di Francesco Ninfole
Il Comitato di Basilea ha colmato un buco della regolamentazione bancaria introducendo normative specifiche per le cartolarizzazioni di crediti deteriorati. Lo strumento è stato utilizzato in passato soprattutto in Italia per pulire i bilanci delle banche. In futuro l’uso potrebbe aumentare in tutta Europa per far fronte all’incremento dei non-performing loans come conseguenza della pandemia. Le regole di Basilea potranno avere un impatto immediato su quelle Ue, in discussione proprio in questi giorni. Le banche temono aggravi patrimoniali e penalizzazioni per il divieto di utilizzare i modelli interni per valutare il rischio dei portafogli di npl.
Il Comitato di Basilea ha sottolineato di aver varato una normativa meno stringente di quella proposta in consultazione: è stata confermata per i bilanci bancari una ponderazione patrimoniale minima del 100% per la parte senior (in presenza di uno sconto di almeno il 50% rispetto al nominale degli npl), ma è stata data la possibilità di scendere sotto questo livello in caso di impiego di rating esterni. Tuttavia la disciplina secondo le banche è ancora troppo severa, considerando lo sconto sui valori lordi degli npl e la presenza di tranche junior e mezzanine che riducono i rischi per la parte senior. Gli istituti vorrebbero continuare a usare modelli interni invece che rating esterni (a pagamento). I regolatori internazionali di Basilea hanno chiesto che la normativa sia applicata entro il 2023.
L’introduzione della disciplina in Europa potrebbe essere rapida. Anche la Commissione Ue ha proposto nei giorni scorsi una ponderazione minima del 100% (si veda MF-Milano Finanza del 25 settembre). I negoziatori del Consiglio aspettavano la posizione di Basilea, a cui potrebbero ora adeguarsi. Oltre alla questione dei modelli interni, le banche e l’Abi spingono per un’introduzione graduale e ritengono che la ponderazione del 100% debba essere ridotta, dato che già oggi è di fatto utilizzata (in particolare quando le rettifiche sugli npl sono superiori al 20%). La creazione di un floor sarebbe un problema anche per gli altri segmenti non senior. Un’altra questione riguarda invece il rating necessario per le copertura attraverso derivati dei prestiti cartolarizzati: al momento si prevede un rating che escluderebbe le banche italiane. La posizione di Basilea potrebbe però rendere più difficili eventuali modifiche. Per l’ok finale alla normativa servirà un accordo tra Parlamento e Consiglio Ue. In ogni caso le regole non riguarderanno le cartolarizzazioni con Gacs, che hanno una ponderazione zero grazie alla garanzia statale.
«Le cartolarizzazioni di esposizioni deteriorate sono uno strumento utile per gli istituti di credito per ridurre i coefficienti di npl, trasferendo al contempo il rischio fuori dal settore bancario. Il quadro normativo dovrebbe facilitare questo processo», ha rilevato la Bce in un parere ufficiale a fine settembre. Secondo Francoforte «un elemento importante è assicurare che le posizioni risultanti dalla cartolarizzazione siano soggette ad appropriate ponderazioni del rischio». La ponderazione del rischio pari al 100% è stata comunque giudicata dalla Bce «un buon compromesso tra sensibilità al rischio e semplicità». Ieri ieri intanto il Ghos (Group of Central Bank Governors and Heads of Supervision), l’organo di supervisione di Basilea, ha ribadito l’invito a «un approccio coordinato» sulle regole bancarie globali post-pandemia. (riproduzione riservata)
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