Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Nel web bazar si vendono e si comprano carte di credito, credenziali bancarie, passaporti. E non solo. Se si vuole commissionare un attacco internet si può scegliere il livello di efficacia distruttiva: il listino contempla aree geografiche preferite e ci sono opzioni per i vari portafogli. Però qualcuno può essere interessato a dati sanitari e anche in questo caso non è un problema: nel web oscuro si trova anche questo. Oppure, ancora, si può desiderare di avere un pacchetto completo di una identità da spendere nelle relazioni sul web e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tutto questo si trova nel «dark web» (per distinguerlo dal clear web) e, più, in fondo nel deep web. Siamo di fronte a mondi virtuali paralleli che al momento non sono intimoriti dalle leggi e dalle autorità e che provocano danni all’economia planetaria per un importo stimabile in 6 mila miliardi di dollari nel 2021. Per avere una panoramica completa e anche più listini organizzati per fascia di prodotto si può consultare https://www.privacyaffairs.com/dark-web-price-index-2020/. In questa pagina web si può trovare un’analisi dei prezzi del dark web, aggiornata a ottobre 2020, con categorie che vanno dalla carta di credito clonata al conto Paypal, hacking di profili social network, malware e attacchi DDOs destinati a interrompere servizi web. La privacy è messa a dura prova se il web, sotto la punta dell’iceberg, è una giungla in cui i dati personali sono solo merce di scambio.
Non spiattellare i dati sul web; non sfruttare l’anonimato per offendere; aggiornare l’antivirus e stoppare la geolocalizzazione. Sono alcuni dei consigli per gestire al meglio la propria vita sui social network stilati dal Garante della privacy, consigli che fanno appello all’interessato e alla sua diligenza. In sostanza per diminuire i pericoli della rete e per non andare a finire nel girone del dark web bisogna agire con buon senso e aiutarsi da soli, con un comportamento prudente e diligente. Vediamo, dunque, le dieci regole d’oro consigliate dal Garante della privacy.
- Milano: 10 miliardi i danni da pandemia
Milano, come tutte le metropoli genera ricchezza attraendo visitatori. Di giorno la metropoli raddoppia le presenze perché tra lavoratori pendolari, turisti, persone in viaggio d’affari, entrano 1,7 milioni di persone. A metà ottobre ce n’erano già 747 mila in meno. L’Italia quest’anno produrrà 180 miliardi di ricchezza in meno, e di questi circa 23 saranno dovuti al mancato contributo dell’area metropolitana milanese. D’altra parte la pandemia è spietata con il macrosettore dei servizi. Mettendo insieme fiere, eventi, alberghi, shopping di abbigliamento, pubblici esercizi, la perdita stimata di fatturato tra febbraio 2020 e febbraio 2021 supera i 10 miliardi. Si va oltre gli 11 miliardi aggiungendo il settore degli spettacoli. Nel 2019 le 33 mila stanze degli hotel di Milano costavano in media 125 euro a notte al netto dell’Iva, ed erano occupate al 75%. Per il 2020 Federalberghi stima 100 euro a notte e solo il 20% delle stanze sarà venduto. La perdita è di 1,5 miliardi. Fiera Milano spa, controllata da Fondazione Fiera Milano in cui sono rappresentati Regione, Comune e associazioni delle imprese è passata da 5,4 euro per azione di fine febbraio ai 2,1 di venerdì scorso. Secondo Francesca Golfetto, esperta del settore fieristico, il volume d’affari generato a Milano dalle fiere è di 3 miliardi. A fine anno il 70% mancherà all’appello: circa 2,1 miliardi. Milano è la città della moda: Secondo la stima di Federmoda-Global Blue, i mancati acquisti di abbigliamento degli italiani e dei turisti sta producendo una perdita su Milano di 3,7 miliardi, e in città sono a rischio chiusura 350-400 punti vendita su oltre 2500. Lockdown e coprifuoco hanno sacrificato anche i pubblici esercizi. Per l’anno che va da febbraio 2020 a febbraio 2021 Fipe Confcommercio stima a Milano 1,9 miliardi di fatturato in meno.
L’eterno tema delle pensioni, se ne parla da oltre 40 anni, torna prepotentemente alla ribalta perché quota 100 scade e occorre pensare a cosa fare. Sarebbe necessario, come più volte abbiamo evidenziato, procedere ad una revisione sia della eccessivamente rigida riforma Fornero sia del «liberi tutti» di quota 100 ma in modo se non definitivo almeno per i prossimi dieci anni. Ma perché il sistema pensionistico sia sostenibile nel tempo occorre anche un insieme di politiche attive che generi un rapporto demografico attivi/pensionati almeno sopra 1,5. Stando alle anticipazioni che circolano in questi giorni per entrambi gli obiettivi si pensa a proposte provvisorie e al rinvio di decisioni; insomma ancora «toppe» per mancanza di coraggio. E di provvedimenti tampone ce ne sono stati tanti negli ultimi 12 anni: si pensi alle otto salvaguardie per correggere gli eccessi della Fornero, le prime due realizzate proprio dal governo Monti. Poi una serie di fantasie italiche come opzione donna, precoci, lavori faticosi, ape sociale, lavori gravosi e infine quota 100.
Martedì scorso, 20 ottobre, alle Generali si è svolta una conferenza virtuale che segna il lancio di una campagna di sensibilizzazione interna al gruppo assicurativo, multinazionale presente in 50 Paesi con 70 mila dipendenti. La campagna si inserisce nell’ambito delle iniziative strategiche costruite negli ultimi 5-6 anni sull’ampio tema «diversità e inclusione», per promuovere una cultura che valorizzi differenti background culturali, combatta ogni forma di discriminazione e favorisca la diversità a tutti i livelli. Nel caso specifico, nella videoconferenza alla quale hanno partecipato 300 dipendenti e top manager, primo nucleo del gruppo di interesse destinato a crescere, Generali si è impegnata a promuovere al proprio interno l’inclusione e valorizzazione della comunità Lgbtqi+ e dei suoi alleati.
Dopo la pandemia più della metà dei connazionali preferisce le quattro ruote con un balzo del 22,5% rispetto al 2019 indotto dai timori sanitari. La sensibilità ambientale però è sempre viva: un terzo dei cittadini sarebbe disponibile a passare a un modello ibrido
La paura del virus sta cambiando la vita degli italiani. E la mobilità è tra le protagoniste di una rivoluzione delle abitudini. Secondo un studio dell’Osservatorio mobilità e sicurezza di Conti-ental (su un campione di 2.500 persone) più di un italiano su due (56,7%) sceglie di spostarsi in auto perché la ritiene il mezzo più sicuro (66,6%). Un dato significativo perché segna un incremento sensibile (22,5%) rispetto a un anno fa.
- Pensioni di scorta: ci pensa solo 1 su 4
Tra la popolazione attica, solo 23 italiani su 100 stanno mettendoda parte dei risparmi per integrare la propria pensione. Pochi presidenti che, nonostante la loro lungimiranza, comunque non stanno facendo abbastanza: si iscrivono tardi, versano poco e alla fine preferiscono ritirare il capitale in un’unica soluzione piuttosto che ottenere una rendita vitalizia. Un quadro preoccupante, soprattutto considerando che l’assegno pensionistico di primo pilastro (quello pubblico, per intenderci) è destinato a crollare sertiginosamente. Sono le principali esidenze di un progetto di ricerca realizzato da Moneyfarm in collaborazione con Progetica
- Una ripresa da 650 mila euro
Assimoco, prima compagnia assicurativa italiana ad acquisire la qualifica di società Benefit, ha presentato il bando IdeeRete, che stanzia 650 mila euro per sostenere la ripresa del tessuto sociale ed economico dei territori più colpiti dall’emergenza sanitaria. «È importante porre attenzione agli impatti che la pandemia ha provocato su quattro forme di capitale, necessarie per contribuire al benessere di un’area economica e garantire la sostenibilità del suo sviluppo in chiave intergenerazionale: capitale finanziario, umano, sociale e naturale», ha spiegato Ruggero Frecchiami, direttore generale del gruppo Assimoco. Il bando, scaricabile dal sito www.bandoideerete.assimoco.it, intende realizzare progetti finalizzati alla transizione verde, alla trasformazione digitale, alla tutela della salute e alla lotta alla povertà. Possono partecipare al bando, entro e non oltre il 28 febbraio 2021, enti profit, non profit e startup.
La nostra spesa per la previdenza è pari al 17% del PIL, mentre la media europea si ferma al 13%. Le cose miglioreranno solo dal 2045, con il contributivo per tutti. Intanto anche la previdenza integrativa rischia di finire in crisi. Un quinto degli iscritti alle casse private non sta versando i contributi mentre la liquidità sui conti correnti continua a crescere. Abbiamo paura ma ci manca la visione prospettica. Senza risparmi aggiuntivi per le prossime generazioni non ci sarà adeguata protezione della vecchiaia. Ecco cosa si può fare informando di più e spingendo tutte le formule private con nuove agevolazioni fiscali
- Oltre la città connessa più servizi (e per tutti)
Chi l’avrebbe detto che sarebbe stata proprio l’entità biologica più basica, arcaica ed elementare che conosciamo a proiettarci nel futuro. Un semplice aggregato di proteine è stato capace di cambiare nel giro di pochi mesi contemporaneamente sia gli scenari geopolitici globali che gli usi e costumi di ogni singolo cittadino. Dal lavoro alla mobilità, dalla scuola ai consumi passando ovviamente dalla sanità, un virus ha messo in discussione il dogma della globalizzazione. E se, in attesa di un vaccino, il distanziamento sociale è l’unico strumento a disposizione per scongiurare un nuovo lockdown, allora la strada è la digitalizzazione spinta della nostra Weltanschauung. Per dirla con Aldo Bonomi, sociologo, fondatore del consorzio Aaster ed esperto di dinamiche territoriali urbane ed extra-urbane, «il Covid ci riporterà al modello rinascimentale, all’Italia delle 100 città e al rapporto stretto tra città e territorio. Si ridisegneranno gli spazi urbani ma anche le reti, i trasporti, le piattaforme produttive, con uno spostamento dal centro alla periferia che ci cambierà la vita».
- Le aziende top dove lavorare
I risultati del supersondaggio di Statista su oltre 400 imprese di tutti i settori. Per il settore Banche e Assicurazioni Allianz in seconda posizione, seguita da Axa. Generali in ottava posizione seguita da Helvetia e Alleanza Assicurazioni. In 13° posizione Reale Mutua
- I furti e le rapine crollano con il virus ma più reati sul web
Dimezzati i furti, in particolare scippi e borseggi. Rapine ridotte di un terzo, con flessioni oltre il 50% per quelle in banca o negli uffici postali, chiusi al pubblico nei mesi di lockdown. Il database interforze sull’attività criminale, gestito dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, registra un calo in media del 25,9% dei delitti commessi e denunciati durante i primi sei mesi del 2020. Un risultato atteso, conseguenza diretta delle limitazioni agli spostamenti imposte dall’emergenza sanitaria, che si riflette soprattutto sui reati predatori. A fornire al Sole 24 Ore la fotografia dei crimini commessi nei primi mesi in cui l’Italia è stata colpita dal Covid-19, insieme alle statistiche su base provinciale relative alla delittuosità rilevata nel 2019 (si vedano le tabelle e l’articolo in basso), è il servizio di analisi criminale che fa capo alla direzione centrale della Polizia criminale del prefetto Vittorio Rizzi. Furti di identità digitale, frodi informatiche, clonazioni di carte di credito e altre forme di reato online si sono tradotte nei primi sei mesi di quest’anno in una media di 52 denunce al giorno per crimini informatici. A cui si aggiungono 589 truffe e frodi informatiche denunciate in media ogni giorno.
- Obiettivo pensione: sette vie d’uscita dal lavoro nel 2021
Proroga di opzione donna e Ape sociale, ampliamento del contratto di espansione alle aziende con 500 dipendenti (non più mille) e conferma dell’accompagnamento all’uscita dei lavoratori per sette anni (non solo 4) con l’isopensione «Fornero». Sono questi alcuni ingredienti del pacchetto previdenziale allo studio in vista della manovra economica per il 2021. Sullo sfondo, ci sono due elementi molto rilevanti: l’uscita di scena di «Quota 100», un anticipo della pensione che il precedente Governo aveva introdotto in via sperimentale solo per tre anni, dal 2019 al 2021, e la probabile fase di ristrutturazioni aziendali che potrebbe arrivare in seguito all’impatto economico della pandemia di Covid-19. Questo potrebbe incentivare dunque le uscite di lavoratori senior, anche con strumenti che prevedono una maggiore partecipazione economica delle aziende.
- Banche e assicurazioni: per i compensi variabili si va verso il rinvio
Un discorso autonomo, sugli incentivi, va dedicato ai datori di lavoro dei servizi finanziari e assicurativi, soggetti a vigilanza regolamentare. Nell’esercizio dei poteri di vigilanza e nell’ottica di assicurare al mercato una gestione prudenziale dei servizi svolti dai soggetti vigilati, Banca d’Italia e Ivass hanno emanato raccomandazioni sulla scia delle indicazioni dei regolatori europei che, con diverse sfumature, incidono sulla politica di remunerazione. In linea con le indicazioni della Banca centrale europea, con la raccomandazione del 27 marzo 2020 (rinnovata il 28 luglio) Banca d’Italia ha raccomandato alle banche less significant (ovvero le banche che non soddisfano i requisiti di significatività previsti dal meccanismo unico di vigilanza e che nella sostanza sono banche con attività inferiori ai 30 miliardi di euro) e alle società di intermediazione mobiliare soggette alle regole dei regolamenti e direttive europee sui requisiti di capitale, di «adottare un approccio estremamente prudente fino al 1° gennaio 2021 anche con riferimento alle politiche relative alla remunerazione variabile» con invito espresso a «considerare un incremento delle percentuali e dei periodi di differimento della componente variabile o un maggiore utilizzo di strumenti finanziari in luogo del contante». Ivass in modo molto più netto ha invece chiesto alle impresse assicurative di «non obbligarsi a corrispondere la componente variabile della remunerazione agli esponenti aziendali» sino al 1° gennaio 2021, con la propria raccomandazione del 30 luglio 2020.
- Aviva France: la Macif, Generali e HVAC in lizza
Le discussioni tra il gruppo Aviva e il tandem Allianz e Athora per l’acquisizione degli affari
in Francia stanno giungendo al termine alla fine del mese.
Macif si è già posta come alternativa, mentre prende posizione anche il CVC Capital Partners in collaborazione con Generali