Malgrado i flussi di vendita, a marzo Banca Generali ha raccolto 517 milioni, come a gennaio e febbraio. Le mosse dei big del settore per intercettare 1.500 miliardi di liquidità in uscita dalle famiglie
di Paola Valentini
I mercati hanno archiviato un trimestre nero dopo la lunga fase positiva che aveva portato a febbraio 2020 Wall Street sui massimi storici. L’ondata di vendite dell’ultimo mese è costata cara a tutti i listini: l’indice Ftse Mib ha ceduto oltre il 28% da inizio anno a fine marzo, simile al -26,5% del terzo trimestre del 2011, quando l’Italia era nel pieno della crisi dello spread. In Europa lo Stoxx Europe 600 ha ceduto il 23%, il peggiore di sempre su tre mesi insieme al terzo trimestre 2002. Negli Usa l’indice Dow Jones ha segnato una perdita analoga, l’S&P è sceso del 20%, il Nasdaq del 14%. Giù anche il Giappone (Nikkei -20%) e Hong Kong (-16%). L’indice Msci World delle borse mondiali è sceso di oltre il 20%, il risultato peggiore dall’ultimo trimestre del 2008, dopo il default di Lehman Brothers. Pesante tra le commodities il petrolio (-66%). Si sono salvati soltanto l’oro (+4,5%), il dollaro (+4,5%) e i titoli di Stato Usa (il T-bond a dieci anni ha fatto il +10%). «Il primo trimestre del 2020 è stato uno dei peggiori in 150 anni di storia dell’azionario statunitense. Se da un lato è troppo presto per comprendere se gli sforzi delle banche centrali e dei governi per sostenere l’economia saranno sufficienti ad attenuare l’impatto della recessione e a sostenere i mercati azionari, dall’altro è raro che la sottoperformance dei mercati azionari duri a lungo», afferma Marija Veitmane, senior strategist di State Street Global Markets.
Ma non è detto che il recupero dei mercati avvenga presto, come ricorda BofA: «Mai nella storia l’S&P ha toccato il fondo nei sei mesi successivi a un crollo di oltre il 30%». Secondo BofA «gli argomenti a favore di un rapido recupero diventano ancora più deboli quando si osservano le recessioni del passato. Quindi mentre quelli che puntano su una rapida ripresa del mercato azionario fanno affidamento su uno stimolo senza precedenti, la storia suggerisce che potrebbero puntare su un miracolo». Non è proprio un contesto facile quello in cui si muovono gli investitori e le reti di consulenti finanziari che li assistono e che oggi sono più che mai in prima linea nel difendere i portafogli e la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, pari, in base all’ultima fotografia della Banca d’Italia, a oltre 4.200 miliardi di euro, con quasi 1.500 miliardi tenuti liquidi. E le reti si stanno ritagliando una fetta sempre più ampia dato che il patrimonio che gestiscono per conto delle famiglie italiane ha raggiunto il record di 620 miliardi (dati Assoreti), guadagnando quote di mercato a spese delle banche grazie al maggior dinamismo che da sempre caratterizza i consulenti finanziari e che si mette in evidenza proprio nei momenti più difficili. Non a caso, durante i crolli del mese marzo Banca Generali ha registrato una raccolta positiva per 517 milioni di euro, un risultato che conferma il trend positivo dei primi due mesi quando i mercati erano ancora orientati al rialzo (in totale quasi 1 miliardo, tabella in pagina). Il mix dei flussi di marzo ha ovviamente risentito dell’estrema volatilità per questo non sorprende che i flussi si siano indirizzati verso la liquidità dei conti correnti o soluzioni amministrate (746 milioni nel mese), mentre il risparmio gestito ha avuto deflussi per 229 milioni. «Marzo ha ovviamente risentito delle difficili condizioni e dell’impossibilità nella consulenza fisica. Ma, nonostante, questo la vicinanza con la clientela non è mai mancata, e i flussi del mese si sono confermati forti e non molto distanti dai livelli del primo bimestre», spiega Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali. Merito del fatto che il gruppo guidato dall’ad Gian Maria Mossa ha accentuato la relazione con i clienti nelle settimane di picco dell’emergenza rafforzando gli strumenti digitali per le operazioni a distanza e rinnovando l’offerta per andare incontro ai bisogni di protezione. «Dopo lo shock che stiamo vivendo è inevitabile la ricerca di protezione e la cautela; si riduce la propensione agli investimenti e prevale la volontà di rimandare le scelte, ma è proprio in questi momenti che il supporto di un professionista può aiutare a fare la differenza», spiega Ragaini.
Il gruppo ha un profilo di rischio prudente: «già da metà febbraio avevamo ridotto ulteriormente le posizioni più esposte alla volatilità. Certamente le drammatiche sedute di marzo hanno lasciato il segno come si vede dai livelli di liquidità che è sui massimi storici. In questi momenti la presenza dei banker al fianco dei clienti ha un ruolo molto importante non solo per il check up e la protezione delle posizioni, ma anche per le rassicurazioni di fronte all’emotività», aggiunge Ragaini.
Tra le novità che la banca del Leone ha preparato, anche per dirottare verso gli investimenti la gran massa di risparmi che a marzo è entrata parcheggiandosi nei conti, c’è l’avvio di un’iniziativa sulle polizze di ramo primo. Ed è poi in rampa di lancio un comparto della sua piattaforma lussemburghese Lux Im dedicato alla gestione della tesoreria. Una soluzione che ha l’obiettivo di investire in titoli di Stato e bond societari ad alto merito di credito con durata non superiore ai due anni, per tornare ad essere liquida entro dicembre 2021. «Continuiamo poi a credere nell’opportunità dei piani di accumulo, i pac», afferma Ragaini. Si tratta di strumenti che permettono di investire poco alla volta in maniera programmata. «Aprire un pac in un momento di mercato come l’attuale porta un’ulteriore riduzione dei rischi ed offre importanti probabilità di ritorni positivi a 24 o 36 mesi», dice Ragaini.
Sempre nell’ottica di sfruttare il vantaggio di un investimento progressivo, «di recente abbiamo lanciato il servizio Twin Mix che consente di passare nel tempo da fondi a bassa volatilità a fondi con volatilità maggiore. Infine, per la clientela professionale stiamo realizzando una cartolarizzazione rivolta al finanziamento alle pmi con copertura del fondo centrale di garanzia italiano», conclude Ragaini.
Intanto per chi opta per il parcheggio della liquidità CheBanca ha lanciato per aprile un’offerta sul conto di deposito: un tasso annuo lordo dell’1% sulla nuova liquidità vincolata a sei mesi fino al 30 aprile. In più, per sostenere chi è in prima linea contro il Coronavirus, la banca del gruppo Mediobanca donerà una somma equivalente all’uno per mille dell’importo della liquidità raccolta con questa promozione. «Vogliamo dare una risposta alla crescente richiesta di sicurezza da parte dei clienti, in attesa di cogliere le nuove opportunità che si apriranno sui mercati una volta passata la tempesta», afferma Lorenzo Bassani, direttore commerciale e marketing di CheBanca.
In questo contesto che in breve tempo ha visto esplodere la volatilità, il suggerimento della rete Fineco rimane costante: considerare quale sia l’obiettivo che spinge a investire. Se, come accade frequentemente, la ragione è di medio termine, per esempio legata all’acquisto di una casa o di un’auto, per i clienti più cauti la scelta dei consulenti di Fineco si indirizza verso strumenti in grado di superare i periodi di calo dei mercati. Anche in questo caso il meccanismo è quello dei pac.
«Da diversi mesi risultano apprezzati i cosiddetti prodotti di decumulo, che hanno un meccanismo semplice. Anziché investire l’intero capitale in un solo momento, in un arco di cinque anni, tramite piccoli investimenti mensili, lo si destina prima a un prodotto a basso profilo di rischio, come un fondo monetario, e poi in modo graduale si decumula automaticamente sul mercato azionario. In questo modo si diluisce la volatilità di breve periodo e i ribassi possono trasformarsi in opportunità», spiegano da Fineco. Tra i punti principali di approdo sul mercato azionario c’è il Megatrends, messo a punto dalla controllata Fineco Asset Management: «un fondo di fondi che investe su settori a forte potenziale di sviluppo», spiega l’istituto.
La controllata irlandese della banca guidata dall’ad Alessandro Foti si è inoltre recentemente arricchita di un prodotto a capitale protetto, Fam Global Defence. Il fondo combina alcune caratteristiche chiave per l’investitore italiano: protezione del capitale e produzione di un rendimento annuo, permettendo allo stesso tempo di avvicinarsi in maniera controllata all’investimento azionario. Con un orizzonte temporale consigliato di cinque anni, la strategia permette di partecipare ai rialzi dei listini azionari, offrendo una cedola annua minima dell’1%, che può arrivare al 5% annuo in caso di scenario rialzista. Il capitale investito nel fondo è protetto per l’85%: nella peggiore delle ipotesi (cinque anni di mercati ribassisti) l’investitore alla fine recupererà il 90% del capitale investito, mentre con cinque anni di mercati sempre in salita, a scadenza il rendimento atteso totale potrebbe attestarsi al 25%. La forte richiesta di sottoscrizioni in questo periodo ha portato la società a valutare la possibilità di chiudere anticipatamente la finestra di investimento, inizialmente prevista fino al 20 maggio.
Continua a puntare sui pac Banca Mediolanum la cui raccolta nei primi due mesi del 2020 è andata molto bene (1,64 miliardi) soprattutto grazie al conto corrente lanciato a inizia anno e che fino al 31 marzo offriva in promozione un tasso lordo a sei mesi del 2%. Nel risparmio gestito i flussi sono stati invece più bassi, tendenza confermata a marzo. Nel mese la banca guidata dall’ad Massimo Doris ha avuto dei disinvestimenti ma, anche grazie ai consigli dei family banker del gruppo, ci sono stati spostamenti interni delle masse, dalla liquidità verso l’azionario, proprio tramite piani d’accumulo. «Oltre allo strumento classico dei pac, suggeriamo altre soluzioni che possono essere definite sue evoluzioni. Si tratta di servizi che raddoppiano o anche triplicano l’investimento durante le fasi di ribasso dei mercati ed agiscono in modo automatico, superando quindi il limite dell’emotività che potrebbe portare il cliente a sospendere il piano di accumulo o, peggio ancora, a uscire dai mercati in attesa di un timing migliore. Lo notiamo, ad esempio, nello spostamento di parte dei nostri clienti dall’amministrato al gestito, con una predilezione per l’azionario e i piani di accumulo in particolare», dice Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum. «I 1.500 miliardi di euro parcheggiati in strumenti di breve termine possono puntare a incrementare il proprio valore, con investimenti in maniera diversificata e frazionata, sui mercati azionari che, storicamente, hanno dimostrato di crescere nel lungo periodo, replicando lo sviluppo dell’economia reale a livello mondiale», aggiunge Volpato.
Anche Azimut conferma il dialogo continuo tra rete e investitori: «In queste intese ultime settimane l’attività principale dei consulenti in rete è stata quella di assistere in remoto i clienti nella gestione dell’emotività e della paura causata dalle ampie correzioni dei mercati e di fornire i corretti aggiornamenti».
Assumendo un orizzonte di medio e lungo termine, nelle fasi più critiche dei mercati si possono aprire delle opportunità e «questo atteggiamento si sta riflettendo nei flussi che registriamo nell’ultimo periodo nei prodotti che permettono di incrementare gradualmente la propria componente azionaria attraverso una sorta di pac come avviene per i comparti del fondo AZ Fund 1 Escalator e Asset Timing. Quest’ultima soluzione, che abbiamo rivisitato velocemente per approfittare della volatilità e delle valutazioni che caratterizzano l’attuale fase di mercato, permette di raggiungere un’esposizione del 100% in un orizzonte temporale di 12/18 mesi», aggiungono dal gruppo presieduto da Pietro Giuliani. Sempre nell’ambito dei prodotti gestiti, Azimut continua ad osservare interesse per le soluzioni di lungo periodo lanciate lo scorso febbraio: «un comparto che approccia i mercati azionari quotati con le logiche dei fondi di private equity e un obbligazionario che seleziona titoli ad alto rendimento ricercando opportunità in nicchie caratterizzate da crescita elevata». Inoltre Azimut registra un trend positivo per il fondo pensione «segno che i clienti hanno compreso il ruolo che la previdenza complementare può svolgere non solo come integrazione alla pensione ma anche come strumento di risparmio di lungo periodo».
Prosegue, infine, la raccolta sui fondi alternativi legati all’economia reale ancora in fase di collocamento, il fondo di private equity Demos I e il fondo di fondi globale di private equity Global Invest, secondo un’ottica di decorrelazione dai mercati finanziari. «Superata una prima fase di fisiologico rallentamento dovuto alla gravità dell’emergenza che ha colpito la salute delle persone, nelle settimane seguenti potremmo registrare un graduale ritorno alle attività che riteniamo si rifletterà positivamente nella raccolta dei prossimi mesi. Al di fuori dell’Italia, nei diversi Paesi in cui siamo presenti la situazione è invece a macchia di leopardo e varia da regione a regione. L’importante diversificazione geografica delle attività che abbiamo portato avanti negli ultimi anni si sta dimostrando, ancora una volta, un fattore positivo», conclude Azimut. (riproduzione riservata)
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