di Carlo Valentini
La Cina sta (forse) uscendo dall’emergenza coronavirus. Anche perché ha messo in campo un potenziale tecnologico straordinario. Il quotidiano inglese The Sun (3 milioni di copie vendute ogni giorno) ha mandato un suo inviato a visitare l’ospedale da campo organizzato a Wuhan (capitale del distretto di Wuchang) che non a caso è tra le strutture di punta della lotta al virus.
Ciò che racconta l’inviato, Christy Cooney, merita di essere divulgato, anche per farci comprendere come un grande Paese (che -non va scordato- ha tenuto in incubazione il virus) ha ingaggiato la lotta e sembra a un passo dalla vittoria. Non è fantascienza anche se a noi può sembrarla.
«Nell’ospedale- scrive The Sun- i robot alimentati a 5G (in Europa c’è chi vorrebbe fermare questa tecnologia!, ndr) svolgono compiti tra cui il rilevamento della temperatura dei pazienti, la consegna dei pasti e la disinfezione della struttura. Essi inoltre consentono ai medici di leggere da remoto i vari parametri dei malati, riducendo la loro esposizione al virus. Non solo. Oltre ad aiutare i medici, i robot sono utilizzati per raccogliere vecchie lenzuola e smaltire i rifiuti medici».
Per questa iniziativa hanno unito le forze i responsabili della sanità del distretto di Wuchang, l’Accademia delle scienze cinese, la CloudMinds Technology, azienda specializzata in robot con sedi a Pechino e in California, e l’azienda di telefonia cinese ChinaMobile. Dodici set di androidi sono stati donati da CloudMinds.
Essi sono in grado di spostarsi autonomamente ed evitare automaticamente gli ostacoli. «In soli 7 giorni» conclude il giornale, «si è passati da un personale interamente umano alla gestione tramite robot dei circa 200 pazienti affetti da coronavirus».
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