di Teresa Campo
C’è vita sul pianeta mutui, e anche su quello dei prestiti. Dopo l’inevitabile frenata registrata nel lungo periodo del lockdown disposto dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19, gli italiani hanno ripreso a comprare casa e beni, e a rivolgersi agli istituti di credito per finanziarsi. E’ quanto emerge dall’ultimo Barometro Crif, secondo cui nel mese di giugno in entrambi i casi le richieste sono tornate a crescere a livello tendenziale, del +13,3% i primi e del +12,6% gli altri. Si tratta di un incremento che fa ben sperare in primo luogo perché calcolato rispetto a un periodo in cui il mercato marciava a pieno ritmo. Inoltre, i prestiti finalizzati riguardano l’acquisto di beni durevoli e servizi (auto, moto, arredamento, elettronica, elettrodomestici, impianti per l’efficientamento energetico della casa, spese mediche, palestre, tempo libero e via dicendo), quindi si tratta per lo più di investimenti piuttosto che di indebitamento per difficoltà economiche. Quanto ai mutui poi, la buona intonazione dell’ultimo mese è riconducibile al costante fermento di surroghe e sostituzioni, stimolate da tassi e spread sempre ai minimi storici, ma anche alla progressiva ripresa dei mutui d’acquisto dopo molte settimane di mercato ingessato. Non a caso dal Barometro Crif emerge un andamento positivo anche per l’importo medio richiesto, che a giugno è salito a 133.071 euro, in aumento del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2019. Proprio il crescere della componente acquisto infatti incide in positivo sul valore medio richiesto, al contrario delle surroghe che per loro stessa natura (trasferimento da una banca all’altra di mutui in essere in parte già pagati) riguardano some inferiori.
La ripresa comunque viene da lontano, nel senso che già da diverse settimane gli italiani si sono via via riavvicinati a mutui e prestiti. Fatto cento il numero di richieste nella settimana tra il 9 e il 15 marzo scorso, che ancora beneficiava delle istruttorie avviate nelle settimane precedenti, il peggio si è visto nelle due settimane tra il 23 marzo e il 5 aprile, quando i volumi si sono praticamente dimezzati rispetto a quelli pre-lockdown. Dalla settimana successiva è iniziato tuttavia un progressivo recupero, seppur con intensità differenti a seconda delle varie forme di finanziamento, per arrivare già a maggio a richieste pari al 90% di quelle pre-lockdown. In realtà, a oggi il recupero dei mutui casa si ferma al 76% rispetto ai valori pre crisi. Al contrario, i prestiti finalizzati, che pure sono quelli che hanno più risentito del lockdown crollando quasi del 70%, hanno invece dimostrato una capacità di recupero più robusta e veloce. I prestiti personali, invece, sono quelli che hanno risentito maggiormente della situazione emergenziale, con le famiglie che hanno adottato un atteggiamento estremamente prudente, come dimostra anche l’andamento dell’importo richiesto, in calo a giugno del 2,1% a 12.438 euro. (riproduzione riservata)
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