di Mauro Romano
Il 2020 è stato un anno difficile anche per il settore della cessione del quinto che a settembre scorso registrava una flessione del giro d’affari del 13%. Ma Sigla, società controllata dal fondo di private equity inglese Alchemy, prevede di chiudere l’anno con una crescita dell’erogato del 7% a 290 milioni, racconta l’amministratore delegato Vieri Bencini (ex McKinsey e Boston Consulting). La società è nella top-10 degli operatori del settore della cessione del quinto e «quest’anno confermeremo il percorso di crescita che ha visto l’azienda triplicare i volumi in sei anni rispetto ai 97 milioni del 2014», dice Bencini, aggiungendo che in questi mesi a crescere sono stati soprattutto gli agenti (120 operatori e 230 sub-agenti) e i canali diretti, che stanno registrando un aumento dei volumi del 40%. «Il nostro modello commerciale per i prossimi 5 anni sarà basato su internet e prossimità, con forti investimenti tecnologici in digitalizzazione dei processi e automatizzazione delle interazioni su web e social, ma tutti i contatti vengono poi passati alla rete degli agenti». La semestrale è stata positiva per Sigla con un risultato operativo pro-forma di 1,8 milioni e il settore della cessione del quinto sembra in grado di resistere alla crisi della pandemia meglio delle altre forme di finanziamento. «E’ la struttura del prodotto della cessione del quinto, attivo da 70 anni, che fa la differenza», segnala Bencini, ricordando che lo strumento prevede l’avvio automatico della sospensione delle rate quando il lavoratore va in cassa integrazione per una percentuale superiore al 30%. Due le incognite che pesano però sul comparto. La prima riguarda i sinistri che si potranno registrare a marzo 2021 con la fine del blocco dei licenziamenti. La seconda è la sentenza europea Lexitor, che ha aumentato l’importo delle spese da restituire in caso di rimborso anticipato del finanziamento. «Per quanto riguarda il primo punto, le posizioni di lavoratori in cassa integrazione sono circa un migliaio rispetto alle 50 mila in essere, con un impatto quindi molto limitato», sottolinea Bencini, mentre per quanto riguarda la sentenza «abbiamo iniziato a fare accantonamenti straordinari che penalizzeranno il risultato 2020 in modo da affrontare con serenità il futuro; se i tribunali dichiareranno la sentenza Lexitor inapplicabile porteremo a provento le risorse accantonate. Rimaniamo positivi sul futuro, siamo aperti ad investimenti e valutiamo potenziali acquisizioni», conclude Bencini. (riproduzione riservata)
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