Gli attuari hanno formulato una proposta al Governo a seguito della pandemia Covid-19: l’istituzione di un gruppo di lavoro per conoscere preventivamente l’impatto dei rischi cosiddetti sistemici, come per esempio quelli climatici, catastrofali, pandemici, al fine di trovarsi più preparati ad affrontare la portata e gli effetti di eventi negativi quando questi si verificano.

L’attuario è il valutatore dell’incertezza dovunque possa essere quantificata. Per definizione è quindi un risk manager, pronto a valutare i rischi con le tecniche statistico-probabilistiche proprie della sua capacità professionale. Non soltanto i rischi che potrebbero intaccare una società, un fondo pensionistico e in generale qualunque singola entità, ma anche quelli che minacciano interi settori dell’economia, collettività, Paesi, governi: appunto i rischi sistemici, molto più complessi da trasformare in modelli previsionali finalizzati alla prevenzione.

Per valutare e misurare questi rischi servono le competenze attuariali, ma anche quelle di esperti di altre professioni, in grado di fornire tutte le informazioni utili affinché l’attuario possa effettuare al meglio le sue valutazioni quantitative. L’obiettivo è sempre prevenire, piuttosto che curare. Pur se per alcuni fenomeni la prevenzione può risultare complessa, è comunque importante conoscere almeno il prevedibile impatto che quegli eventi potrebbero avere in più scenari, per esempio uno pessimistico e uno ottimistico.

“Gli attuari – afferma Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale – ritengono che tali analisi/studi dovrebbero essere riconosciuti dalla nostra legislazione prevedendo uno specifico gruppo di lavoro sui rischi sistemici con le precise finalità che abbiamo indicato. Siamo pronti a farne parte fin da subito, anche a coordinarlo se richiesto, mettendo le nostre competenze insieme a quelle di altre professioni al servizio del Paese”.

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