Con i l rapido susseguirsi degli eventi collegati alla crisi pandemica Covid – 19 , l’Ufficio Studi dell’ANIA ha deciso di lanciare una nuova pubblicazione che fornisce un aggiornamento sulle implicazioni della pandemia sugli scenari economici, sui mercati finanziari e delle materie prime.
La relativa scarsità di dati ad alta frequenza rende ancora più complessa l’elaborazione tempestiva di previsioni affidabili sull’impatto della pandemia Covid-19 sul quadro macroeconomico globale, già segnato dal clima di fortissima incertezza che questa crisi sta alimentando. Gli aggiornamenti più recenti delle previsioni concordano nel prevedere un quadro macroeconomico globale in drastico peggioramento nel 2020 e in forte ripresa già l’anno successivo.
Secondo le stime più recenti, nel 2020 l’economia globale dovrebbe contrarsi dell’1,6%, per poi rimbalzare a +4,6% nel 2021; l’economia americana decrescerebbe del 2,5% (+3,6% nel 2021), quella dell’area dell’euro del 5,1% (+3,4%), mentre quella cinese dovrebbe solo rallentare a +3,2% (+8,9%). Ovviamente su queste stime pesano notevoli rischi legati a numerosi fattori: durata delle misure, la loro efficacia nel contenimento del contagio, l’eventuale disponibilità in tempi brevi di terapie e vaccini, adeguamento della capacità dei sistemi nazionali. La previsione dei forti rimbalzi nel 2021 è motivata dall’assunzione che, una volta conseguito il contenimento del contagio, vi sarà un ritiro graduale delle misure che, è bene ricordarlo, sono quelle che impattano sull’attività economica, accompagnato da interventi accomodanti di politica monetaria e fiscale.
L’impatto delle misure di contenimento del contagio dovrebbe essere particolarmente severo per il nostro Paese. Secondo Confindustria, l’economia italiana è prevista contrarsi del 6%, per effetto del crollo dei consumi delle famiglie (-6,8%), degli investimenti (-10,6%) e dell’export (-5,1%). Nell’ipotesi che il contagio torni sotto controllo entro la fine di maggio, nel 2021 anche l’economia italiana dovrebbe registrare un vistoso rimbalzo che le consentirebbe di recuperare parte della contrazione dell’anno precedente.
Il 3 aprile l’indice azionario generale dell’area dell’euro ha registrato una flessione del 2,2% rispetto a 7 giorni prima; dall’inizio dell’anno l’indice ha segnato una flessione del 26,9%. Il calo più consistente ha interessato il settore bancario -12,3% (-46% da inizio anno). I comparti industriale e assicurativo hanno segnato andamenti analoghi nell’ultima settimana (-5,0% e -4,3%, rispettivamente; -34,3% e -34,7% da inizio 2020).
Venendo al confronto internazionale sulla performance del comparto assicurativo in borsa, in tutti i principali paesi gli indici settoriali hanno registrato forti rialzi negli ultimi 7 giorni: l’indice italiano è cresciuto del 17,6% (-30,0% dal 1° gennaio 2020 e -26,8% dal 25 febbraio); +19,6% nel Regno Unito (-34,2% e -32,9%); +34,7% in Francia (-35,1% e -28,9%); +33,0% in Germania (-26,3% e -24,8%). Il 3 aprile gli spread di rendimento decennali dei principali paesi europei rispetto al tasso di interesse offerto dal titolo di Stato tedesco della stessa durata (pari a -0,435%) erano pari a 198 bps per l’Italia – dal picco di quasi 250 bps di due settimane fa – 75 bps per il Regno Unito, 118 bps per la Spagna e 51 bps per la Francia. Alla stessa data 1 euro valeva 1,08 dollari, una sterlina 1,23 dollari.
Le materie prime
Prosegue la fase caratterizzata da forte volatilità nei mercati delle materie prime, con ampie differenze nei distinti gruppi merceologici sia nell’ampiezza delle fluttuazioni sia nel loro segno. Dopo settimane di alternanza di profondi rialzi e ribassi, tra il 27 marzo e il 3 aprile l’indice generale delle materie prime è praticamente invariato; dal 1° gennaio dell’anno in corso è diminuito del 22,9%. La dinamica aggregata ha seguito quella dell’indice dei beni alimentari (-3,8%; -12,8% dal 1° gennaio), sottoposto con ogni probabilità a forti pressioni sia dal lato della domanda di alimenti sia da quello dell’offerta conseguente alle misure di lockdown. L’indice dei metalli ha registrato una leggera flessione, -1,0% dal 27 marzo (-20,1% da inizio anno). Nell’ultima settimana si è assistito a un forte rimbalzo nel prezzo del petrolio (+4,2 dollari al barile di Brent; +34,2%) dopo il crollo di quasi il 60% da inizio anno registrato una settimana fa e del 50% solo nell’ultimo mese. In questo periodo si stanno osservando fluttuazioni di notevole escursione nel prezzo dell’oro, che hanno portato però a un andamento praticamente stabile nell’ultima settimana (+6,5% da inizio anno).