Secondo gli ultimi dati elaborati da CRIF nel mese di aprile sono state circa 933.000 le richieste di moratorie sui finanziamenti rateali contribuite in Eurisc, il principale Sistema di Informazioni Creditizie attivo in Italia.

La sospensione dei finanziamenti, spiega una nota, ha riguardato principalmente i consumatori privati, con quasi 547.000 richieste (rispetto alle 162.000 del mese di marzo), a fronte di 386.222 presentate dalle imprese (erano state circa 73.000 nel mese precedente).

Relativamente al mondo business, nel mese di aprile è stata richiesta la sospensione delle rate per il 13.9% dei contratti di credito. Il 70,9% delle richieste sono state presentate da Società di capitali a fronte di una quota pari al 25,4% per le Società di persone e del 2,7% per le ditte individuali. Per altro, per le Società di capitali la rata media mensile sospesa grazie alla moratoria risulta pari a 1.547 Euro a fronte di un importo residuo per estinguere il finanziamento di quasi 100.000 Euro. Decisamente più contenuta la rata mensile oggetto di sospensione da parte delle società di persone, pari a 884 Euro, e delle ditte individuali (553 euro).

Osservando la distribuzione nelle differenti regioni del Paese, il 21,9% dei contratti che ad aprile hanno beneficiato della sospensione delle rate riguarda imprese della Lombardia, che precedono di poco quelle dell’Emilia Romagna (il 19% del totale), e quelle del Veneto, con l’11,5%. Per quanto riguarda, invece, i privati consumatori, i mutui immobiliari rappresentano il 44% delle richieste, mentre circa 175.000 riguardano prestiti personali. A seguire, più di 68.000 sono le richieste di moratoria sui mutui di liquidità, 41.270 si riferiscono a prestiti finalizzati mentre le restanti 22.373 a contratti di leasing e altri prodotti rateali.

Per quanto riguarda l’applicazione della moratoria nelle diverse regioni del Paese, il 14,7% dei contratti sospesi dalle famiglie si concentra in Lombardia, che precede l’Emilia Romagna, che mostra una incidenza del 13,7% sul totale nazionale, e il Piemonte, con il 10,5%. Seguono il Veneto, con un peso del 9,4%, il Lazio con il 9% e la Toscana con il 7%.

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