Nel bel mezzo della crisi Coronavirus, Axa – attraverso il suo amministratore delegato Thomas Buberl – ha preso posizione per sostenere la creazione di un nuovo schema assicurativo legato alle pandemie.

“Dobbiamo pensare alla creazione di un meccanismo di mutualizzazione che possa accompagnare crisi sanitarie di tale portata”, ha spiegato l’amministratore delegato di Axa, in un’intervista al Journal du Dimanche del 5 aprile. “Axa è pronta a prendere l’iniziativa di collaborare con lo Stato francese e con altri Stati europei per creare un sistema di assicurazione contro la pandemia che copra questi disastri sanitari, ispirato a quello già esistente per le calamità naturali”, ha detto.

Per il numero uno di Axa, è fuori discussione che gli assicuratori siano gli unici a coprire i rischi legati alla pandemia. “Potrebbe essere posseduta per il 50% dallo Stato e per il 50% da un pool di assicuratori privati. I premi verrebbero raccolti ogni anno e messi in riserva”, dice Thomas Buberl. Per lui, gli assicuratori “pagherebbero fino a due o tre volte l’importo dei premi, con l’assunzione di responsabilità da parte dello Stato”. Insiste inoltre sul fatto che gli operatori del settore dovrebbero d’ora in poi porre maggiormente l’accento sulla prevenzione.

Inoltre, alla domanda se gli assicurati sono ora protetti contro le pandemie, Thomas Buberl risponde che sono coperti quando hanno stipulato una “assicurazione malattia o morte”, aggiungendo che: “Gli eventi sono protetti anche in caso di cancellazione o rinvio”, specificando che Axa XL era uno degli assicuratori per i Giochi Olimpici di Tokyo, appena rinviati al 2021. “Una società può anche essere assicurata contro il rischio di interruzione dell’attività a causa di un’epidemia, anche se è piuttosto raro che una società stipuli questo tipo di assicurazione”, conclude.

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