di Giuseppe Gulino.
A constatare lo stato nel quale versa il nostro paese e dalle attenzioni giornalistiche e dei media, monopolizzate dal problema CoronaVirus, risulta strano potersi riaggiornare sullo stato e sul punto di vista degli addetti ai lavori, e dei “fornitori di servizi tecnici ed informatici” legati al contesto assicurativo italiano, in merito all’entrata in vigore, ormai 2 settimane fa della RCA familiare.
Mi aspettavo agenzie prese d’assalto da clienti che chiedono l’applicazione della nuova norma e degli sconti da applicare al proprio contratto. Invece gli assicurati italiani hanno (come giusto che fosse) assaltato farmacie e supermercati per accaparrarsi mascherine ed amuchina, distratti dall’ennesimo problema nazionale.
Recentemente il Codacons ha presentato un esposto in IVASS, perché, secondo l’associazione dei consumatori, alcune compagnie si rifiuterebbero di applicare la RC auto familiare ai clienti che ne fanno richiesta.
E’ una situazione questa che agli addetti ai lavori non era sfuggita. Infatti la legge cita chiaramente che nell’attestato di rischio non deve essere presente nessun sinistro negli ultimi 5 anni, ma si è dimenticata di chiarire l’eventuale presenza di NA oppure ND, che lasciano ampio spazio alla pura interpretazione che si divide tra chi li concepisce come pari a zero quindi li accetta, e chi li interpreta come diverso di zero e quindi non riconosce di fatto l’applicabilità della RCA familiare a quei consumatori che pensano di averne diritto.
Sempre restando sul tema, non è chiaro su che base il legislatore, o chi per esso, abbia deciso di introdurre il super Malus in merito all’aumento di 5 classi in caso di sinistro. Il comunicato stampa dell’associazione degli attuari italiani non lascia scampo a nessun appello circa la negatività del provvedimento e non c’è bisogno di essere un professionista di tariffe assicurative per capire che, come spesso accade in Italia, non si ascoltano preventivamente tutte le campane (si la posizione degli attuari nell’articolo: Attuari: RCA familiare, perché non può funzionare).
Da rappresentante dei fornitori di servizi software per gli addetti ai lavori del contesto assicurativo, ritengo che si sia affrontato un tema – tra l’altro obbligatorio per legge e per di più atto a proteggere e tutelare la sicurezza dei cittadini – in modo un po’ superficiale, dove la non chiarezza dei dettagli mette in difficoltà tutta la filiera produttiva in barba alla tanto attuale direttiva IDD che mette al centro il consumatore.
Giuseppe Gulino – info@plurisoft.com