Aon ha pubblicato il suo 2020 Risk Maps report, che prevede che la nuova pandemia da coronavirus (COVID-19) trasformerà probabilmente tutto il panorama geopolitico. Misure straordinarie per la salute pubblica e un rapido calo del commercio globale continueranno a esercitare una pressione significativa sulle economie e sui governi e rimodelleranno le norme geopolitiche di lunga data.
Le implicazioni socioeconomiche della pandemia COVID-19 saranno probabilmente profonde. I paesi che dipendono fortemente dal turismo o dal commercio al dettaglio, o dove il tributo umano della pandemia è più alto, si troveranno ad affrontare un potenziale maggiore di disordini civili e di proteste contro i governi – un rischio che era già elevato prima della pandemia. Secondo il rapporto di Aon, tre economie sviluppate su cinque affronteranno probabili scioperi, rivolte e disordini civili nel 2020 – e sembra che la pandemia COVID-19 non farà altro che esacerbare questi malcontenti.
La pandemia metterà alla prova anche la resistenza della supply chain, poiché il nazionalismo economico sotto forma di espropriazione, controlli valutari, restrizioni commerciali e la delocalizzazione frenano la globalizzazione. Ulteriori conseguenze economiche includono discontinuità del mercato del lavoro, la preoccupazione dei consumatori che limita il livello di consumo complessivo, premi di rischio più ampi per le
azioni e il debito delle imprese e restrizioni nell’emissione e nel prestito di obbligazioni societarie.
“Mai come oggi, in uno scenario ancora impattato dal COVID-19, l’analisi di comportamenti e dati, l’identificazione dei possibili rischi e la costruzione di piani strategici di intervento risulta fondamentale per la sopravvivenza stessa di molte aziende. È sotto gli occhi di tutti la fragilità di un sistema economico-politico che è necessario monitorare, per captare in anticipo dinamiche anche inaspettate fino a poco tempo fa”, ha commentato Enrico Vanin, Amministratore Delegato di Aon S.p.A. e Aon Hewitt Risk & Consulting. “La nuova mappatura geopolitica del rischio diventa così uno strumento fondamentale di lettura del contesto molto sfidante che stiamo vivendo, anche per accompagnare in alcuni casi una necessaria evoluzione del modello di business di alcune imprese”, afferma Andrea Parisi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Aon S.p.A.
Tra gli altri risultati del rapporto:
Disordini civili, terrorismo e violenza politica
• La stagnazione economica e la frustrazione per una serie di tendenze politiche, sociali e ambientali sono i principali fattori di maggiore disordine nelle economie tradizionalmente più stabili.
• L’ambientalismo sta diventando una causa sempre più importante di disordini civili.
• Gli attacchi dell’estrema destra sono in aumento e le imprese multinazionali, in particolare nei settori della tecnologia, delle banche e dei media, sono il loro bersaglio.
Rischi politici
• I governi ricorrono sempre più spesso a misure che regolano le transazioni di mercato. I governi dei mercati emergenti hanno risposto al crescente populismo erigendo barriere al commercio e agli investimenti.
• Gli investitori dei mercati emergenti si trovano a dover affrontare notevoli difficoltà legate all’esproprio da parte dei governi, che sta minando la certezza dei contratti ed erodendo la fiducia degli investitori.
• L’interferenza politica nei mercati emergenti sta ora assumendo forme sempre più indirette, come la pressione fiscale, le restrizioni alle esportazioni, i requisiti normativi più severi, le revisioni dei contratti e un generale aumento del coinvolgimento del governo in settori specifici dell’economia.
Rischi economici
• La velocità di ripresa dei singoli mercati emergenti (EM) dopo la pandemia COVID-19 dipenderà dalla capacità dello Stato di controllare la crisi sanitaria stessa, dallo stato dell’economia prima della pandemia COVID-19 e da come verranno gestiti gli stimoli fiscali e monetari.
• Sono necessarie politiche monetarie e fiscali significative per limitare le ricadute della pandemia sulle economie emergenti, anche se non completamente compensative. Un allentamento delle politiche aggressive non sarà sufficiente ad evitare un calo della crescita globale dell’1,3% nel 2020.
• Il commercio globale, il lavoro e i flussi di capitale sono fortemente messi in discussione, poiché il nazionalismo economico è diventato una risposta diffusa al COVID-19.