di Luca Gualtieri
Gli azionisti di Intesa Sanpaolo hanno smarcato la prima tappa dell’acquisizione di Ubi Banca, approvando con una maggioranza del 98,04% l’aumento di capitale necessario per finalizzare l’offerta pubblica di scambio. La delega per l’operazione da 1,011 miliardi è stata il piatto forte dell’assemblea di bilancio che ieri si è tenuta a porte chiuse, in ottemperanza alle restrizioni imposte dal governo. Dall’assise non sono arrivate sorprese e, del resto, non era facile prevederne dopo che le fondazioni azioniste (a partire da Compagnia di Sanpaolo e Cariplo) avevano avallato l’ops. Per quanto riguarda il bilancio (chiuso con un utile di 4,18 miliardi), l’assemblea lo ha approvato con il 99,54% del capitale presente assegnando i profitti a riserva.
«Grazie al sostegno dei nostri azionisti proseguiamo con maggior convinzione nell’offerta di scambio promossa nei confronti di Ubi», ha dichiarato il ceo Carlo Messina parlando dell’ops. «Un’operazione», ha aggiunto, «che, nel contesto generato dall’epidemia da Covid-19, acquisisce maggiore valenza strategica e per Ubi Banca una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento assumono ora ulteriore valore». Dopo l’assemblea la tappa successiva sarà l’approvazione del prospetto da parte della Consob che dovrebbe esprimersi nelle prime settimane di giugno, consentendo così di svolgere l’offerta tra la seconda metà del mese e la fine di luglio. «L’operazione andrà avanti anche in presenza di adesioni al 50% più una azione del capitale di Ubi», ha dichiarato ieri Messina in assemblea. La creazione di un «campione italiano – leader a livello continentale, grazie alla posizione di settimo operatore per generazione di ricavi e terzo per valore di borsa dell’Eurozona – sarà in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e per i territori di elezione di Ubi», ha ribadito il banchiere. Quanto a Ubi, il consiglio di amministrazione della banca potrà esprimersi formalmente solo dopo la presentazione del prospetto, mentre in queste settimane sta lavorando con gli advisor Credit Suisse e Goldman Sachs e con l’avvocato Sergio Erede per definire una linea di difesa. La passivity rule, la regola che mira a salvaguardare la contendibilità delle società quotate, impone di astenersi da manovre di contrasto come aumenti di capitale, fusioni o trasformazioni societarie volte a ostacolare l’esito dell’ops. Se lo spazio di manovra è limitato, sono comunque allo studio azioni non lesive del patrimonio dell’azienda che potrebbero maturare nelle prossime settimane. A fare la differenza potrebbe essere però la presentazione di un’offerta concorrente. Uno scenario certamente auspicato da molti intorno al gruppo Ubi ma che, al momento, viene ritenuto poco probabile.
Tornando a Intesa, ieri Messina ha ricordato le iniziative prese dalla banca per sostenere il tessuto economico: «Nell’emergenza causata dall’epidemia Intesa si conferma come punto di riferimento nell’erogazione di credito a famiglie e imprese. Un’attività che, a partire dalla conferma dei 450 miliardi di affidamenti, si è ulteriormente ampliata grazie ai nuovi impieghi, che nel solo mese di marzo hanno fatto crescere lo stock per una cifra pari a 5 miliardi», ha concluso Messina. (riproduzione riservata)
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