di Luisa Leone
Il governo ha probabilmente sottostimato l’effetto Pir Alternativi, almeno secondo i tecnici del Senato, che guardano alla misura dal versante delle possibili minori entrate fiscali. Nel dossier del servizio del Bilancio di Palazzo Madama sul decreto Agosto si legge che la portata del previsto incremento della soglia di investimenti detassabili (esenzione dal prelievo sui capital gain) da 150 mila a 300 mila euro andrà chiarita sotto diversi profili. Innanzittutto nel documento si sottolinea che per i Pir Alternativi (i quali secondo le stime dell’esecutivo dovrebbero raccogliere 4,5 miliardi quest’anno e 5,6 il prossimo) è stata indicata una platea di possibili sottoscrittori pari al 50% di quella dei Pir tradizionali, ma senza spiegare su che cosa si basa questa elaborazione. Ancora: «Non si dà riscontro circa un possibile effetto sostituzione tra Pir-Pmi (così vengono chiamati nel dossier i Pir Alternativi, ndr) e Pir tradizionali, che potrebbero amplificare l’impatto in termini di minor gettito dovuto alle agevolazioni fiscali». Soprattutto perché la norma è pensata proprio per soggetti con una maggiore capacità patrimoniale e, secondo i tecnici del Senato, a cavalcare di più su questi strumenti potrebbero essere proprio gli investitori istituzionali «nazionali ed esteri». Il ragionamento è che il confronto con i Pir tradizionali non avrebbe dovuto essere fatto tanto sulla numerosità dei piani d’investimento quanto sui valori complessivi potenzialmente sottoscrivibili da soggetti con maggiori disponibilità finanziarie. Ad ogni modo, per il raddoppio della soglia investibile previsto dal decreto Agosto il governo ha stimato un ulteriore possibile conferimento annuo di 75 mila euro, che «andrebbe valutato con attenzione e supportato da oggettive informazioni». Per tutte queste ragioni, e per il fatto che la norma consente di arrivare alla soglia massima incentivabile di 1,5 milioni in soli cinque anni invece che nei dieci originariamente previsti, si potrebbe «determinare verosimilmente un incremento nelle sottoscrizioni ben oltre quello ipotizzato».
Se questa è l’opinione dei tecnici, che hanno il punto di vista dei controllori dei conti, va però sottolineato che rispetto alle stime degli operatori di mercato sulla possibile raccolta dei Pir Alternativi quella del governo, che parte da 4,5 miliardi di raccolta e arriva a 9 miliardi in meno di cinque anni, appare invece ottimistica. Per questo strumento le previsioni di Equita Sim, per esempio, sono di una raccolta di 2-3 miliardi l’anno fino a raggiungere un ammontare complessivo di 10-15 miliardi in cinque anni. Per i Pir tradizionali, invece, la prima parte dell’anno ha registrato una raccolta ancora negativa, ma per gli analisti nella seconda metà del 2020 si dovrebbe tornare a flussi netti positivi.
Intanto la prossima settimana dovrebbero partire le audizioni sul dl Agosto; il termine per la presentazione degli emendamenti fissato per il 10 settembre. (riproduzione riservata)
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