Il 2020 era iniziato con prospettive diverse, forte di una solida crescita del mercato delle assicurazioni che nel 2019 era stata la più consistente degli ultimi quattro anni: +4,4% sull’anno precedente a 3.906 trilioni di euro, trainati dalla ripresa in Cina e negli Stati Uniti. L’assicurazione sulla vita (senza salute) ha avuto un anno migliore rispetto al segmento P&C, con una crescita che sale al 4,4 per cento dal 2,8 per cento nel 2018.

Sei mesi dopo, sappiamo come andata e le prospettive si sono completamente ribaltate. Secondo l’ultimo Allianz Global Insurance Report il 2020 potremmo anche definirlo come un anno perso, ma se non ci limitiamo a guardare i numeri potremmo anche cogliere qualche segnale incoraggiante. Certo, il Coronavirus confinerà per tutto l’anno l’industria assicurativa in una condizione di debolezza, ma l’emergenza pandemica ha anche agito da acceleratore sui trend emergenti del settore: digitalizzazione, ESG e Asia sono le tre parole chiave dell’analisi di Allianz.

Con il forte rallentamento dell’economia, Allianz prevede un calo della raccolta premi del 3,8% a livello globale e del 4,7% nell’Europa occidentale. Tuttavia, prospettive migliori sono attese per il 2021. Infatti, gli economisti di Allianz prevedono una crescita del 4,4%, trainata soprattutto dall’Asia, che consentirà di recuperare e tornare ai livelli del 2019.

Come qualsiasi altro comparto, anche l’industria assicurativa non sarà più la stessa dopo la pandemia. In particolare, si registrerà un’accelerazione del processo di digitalizzazione, il tema della sostenibilità diventerà un fattore chiave, mentre la regione dell’Asia dell’Ovest diventerà sempre più il perno del sistema assicurativo.

La crescente importanza dell’Asia nel mondo assicurativo emerge chiaramente osservando i numeri dello scorso anno, quando la crescita dei premi nella regione (escluso il Giappone) è raddoppiata al 6,8%. Anche il Nord America e l’Europa occidentale e gli altri grandi mercati, hanno avuto un 2019 ragionevolmente buono, con una crescita rispettivamente del 4,2% e 4,3%. Nell’Europa occidentale, i “Big 4” – Regno Unito, Francia, Germania e Italia – hanno incassato quasi i tre quarti dei premi di 1.063 trilioni di euro sottoscritti nella regione.

Per la fine dell’esercizio 2020 si prevede una calo complessivo della raccolta premi del 3,8%, invertendo i trend dello scorso anno, con le assicurazioni vita che dovrebbero perdere il 4,4% e il segmento P&C il 2,9%.

Se queste previsioni dovessero concretizzarsi, sarebbe un colpo di tre volte più forte rispetto al post crisi finanziaria del 2008, quando i premi globali registrarono una contrazione dell’1%.

Il 2020 è un anno perso a causa del virus, non c’è dubbio”, afferma Ludovic Subran, capo economista di Allianz. Tuttavia, c’è luce alla fine del tunnel. Una volta ripartiti e con il recupero delle perdite del 2021, la crescita della raccolta premi globale dovrebbe attestarsi a un +4,4% per il prossimo decennio.

L’Asia è stata la prima regione colpita da Covid-19; sarà anche la regione a riprendersi per prima”, afferma l’economista di Allianz, Michaela Grimm. “Una maggiore consapevolezza del rischio e una domanda maggiore di protezione sociale guideranno la crescita nei prossimi anni, con la Cina in testa”.

Tradizionalmente, gli Stati Uniti e l’Europa occidentale hanno dominato il mondo delle polizze, con una quota di mercato rispettivamente del 38% e del 36% dall’inizio della grande crisi finanziaria.

Da allora, tuttavia, il baricentro si sta spostando verso est. Nel 2019, i premi totali in Asia (escluso il Giappone) sono ammontati a 947 miliardi di euro, metà dei quali in Cina e c’è ancora molto potenziale da sfruttare. Lo sviluppo rapido e una classe media in crescita, unita a una densità assicurativa relativamente bassa, rendono la Cina un mercato redditizio. A ciò si aggiunge il fatto che il mercato cinese è all’avanguardia nell’applicazione dell’intelligenza artificiale (AI) e dell’analisi dei dati.

Tuttavia, anche per l’Asia il 2020 non sarà un anno positivo. I premi dovrebbero scendere dello 0,7 per cento, con il comparto vita in calo dell’1,8%, mentre i costi cresceranno leggermente, dell’1,9%.

2020