Il Gruppo Assimoco haprorogato lo smart working fino al 31 dicembre 2020 per gli oltre 400 collaboratori. Operativa sin dall’inizio dell’emergenza, la modalità di lavoro smart ha consentito al 100% delle persone di svolgere con efficacia le attività lavorative, garantendo la sicurezza di tutto il personale.
Per valutare l’utilizzo del lavoro da remoto durante il periodo di emergenza Covid –19 e raccogliere le riflessioni dei colleghi, la Compagnia ha realizzato un’indagine interna a cui hanno risposto 391 persone su 424 invitate, con un tasso di redemption del 92%. Numeri alla mano, il 98% dei rispondenti ha dichiarato di aver lavorato sempre da remoto durante l’emergenza e il 100% ha affermato di essere riuscito a svolgere le proprie attività lavorative, anche attraverso nuove modalità e processi.
L’esperienza di lavoro da remoto è complessivamente molto positiva (voto medio sopra l’8), con particolare riferimento agli ambiti di fiducia capo-collaboratore, responsabilizzazione su obiettivi e risultati, e autonomia nello svolgimento delle proprie attività lavorative.
I limiti evidenziati sono legati alla necessità di documentazione cartacea o di incontri con i partner, oltre a un senso di iperconnessione al lavoro e una difficoltà nel conciliare le esigenze professionali e personali. D’altro canto, è stato riscontrato un generale miglioramento della concentrazione individuale e dell’efficacia lavorativa.
Osservando i dati emerge anche che il 96% dei collaboratori ha valutato positivamente l’impatto dell’estensione delle giornate in smart working sulla propria efficacia lavorativa, tant’è che 8 persone su 10 aumenterebbero la frequenza di utilizzo del lavoro da remoto rispetto alla situazione precedente all’emergenza (stabilita in uno o due giorni a settimana). Dai commenti dei collaboratori del Gruppo Assimoco emerge che 3 giorni a settimana potrebbero rappresentare l’evoluzione auspicata dell’attuale modello di smart working.
In attesa del ritorno presso la sede di Milano, la Compagnia ha messo a punto un piano di rientro che garantisce, in maniera graduale e sicura, la ripresa della vita aziendale e la sperimentazione dei presidi e delle regole che restano necessarie per la tutela della sicurezza. I punti cardine del piano di rientro, studiato con i Responsabili della Sicurezza e il Medico Competente, e condiviso e validato dalle Rappresentanze sindacali, consistono nella volontarietà, in modo tale che l’ingresso in azienda sia riservato a coloro che volontariamente intendono riprendere anche parzialmente l’attività presso le sedi, nella tutela della salute e nella gradualità (con l’accesso di un numero massimo di 70 colleghi con l’idea di arrivare a fine anno a un numero massimo di 170 persone). Sarà poi garantito un criterio di proporzionalità (le autorizzazioni agli accessi saranno strutturate in modo da garantire un equo criterio di distribuzione e proporzionalità tra le diverse aree di governo grazie anche a uno strumento informatico che potrà supportare la prenotazione per l’ingresso e l’assegnazione della scrivania) e creato un nuovo Layout. In particolare, la sede del Gruppo, presso il Centro Leoni, in via Spadolini, sarà completata da supporti “Smart” e funzionali che aiuteranno tutti i collaboratori a ricordare le norme di sicurezza, a trovare la postazione di lavoro, e a mantenere alta l’attenzione per tutelare la salute di tutti.