Quarantadue miliardi di euro. Tanto occorre per ripianare le perdite del 22,5% delle società italiane che, a seguito dell’emergenza e nonostante il possibile supporto del governo con la Cig, potranno registrare cali tali da erodere il patrimonio netto, determinando la necessità di un aumento di capitale. Settore edile e immobiliare, mercato automobilistico e dei trasporti, commercio in generale sono i comparti che più di altri avranno bisogno di aiuti finanziari. Ma di quale impegno dovranno farsi carico le imprese? Circa la metà delle società in deficit patrimoniale necessiterebbe di un rafforzamento di importo unitario inferiore a 50 mila euro. Il 7,2% delle società avrebbe bisogno di un aumento dell’equity superiore a 700 mila euro. In sintesi sono le conclusioni tratte da Scouting Capital Advisors, società che individua e offre le migliori opportunità di investimento e di gestione del capitale, che ha condotto un approfondimento con l’obiettivo di indagare l’impatto della crisi sul sistema industriale italiano.
L’analisi, svolta sulla base dei bilanci 2018, su un campione nazionale di circa 445 mila società di capitali attive e con patrimonio netto positivo (esclusi alcuni dei settori identificati dal governo come essenziali e per i quali non è stato previsto l’obbligo di chiusura), rivela circa 100 mila società (pari al 22,5%) che registrerebbero perdite economiche nel 2020 tali da erodere completamente il patrimonio. A questa conclusione l’analisi arriva ipotizzando questo scenario di stress: flessione del 30% dei ricavi; utilizzo della Cig per quattro mesi; aumento dei giorni di incasso pari a 30, solo in parte compensati dall’aumento di 20 giorni del pagamento dei fornitori; svalutazione dei crediti del 5%. L’analisi di Scouting offre ulteriori elementi di riflessione se prendiamo in considerazione le misure appena varate dal governo a sostegno della liquidità del sistema produttivo italiano. «I risultati, oltre che confermare le impellenti necessità finanziarie delle imprese, hanno inoltre evidenziato le criticità di tipo patrimoniale legate alla sostenibilità delle perdite economiche indotte dal calo dei volumi di fatturato da parte della struttura patrimoniale (il cosiddetto equity) delle società analizzate», spiega a ItaliaOggi Sette Giuseppe Pelliccioni, managing director di Scouting Capital Advisors, «se da una parte è certamente necessario dare immediato ossigeno finanziario alle imprese, non bisogna però dimenticare che tale sostegno, nella forma del debito bancario, andrà ad aumentare il complessivo indebitamento finanziario che poggerebbe su un patrimonio in flessione per le possibili perdite economiche dell’anno. In questa direzione, la fotografia delle aziende che potrebbe essere scattata con il bilancio 2020 evidenzierebbe un sensibile peggioramento del merito creditizio di controparte e non sarebbe quella ottimale su cui spingere la ripresa, e gli investimenti che ne conseguono, nel corso del 2021. A fianco alle operazioni di debito, è opportuno dunque che nascano proposte che favoriscano e incentivino il rafforzamento patrimoniale e l’iniezione di nuovo equity da parte degli attuali o di nuovi azionisti: elemento essenziale per creare concrete basi per una robusta ripartenza che difficilmente può fondarsi, al contrario, sulla più alta leva finanziaria delle imprese».
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