Siamo tutti diventati dei grandi esperti delle piattaforme digitali indispensabili per continuare a lavorare ai tempi del lockdown. Da Zoom a Meet, Webex, GoToMeeting e gli altri, la trasformazione digitale ha consentito di risolvere il problema della prossimità. Un cambiamento strutturale del nostro lavoro che probabilmente non tornerà più come prima. Lavoreremo molto più da remoto e da casa, ma questo secondo la società di analisi GlobalData comporterà una maggiore esposizione ai rischi cyber, offrendo agli assicuratori la possibilità di incrementare il tasso di penetrazione in questo segmento di mercato.
È vero che la cyber insurance era in crescita anche prima della crisi sanitaria, ma Jazmin Chong, analista di GlobalData, ha ricordato che “la diffusione della cyber insurance tra le micro imprese ha registrato un incremento del 300% tra il 2016 e il 2019, con un peso pari al 17,8% del totale. Questo balzo enorme è dovuto al fatto che fino a pochi anni fa le microimprese non prendevano proprio in alcuna considerazione di assicurarsi per il rischio cyber. Anche le PMI hanno aumentato la loro sensisbilità verso questo tipo di rischio e oggi oltre il 50% delle medie imprese ha una cpertura cyber, percentuale che scende al 40% tra le piccole imprese”.
Secondo GlobalData una delle principali eredità lasciate dalla pandemia sarà una accelerata crescita nella distribuzione di coperture cyber tra le PMI e le micro imprese, non solo a causa dei rischi cyber associati ai dipendenti che lavoreranno sempre più da remoto, ma anche perché la pandemia ha ulteriormente rafforzato la forte dipendenza delle aziende dalla tecnologia.