di Anna Messia
Com’era nell’aria, anche l’Ivass è scesa in campo per chiedere alle assicurazioni di adottare una politica di massima prudenza nella distribuzione dei dividendi. L’emergenza coronavirus sta provocando volatilità sui mercati e sullo spread, così il consiglio arrivato dall’istituto guidato da Daniele Franco è di tenere fieno in cascina per i momenti difficili. Nelle scorse settimane, come anticipato da MF-Milano Finanza, era stata l’Eiopa a invitare le assicurazione europee alla prudenza. L’autorità si è detta pronta a intervenire sulle regole di Solvency II e anche a chiedere all’Unione Europea misure per proteggere le compagnie dal crollo dei mercati (anche se ancora non è arrivata alcuna proposta concreta), ma in cambio ha indicato la strada della prudenza su dividendi e premi variabili. Dopo la Bce e la Banca d’Italia nel settore bancario, anche Ivass ha quindi inviato una lettera alle compagnie che operano in Italia. Ma con alcune differenze. Via Nazionale ha chiesto agli istituti di distribuire eventuali dividendi soltanto dopo il 1° ottobre, mentre nel caso dell’Ivass non c’è alcun divieto esplicito a staccare cedole, ma c’è appunto l’indicazione di seguire criteri di «massima prudenza», aggiungendo che le strategie delle compagnie saranno strettamente monitorate e che l’Ivass, se ce ne sarà bisogno, si riserva di prendere ogni altra iniziativa per tutelare la stabilità delle imprese e l’interesse degli assicurati. Insomma, è allerta rossa. Ora bisognerà vedere quale sarà la risposta delle compagnie, in particolare di quelle quotate che pure hanno presentato bilanci 2019 in forte crescita. Generali il 13 marzo ha fatto sapere di essere pronta a pagare un dividendo di 0,96 euro rispetto ai 0,9 euro dell’anno scorso e anche UnipolSai solo qualche giorno fa aveva confermato l’intenzione di pagare un dividendo di 0,16 euro (in crescita del 10%), mentre la cedola di Unipol sarebbe stata di 0,28 euro, in aumento del 56%. L’unica a fare già marcia indietro per ora è stata Cattolica. che proprio a causa del virus dopo la pronuncia Eiopa aveva annunciato la volontà di rinviare la decisione sulla cedola all’assemblea, la quale non è però ancora stata calendarizzata. Nel caso di Unipol la riserva a questo punto verrà sciolta con l’assemblea prevista per il 29 aprile a Bologna a porte chiuse. Mentre per Generali l’appuntamento, sempre a porte chiuse, sarà il giorno dopo a Torino e non a Trieste, anche in questo caso a causa del coronavirus. Nel caso delle banche la Bce e Banca d’Italia hanno poi posto l’attenzione anche sulle operazioni di buyback, bloccandole proprio per preservare capitale. Mentre sia nel caso dell’Eiopa sia in quello dell’Ivass la priorità, oltre che alle cedole, è stata data alla componente variabile della remunerazione dei manager. Anche in questo caso chiedendo prudenza. Ma la sensazione è che l’Ivass non voglia muoversi con un’azione uguale per tutte le compagnie e tenere conto della singole situazioni, monitorandone l’azione costantemente. Una via d’uscita potrebbe essere, per esempio, l’anticipo di una parte delle cedole promesse, per poi staccare il resto appena i mercati si saranno stabilizzati e il quadro economico fatto più chiaro. (riproduzione riservata)
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