di Luca Gualtieri
Gli amministratori di Mediobanca hanno ufficialmente avviato i lavori in vista della scadenza di ottobre, quando i soci saranno chiamati a eleggere il nuovo board. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nelle ultime settimane sarebbero entrate nel vivo le procedure che sfoceranno nel delicato passaggio di consegne. In particolare, il consiglio avrebbe conferito mandato agli head hunter per procedere alla valutazione dei candidati: da un lato Egon Zehnder esaminerà i profili degli amministratori uscenti, di cui stilerà una dettagliata analisi qualitativa da condividere con lo stesso board; dall’altro lato Spencer Stuart inizierà a sondare il mercato alla ricerca dei nuovi candidati da affiancare a quelli che saranno confermati. La procedura del resto è complessa, specialmente alla luce dei nuovi requisiti di professionalità e onorabilità degli esponenti bancari introdotti dalla Bce nel 2017. Il cosiddetto fit and proper assessment valuta infatti l’esperienza, le competenze e la levatura degli esponenti aziendali candidati a ricoprire un incarico negli organi di amministrazione di una banca, ad esempio come amministratore delegato o consigliere. Grande attenzione va poi al requisito di indipendenza, che l’attuale cda di Mediobanca è intenzionato a valorizzare.
In parallelo al lavoro sulla lista procederà quello sulle modifiche statutarie. Come più volte riportato da MF-Milano Finanza, dopo l’uscita di Unicredit dal capitale della merchant il cda è intenzionato a rimuovere certi anacronismi della governance societaria per allinearsi agli standard internazionali. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe per esempio quella di mantenere in cda i tre amministratori di espressione interna ma di consentire la scelta del capo-azienda all’esterno di Mediobanca.
Se insomma il vertice dell’istituto è al lavoro per definire la nuova linea di comando (nella quale con ogni probabilità sarà confermato il ceo Alberto Nagel), rimane aperta l’incognita rappresentata da Leonardo Del Vecchio. Dopo gli acquisti che lo scorso anno l’hanno portato al 9,9% del capitale, Mr. Luxottica appare determinato a salire ancora non solo per giocare un ruolo di primo piano nella governance di Mediobanca ma anche per serrare la presa su quelle Generali di cui è già oggi uno degli azionisti di riferimento con il 5%. Difficilmente però, si fa notare, l’autorizzazione della Bce a salire arriverà prima dell’assemblea di ottobre, circostanza che consentirebbe al board di completare il lavoro su statuto o rielezione.
Intanto CheBanca, la banca multicanale del gruppo, ha chiuso il terzo trimestre dell’esercizio corrente con raccolta e impieghi in crescita. La raccolta è stata positiva per 0,9 miliardi, quasi doppia rispetto al trimestre precedente, di cui 0,6 miliardi come depositi. Gli impieghi sono cresciuti del 2,6% a 10,1 miliardi con erogazioni di mutui residenziali per 0,5 miliardi, mentre le masse totali sono stabili a 26,3 miliardi. (riproduzione riservata)
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