Le nuove misure della Banca centrale cinese per stimolare l’economia hanno avuto l’effetto di spingere al rialzo le borse europee, con piazza Affari che si è piazzata sul podio più alto. L’indice Ftse Mib è salito infatti dell’1% a 25.120 punti, toccando un massimo dall’ottobre 2008. Londra ha guadagnato invece lo 0,3% così come Parigi e Francoforte. Wall Street, invece, ieri era chiusa per la festa in onore dei presidenti degli Stati Uniti.
Sullo sfondo restano sempre i timori legati alle conseguenze dell’epidemia cinese sull’economia mondiale. Per quanto riguarda l’Italia, l’impatto del coronavirus potrebbe costare all’economia nazionale quasi un punto di pil: circa 17 miliardi di euro, una cifra tale da evocare lo spettro della recessione. La stima è contenuta in un report di Nomura, secondo cui per le economie statunitense ed europee gli effetti saranno meno devastanti rispetto a quelli attesi a Hong Kong, ma comunque saranno pesanti. In Europa è la Germania a rischiare di più, a causa degli elevati volumi di esportazioni e forniture manifatturiere (che incidono per il 3% sul pil), mentre per l’Italia i contraccolpi maggiori potrebbero arrivare soprattutto da uno stop improvviso dei flussi turistici.
I tre canali attraverso cui il Covid-19 si abbatterà sull’area euro sono commercio, turismo e il sentiment generale, ovvero la paura scatenata dal rischio di un’epidemia. Basandosi su queste considerazioni, gli analisti di Nomura hanno costruito tre scenari. Quello di base prevede che il contagio rallenti entro la fine di febbraio; secondo invece l’outlook negativo, il contagio si diffonde ulteriormente, pur rimanendo concentrato in Cina, Infine nell’ipotesi peggiore, il contagio si espande oltre la Cina e le misure per combatterlo non risultano efficaci almeno fino al mese giugno.
A causa del basso tasso di crescita «con cui l’Italia sta cominciando il 2020» si legge nel report di Nomura, «prevediamo che il Paese entrerà in recessione quest’anno, con una variazione di -0,1% (nello scenario di base) ben al di sotto delle aspettative del governo (+0,6%)». Nello scenario negativo il pil scenderebbe invece dello 0,2% e in quello peggiore dello 0,9%.
È uno «scenario estremo» l’ipotesi di una recessione per l’Italia nel 2020 a causa del coronavirus, indicata nello studio di Nomura, ha dichiarato il ministro dell’economia Roberto Gualtieri intervenendo a Zapping su Radio1. «Nessuno dei grandi previsori», ha sottolineato Gualtieri, «indica l’Italia in recessione». Nelle ultime stime il 2020 «si apriva con delle previsioni al rialzo. Sei nei prossimi mesi ci sarà un impatto negativo» del virus si faranno le valutazioni opportune.
Nel frattempo a Pechino è arrivata la task force dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Gli esperti dovranno controllare i criteri di conteggio dell’epidemia e capire se la situazione è sotto controllo come riportato dagli ultimi bollettini, secondo i quali il numero di morti dell’epidemia di coronavirus Covid-19 è salito a 1.775 e i contagi hanno superato i 70 mila individui. È slittata anche la sessione plenaria del parlamento cinese, un appuntamento annuale che si tiene da un quarto di secolo, in programma il 5 marzo. Mentre nella città di Wuhan, epicentro del contagio, il governo cinese sta mandando 30mila specialisti e 1.200 medici militari.
Per sostenere l’economia, la Banca centrale cinese ha ridotto il tasso sulle operazioni di medio termine a un anno (medium-term lending facility) al 3,15% dal 3,25% e ha iniettato 200 miliardi di yuan (28,62 miliardi di dollari) di liquidità, tramite le consuete operazioni di medio termine e 100 miliardi di yuan attraverso reverse repo a sette giorni. In quest’ultimo caso il tasso di interesse è rimasto al 2,4%.
In controtendenza rispetto alle numerose chiusure di stabilimenti, Toyota e Honda hanno parzialmente ripreso la produzione in alcune fabbriche cinesi. Toyota ha parzialmente ripreso negli impianti di Guangzhou e Changchun. E domani anche lo stabilimento Toyota di Tianjin dovrebbe riavviare la produzione. Infine Honda ha ripreso parzialmente la produzione nelle sue fabbriche di Guangzhou e prevede la riapertura dell’impianto di Wuhan il prossimo 21 febbraio. (riproduzione riservata)
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