Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La previdenza complementare costituisce sempre più un supporto prospettico per compensare l’ampliamento del tasso di sostituzione che si genererà tra ultime retribuzioni e copertura offerta dal sistema obbligatorio di appartenenza. Come se non bastasse già la previsione di base, va considerato l’effetto riduttivo che verrà prodotto dal pil, in virtù delle conseguenze economiche della pandemia, ricordando che questo indicatore costituisce il fattore di rivalutazione del monte contributi versati nel metodo di calcolo contributivo. Su tale profilo va riportata l’apertura del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo a presentare un progetto di legge per sterilizzare l’impatto di un pil negativo.
Saradanaio Bi-Fuel è un nuova polizza multiramo di Sara Vita, un piano di accumulo basato su premi unici ricorrenti con possibilità di versamenti aggiuntivi. La polizza prevede anche una prestazione potenziata in caso di morte, oppure una prestazione di invalidità totale e permanente da malattia e infortunio e bonus di fedeltà, riconoscibili solo se il contraente rispetta il piano di versamenti programmato. Dal punto di vista finanziario la polizza è collegata alla gestione separata Fondo Più e ai due fondi interni Sara Obbligazionario e Sara Azionario, attraverso tre combinazioni di investimento (base, bilanciato e libera) scelte al momento della sottoscrizione. In questa sede si prende in esame la combinazione bilanciato, che prevede che il 40% del capitale venga conferito nella gestione separata e la rimanente quota negli altri due fondi interni. Il prodotto è adatto ad assicurati con un’età massima di 75 anni e il contratto si compone di un piano di versamenti ricorrenti da corrispondere ad ogni anniversario annuo dalla sottoscrizione. Date in cui il contraente può scegliere di indicizzare il premio di una percentuale che varia dall’1% al 5%. Il premio unico ricorrente deve essere di almeno 1200 euro annui, che scendono a 500 euro per i versamenti aggiuntivi. È prevista una durata pagamento premi di 10, 15 o 20 anni. La prestazione caso vita è data dalla somma della componente rivalutabile investita nella gestione separata e della componente unit linked prima indicata.
Helvetia Multiattiva Style è un prodotto d’investimento assicurativo di tipo multiramo a premio unico, con possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi. Si tratta di una scelta che contempla una linea di investimento di tipo unit linked affiancata da una componente in gestione separata che mira a dare stabilità. Il primo fattore consente di investire in uno dei quattro fondi interni messi a disposizione (fondo Conservativo, Sviluppo, Opportunità e Stabilità Arca), mentre il secondo elemento è una linea rivalutabile legata alla gestione separata Remunera Più. In fase di sottoscrizione il contraente può investire da un minimo del 10% e un massimo del 50% nella gestione separata e di conseguenza il range dei fondi interni è minimo 50% e massimo 90%. Le percentuali scelte di ripartizione del premio unico tra gestione separata e unit linked non saranno più modificabili, ma sarà possibile modificare la scelta del fondo interno attraverso switch. La soluzione presa in esame in questo caso ipotizza una equiripartizione dei premi nelle due componenti appena indicate, con scelta del fondo interno definito Conservativo.
Nemmeno il sistema previdenziale è indenne dalle difficoltà della crisi causata dalla pandemia. E una strada per il rilancio del settore, come è emerso anche dall’ultimo convegno di Intinerari Previdenziali, passa anche attraverso un nuovo semestre di silenzio assenso per incentivare le adesioni. Il tavolo aperto da governo e sindacati sulle pensioni prima della seconda ondata ha già iniziato a discutere sull’apertura di una finestra di adesione automatica (sul modello di quella del 2007) per aumentare il risparmio previdenziale degli italiani (si veda altro servizio a pag. 41). E in questo contento c’è un tema che in prospettiva diventa cruciale ed è quello dell’educazione finanziaria. Trascurare la necessità di costruire una pensione di scorta in un sistema come quello italiano, ormai retributivo e in presenza di un requisito di vecchiaia che ha raggiunto i 67 anni, può costare caro.
Nel settore assicurativo c’è in ballo una montagna da 4,4 miliardi di euro di dividendi. Denari congelati che in questi mesi sono andati a rimpolpare il patrimonio delle compagnie che operano in Italia, come fieno in cascina utile ad affrontare tempi difficili. Ma ora, visti i buoni risultati dei primi nove mesi del 2020 e alla luce degli alti indici di solvibilità del settore, diverse assicurazioni sarebbero ben desiderose di liberare quelle risorse per dare soddisfazione ai rispettivi azionisti. Il 12 novembre sia Unipol sia Generali saranno chiamate per esempio ad approvare il bilancio dei primo nove mesi e dovranno tornare sul tema cedole che era stato affrontato solo parzialmente nei mesi scorsi.
Banche e assicurazioni hanno in cassa oltre 10 miliardi congelati dalle authority Ue. Se Bce ed Eiopa li sbloccheranno, il rendimento di Intesa può arrivare al 15%, Generali al 16%, Mediolanum al 14%. C’è un tesoro nascosto a Piazza Affari, la montagna dei dividendi accantonati da istituti di credito, assicurazioni e gestori di patrimoni. Mediobanca stima si tratti di 6,2 miliardi di cedole sospese nel 2020 e relative ai profitti dell’anno precedente, in attesa di essere liberati a breve dalle authority europee, che li hanno tenuti fermi per ragioni di cautela legate alla pandemia.
Tecnicamente si chiama clausola del change of control. Si tratta di una condizione di tutela che scatta nel caso in cui il partner con cui si firma un accordo dovesse cambiare azionista. Clausola che, secondo quanto risulta a MF -Milano Finanza, Cattolica Assicurazioni e Banco Bpm hanno firmato a novembre del 2017, quando hanno dato avvio alla partnership bancassicurativa, con un accordo distributivo destinato a scadere nel 2032 e la vendita di una partecipazione del 65% di Avipop Assicurazioni e Popolare Vita (poi ribattezzate Vera) alla compagnia di Verona per circa 763 milioni. In quell’occasione i due partner hanno deciso di prevedere appunto un accordo che li tutelasse entrambi in caso nuove nozze e che ora rischia di limitare un’eventuale crescita nel capitale di Cattolica da parte di Generali Italia che oggi detiene il 24,4% della compagnia dopo avere sottoscritto 300 milioni dell’aumento di capitale chiesto da Ivass a Verona.
Se l’inizio di campionato non è stato tra i più favorevoli, con risultati altalenanti che relegano la squadra a ridosso della zona retrocessione, il Genoa può quanto meno guardare al futuro con maggiore serenità grazie a un finanziamento da 10 milioni di euro in rampa di lancio, liquidità che il club di Enrico Preziosi intende sfruttare in particolare per ristrutturare il settore giovanile e rafforzare così le fondamenta in attesa di tempi migliori. La controparte che pochi giorni fa ha erogato il prestito è stata Banca Mediolanum, che con questa operazione anticipata a MF-Milano Finanza mette per la prima volta ufficialmente piede nel mondo della palla a spicchi. «Le società calcistiche sono fortemente capital intensive, con un indotto occupazionale importante, ma spesso hanno la necessità di ottenere tempi più dilatati per onorare gli impegni», spiega il direttore generale dell’istituto, Gianluca Bosisio. La linea concessa al Grifone costituisce anche il secondo finanziamento (il primo, a fine agosto, fu erogato a favore di Ica Foods, nota per il marchio degli snack salati Crik Crok, per un valore di 5 milioni di euro) stanziato da Mediolanum con l’assistenza delle garanzie Sace. Su questo fronte, l’istituto di Basiglio ha in esame ulteriori operazioni che dovrebbero vedere la luce entro fine anno. «Un paio, ad esempio, potrebbero riguardare alcuni grandi alberghi», racconta il top manager, a sostegno dunque del settore ricettivo che è uno di quelli messi più a dura prova dalla pandemia.
- Allianz, l’utile trimestrale aumenta a 2,06 miliardi
Allianz ha realizzato nel terzo trimestre una crescita dei profitti nonostante la leggera diminuzione del fatturato. L’utile netto è ammontato a 2,06 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,95 mld dello stesso periodo del 2019. L’utile operativo è passato da 2,98 a 2,91 miliardi. Nei nove mesi il dato è sceso a 7,78 miliardi dai 9,1 mld di gennaio-settembre 2019 a causa della pandemia. Nel trimestre il fatturato è sceso da 33,4 a 31,4 miliardi. Allianz ha annunciato che, alla luce delle incertezze economiche, annullerà il programma di buyback sospeso in precedenza e non effettuerà la restante parte per 750 milioni di euro
- Cimice asiatica, 110 milioni in indennizzi ai frutticoltori
La Conferenza stato-regioni ha raggiunto l’intesa sul decreto proposto dal Mipaaf che dispone le regole per l’erogazione degli indennizzi ai frutticoltori delle regioni del Nord Italia, danneggiati dalla infestazione parassitaria di cimice asiatica nel 2019. Nel complesso, sono disponibili 110 mln di euro di cui 80 stanziati con la legge di Bilancio 2020, a cui ha fatto seguito un supplemento di 30 mln di euro reperiti attraverso il cosiddetto decreto Rilancio (n. 34/2020), varato in primavera, in risposta all’emergenza da Covid-19. Lo stanziamento complessivo così costituito sarà utilizzato per finanziare i risarcimenti da erogare a favore dei frutticoltori che hanno presentato domanda alle rispettive regioni e le cui domande sono state favorevolmente istruite ed accolte. Il Mipaaf ha reso noto che i primi 70 mln saranno trasferiti alle regioni entro fine anno. La seconda tranche di 20 mln sarà attribuita a febbraio 2021 e la parte rimanente di 20 mln sarà trasferita nel febbraio del 2022. Pertanto, entro l’inizio del prossimo anno le regioni potranno procedere alla erogazione dei risarcimenti a favore delle imprese considerate ammissibili, tenuto conto che per l’accesso alle indennità è necessario superare la soglia di danno del 30% a livello aziendale
- Banca Mediolanum, a ottobre raccolta per 404 milioni
Banca Mediolanum a ottobre ha registrato una raccolta netta positiva per 404 milioni di euro, per un totale da inizio anno che raggiunge i 6,21 miliardi. Questo dato « riflette, per la parte gestita, un approccio graduale all’investimento da parte dei nostri clienti attraverso piani di accumulo e servizi quali il Double Chance e l’Intelligent Investment Strategy che consentono un’esposizione progressiva ai mercati», ha spiegato in una nota l’amministratore delegato Massimo Doris
- Copasir: le Generali restino italiane, presenza francese crescente in finanza
C’è un «rischio strategico e di rilievo per l’interesse nazionale» se Assicurazioni Generali fosse ceduta ad Axa, il colosso internazionale francese delle polizze. Dietro la relazione pubblicata ieri del Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) sulla tutela degli asset finanziari nazionali c’è una parola-chiave: «vulnerabilità». Alta oggi più che mai. Assicurazioni Generali «possiede 63 miliardi di euro di titoli» ma con l’acquisizione del Leone di Trieste Axa «arriverebbe a detenere complessivamente 85,5 miliardi di euro di titoli italiani, pari al 3,5 per cento di tutto il debito pubblico italiano». La minaccia francese, ma anche cinese e russa, sul sistema bancario e assicurativo, sta diventando molto seria.
- BancoBpm, il dossier Cattolica spunta tra le carte per il risiko
L’esercizio della clausola di change of control. È questa l’opzione sul tavolo di BancoBpm e Cattolica per regolare l’intesa nella bancassurance siglata tra l’istituto e la compagnia nel 2017 e che ha portato alla costituzione di Vera Vita e Vera Assicurazioni. Nell’accordo firmato tra i due partner è infatti presente la possibilità in capo all’istituto guidato da Giuseppe Castagna di far valere quella clausola nel caso in cui un soggetto bancario dovesse prendere il controllo del gruppo assicurativo. E Generali, che con il recente aumento di capitale è salita al 24,4% di Cattolica, potrebbe essere ritenuto tale nella misura in cui ha nel proprio perimetro Banca Generali. Parimenti, se BancoBpm dovesse venir acquistata da un assicuratore la stessa cosa potrebbe fare Cattolica. Certo non è una clausola che si può far scattare ora. Tuttavia, almeno in prospettiva, l’intesa pare destinata a diventare tema di confronto tra le parti.
- Allianz, nel trimestre utili oltre le attese a 2,1 miliardi
Allianz soffre l’impatto Covid ma chiude un terzo trimestre sopra le attese degli analisti. I ricavi sono scesi del 6% a 31,4 miliardi, l’utile netto a 2,06 miliardi è cresciuto del 5,9% grazie al maggiore risultato degli investimenti non operativi. Allianz ha inoltre annullato il suo programma di riacquisto di azioni proprie che aveva sospeso all’inizio dell’anno a causa della pandemia. Sui conti dei 9 mesi si riflette l’effetto Covid, con ricavi in calo dell’1,9% a 104,9 milioni, utile operativo in calo del 14,6% a 7,7 miliardi e utile netto in calo del 17,6% a 5 miliardi.
- Anima, profitti in crescita e occhi sulle aggregazioni
Anima resiste all’impatto di Covid-19. Nei primi nove mesi 2020 il gruppo attivo nel settore del risparmio ha infatti visto aumentare rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente i ricavi (+5% a 267,3 milioni di euro) e l’utile netto (+1% a 103,3 milioni). «In un anno così pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria a livello mondiale, i risultati continuano a dimostrare l’importante resilienza del gruppo», ha sottolineato Alessandro Melzi d’Eril, ad di Anima Holding, prima di rilanciare sul tema del riassetto nell’industria del risparmio italiana.
- Più indipendenti nei Cda delle società quotate