PROPOSTA FABI IL SINDACATO MIRA A COINVOLGERLE NEL FINANZIAMENTO DEI LAVORI
di Gaudenzio Fregonara
Banche al fianco del sistema scolastico messo duramente alla prova dall’epidemia che ha costretto da febbraio gli studenti italiani alla didattica a distanza. Coinvolgere le banche con stanziamenti a fondo perduto o finanziamenti a tasso agevolato da affiancare eventualmente a contributi pubblici, per rilanciare l’edilizia scolastica in tutto il territorio italiano puntando su sicurezza, sostenibilità e innovazione didattica. L’obiettivo è risolvere, grazie a speciali erogazioni degli istituti di credito, uno dei principali problemi della scuola del Paese, mettendo in sicurezza i 40 mila edifici esistenti e costruendone nuovi, laddove necessario. È la richiesta avanzata dalla Fabi, la massima organizzazione sindacale del credito, che propone all’Abi di dare la propria disponibilità a convocare con urgenza un tavolo di lavoro e iniziare, immediatamente, il dialogo fra tutti i soggetti interessati. In cambio del supporto finanziario – secondo alcune stime servono circa 200 miliardi di euro – il governo potrebbe concedere alle banche coinvolte agevolazioni tributarie, a esempio sotto forma di deduzioni fiscali, da discutere, assieme a tutto il progetto di rilancio delle scuole italiane, nell’ambito di un comitato ad hoc a cui far partecipare i ministeri competenti, le amministrazioni pubbliche territoriali, i vertici dei gruppi bancari e le associazioni di categoria.
I finanziamenti agli enti statali e alle amministrazioni locali interessati (comuni, province, città metropolitane) andrebbero accompagnati da un piano diretto a un drastico snellimento della burocrazia in questo ambito. Del resto, gli ostacoli burocratici spesso rendono impossibile la realizzazione di grandi progetti, mentre, come a esempio si è verificato per il nuovo ponte di Genova, regole semplici o deroghe consentono di completare anche grandi infrastrutture.
«Le banche gestiscono sui territori, guadagnandoci, oltre 4 mila miliardi di euro di risparmi delle famiglie italiane: hanno, quindi, il dovere morale di investire sui giovani e sul futuro del nostro Paese. Quello degli edifici scolastici italiani è un problema serissimo del Paese, c’è una carenza strutturale, sia sul piano della sicurezza di quelli esistenti sia perché mancano spazi adeguati e innovativi per la didattica degli alunni. La nostra idea è volta a individuare le risorse finanziarie necessarie per un progetto di ampio respiro di cui beneficerebbe l’intero sistema-Paese. Per le banche sarebbe l’occasione di dare un contributo sociale di altissimo livello, mettendosi al servizio della comunità», commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
La questione è assai complessa. L’edilizia scolastica racchiude una serie di interventi di costruzione, ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientemente energetico e innovazione degli edifici destinati all’uso scolastico. Del progetto targato Fabi, dietro le quinte, si parla da alcuni giorni ai vertici del settore bancario e già si registrano i primi apprezzamenti. «Spendere denaro nella scuola e nell’istruzione è il modo più intelligente e lungimirante per guardare al progresso del Paese, investendo sul futuro delle nostre figlie e dei nostri figli», aggiunge Sileoni.
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