, in scadenza al 31 dicembre 2021, di sicuro ci sarà la proroga a tutto il 2022. Più incerto che il governo possa impegnarsi fin da subito per il 2023. Niente risorse in più, invece, sul trasporto pubblico locale che resteranno limitate ai 200 milioni previsti nel disegno di legge di bilancio approvato dal governo.
Il 12 dicembre 2012 presentai al Cipe il programma quadro e il piano di finanziamento della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e per la messa in sicurezza del territorio italiano dal dissesto idrogeologico. Il programma individuava una regia nazionale condivisa con le Regioni; l’assunzione obbligatoria delle previsioni sul cambio climatico nella programmazione degli usi del territorio e della realizzazione delle infrastrutture; il divieto di uso dei territori vulnerabili e la rilocazione delle strutture ubicate in questi territori; la cantierizzazione degli interventi già individuati dalle Regioni; la protezione delle coste; la ricalibratura di fiumi e canali, fognature e invasi per favorire il drenaggio delle piogge intense e delle «bombe d’acqua»; la realizzazione delle «difese» da frane e alluvioni.
  • Ddl malattia professionisti, tempi accorciati
Scatta il compromesso, in commissione Giustizia al Senato, sul disegno di legge che punta ad introdurre nell’ordinamento la chance del differimento delle scadenze in caso di malattia, o di infortunio del professionista (1474): il nuovo termine per gli emendamenti è stato, infatti, fissato per l’8, e non per il 15 gennaio 2021 (come ipotizzato inizialmente, si veda ItaliaOggi di ieri). Ma, soprattutto, c’è l’impegno di tutti i componenti dei gruppi dell’organismo presieduto dal senatore leghista Andrea Ostellari a «valutare, dopo questa data, l’eventuale passaggio dell’esame in sede deliberante». Con un comunicato unitario, il centrodestra ha sostenuto che sul testo, «a prima firma del senatore di FdI Andrea de Bertoldi, è stato raggiunto un importante risultato», al confronto con la quasi certa bocciatura della «corsia veloce», preannunciata dalla relatrice, la senatrice del M5s Grazia D’Angelo. Per i parlamentari di Fdi Alberto Balboni, di Fi Giacomo Caliendo e della Lega Simone Pillo, «si vedrà, dopo l’8 gennaio, chi è al fianco dei professionisti».
  • Banche, più competenza
Amministratori e sindaci di banche e intermediari finanziari dovranno comprovare il possesso di specifiche competenze in settori come la tecnologia informatica, i sistemi di controllo interno, la gestione dei rischi e la regolamentazione nel settore bancario e finanziario. Lo prevede il decreto 169 del 23 novembre 2020 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 310 del 15 dicembre 2020, e con il quale il ministro dell’economia e delle finanze definisce i requisiti e i criteri di idoneità allo svolgimento dell’incarico degli esponenti aziendali delle banche e degli intermediari finanziari. Il provvedimento entrerà in vigore il prossimo 30 dicembre e andrà a sostituire la precedente regolamentazione risalente al 1998. Il decreto ministeriale, composto da ben 27 articoli più un allegato, individua anche i requisiti e i criteri che devono possedere gli esponenti degli istituti di moneta elettronica, dei confidi, degli istituti di pagamento, delle società di credito al consumo e delle società fiduciarie iscritte all’albo di cui all’articolo 106 tub, delineando una completa e significativa riforma della disciplina previgente, prevedendo, tra l’altro, una più marcata differenziazione tra requisiti e criteri: i primi caratterizzati, come già previsto nella normativa vigente, da elementi di oggettività e tassatività, i secondi connotati da un margine di discrezionalità più ampio e quindi in grado di cogliere in modo sostanziale la qualità degli esponenti, in particolare per quanto riguarda la loro correttezza e competenza. Oltre ai suddetti criteri di correttezza (che si aggiungono ai requisiti di onorabilità) e di competenza (che si aggiungono ai requisiti di professionalità), vengono introdotti nuovi profili di valutazione quali l’indipendenza di giudizio, l’adeguata composizione collettiva degli organi (in termini di età, genere, durata di permanenza nell’incarico), la disponibilità di tempo e, per le banche di maggiori dimensioni, limiti al cumulo degli incarichi
  • Generali punta sul cloud
Generali e Accenture hanno costituito una joint venture (Gosp, Group operations service platform) per accelerare la strategia di innovazione e digitalizzazione attraverso il cloud e le piattaforme condivise. Oltre a partecipare con una quota azionaria del 5%, Accenture metterà a disposizione di Gosp un team di 40 risorse dedicate, con know how specifico di trasformazione, change management e innovazione e con un focus su cloud, intelligenza artificiale e big data. Gosp realizzerà progetti e soluzioni per accelerare la digitalizzazione dei processi aziendali e l’adozione di un modello centrato sul cloud, in grado di migliorare la collaborazione all’interno dei diversi ambiti del gruppo assicurativo (distribuzione, direzionali e interni) anche attraverso un’infrastruttura comune e un know how condiviso. Le innovazioni introdotte, tra cui una governance più centralizzata, permetteranno di conseguire importanti risultati operativi ed economici, in particolare sinergie di costo e il miglioramento dei principali livelli di servizio, in linea con le aspettative digitali di clienti, agenti e dipendenti

corsera

  • Generali e Accenture insieme su big data e cloud
Generali e Accenture hanno costituito una joint-venture per accelerare la digitalizzazione attraverso cloud e piattaforme condivise. Oltre a partecipare con una quota azionaria pari al 5%. Accenture metterà a disposizione un team di 40 persone dedicate, con know how di trasformazione e un focus sui big data.
  • Le nomine in Ania
    Due nuovi direttori generali in Ania: sono Angelo Doni e Umberto Guidoni.

Repubblica_logo

  • “Multe e obbligo di casco” Le città si ribellano al monopattino selvaggio
La luna di miele con i monopattini è finita. Dopo una prima infatuazione, il mezzo ideale per coprire “l’ultimo miglio” e rivoluzionare la mobilità ha mostrato i suoi difetti. Così, le città, grandi e piccole, dopo essersi affrettate a fare contratti con le società per il noleggio ora chiedono una stretta sulle regole. Con un numero sempre maggiore di monopattini in circolazione (solo nei primi sette mesi del 2020 se ne sono venduti il 36% in più), gli amministratori locali si sono resi conto dei problemi: quelli noleggiati spesso sono abbandonati a caso e chi li usa non rispetta il codice della strada. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha detto che lavora «per rendere obbligatorio il casco sul monopattino a tutti, come lo è già tra i 14 e i 18 anni» e che sono in arrivo «sanzioni dure» per chi non segue le regole e posteggia a casaccio. Ferrara ha stabilito il limite massimo di sei km orari nelle aree pedonali e 25 sulla carreggiata stradale; l’obbligo di luci e giubbotti retroriflettenti e il divieto di trasporto di altre persone, oggetti o animali. Torino ha annunciato una targhetta identificativa sui monopattini in sharing per responsabilizzare i clienti e sanzioni per la circolazione e il divieto di sosta sui marciapiedi.
  • Tra Generali e Accenture joint venture nel digitale
La società di consulenza Accenture si allea con il Gruppo Generali. Lo fa acquisendo il 5% di una joint venture con cui il leader del settore assicurativo vuole «accelerare la strategia di innovazione e digitalizzazione del gruppo attraverso il Cloud e le piattaforme condivise». Lo si legge in una nota, con cui è stata annunciata la costituzione della jv Gosp-Group operations service platform. Di cosa si tratta? Accenture metterà a disposizione di Gosp «un team di 40 risorse dedicate, con know-how specifico di trasformazione, change management e innovazione e con un focus su cloud, intelligenza artificiale e big data». Le innovazioni introdotte da Gosp, permetteranno a Generali «di conseguire importanti risultati operativi ed economici, in particolare sinergie di costo e il miglioramento dei principali livelli di servizio, in linea con le aspettative digitali di clienti, agenti e dipendenti».

  • Auto, il mercato accusa una caduta del 28%
Solo una nuova stagione di incentivi potrà risollevare il mercato auto dal baratro registrato nel 2020 e accelerare la ripresa dei volumi su 2021 e 2022. Il 2020 chiuderà con una perdita di volumi pari al 28%, a quota 1,38 milioni di nuove autovetture immatricolate. La previsione è del Centro Studi Promotor guidato da Gian Primo Quagliano che stima i numeri del mercato auto nel prossimo biennio a partire dalle due variabili principali in gioco: la presenza di sostegni finanziari alla domanda e l’eventuale terza ondata di pandemia, nei primi mesi dell’anno prossimo. Nello scenario migliore, argomenta Gian Primo Quagliano, l’anno prossimo chiuderà con 1,75 milioni di autovetture immatricolate, «questo nel caso non si verificasse una terza ondata del virus, e con un piano incentivi in grado di coprire l’intero anno». Un numero che scenderebbe a 1,58 milioni qualora il piano di sostegni, come sembra emergere dall’accordo sui futuri bonus, restasse in vigore soltanto nel primo semestre. «Il 2022 potrà essere l’anno del recupero dei volumi – aggiunge Quagliano – con immatricolazioni a quota 2,2 milioni a fronte però di un nuovo piano di sostegni integrato anche dalle risorse del Recovery Found».
  • Offensiva Cattolica: pronta a chiedere 500 milioni di danni a Banco Bpm
Tempi lunghi. Dirimere la diatriba tra Banco Bpm e Cattolica per decidere il destino di Vera Vita, la joint venture tra la compagnia e la banca, richiederà parecchi mesi. Anche un anno secondo le ipotesi più pessimistiche. Questo a patto che non venga trovato un accordo tra le parti fuori dal collegio arbitrale che dovrà stabilire l’esito della vicenda. Nel mentre, però, gli avvocati di Cattolica starebbero definendo in circa 500 milioni di euro il risarcimento che la compagnia sarebbe pronta a chiedere all’istituto di credito. Insomma lo scontro pare essere ormai a tutto campo. Ma l’esito è ancora tutto da scrivere.
  • Generali accelera sul digitale