di Anna Messia
L’investimento, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, sarebbe di qualche decina di milioni. Poste Italiane ha deciso di mettere più di un cip su Tink. Si tratta della start up svedese, specializzata in servizi finanziari basati su dati, per sviluppare una piattaforma bancaria aperta. Ieri Tink ha annunciato di aver raccolto 90 milioni di euro da diversi investitori istituzionali e Poste Italiane è appunto tra questi. Tra gli investitori già attivi in Tink ci sono Heartcore Capital, Abn Amro Ventures, Bnp Paribas Fortis (la divisione di venture capital) ed Opera Tech Ventures. Per il gruppo guidato da Matteo Del Fante non è la prima operazioni di investimento in start up tecnologiche.Lo aveva già fatto, a maggio, nel settore della logistica, con i tedeschi di Sennder: in quel caso è stata costituita una joint venture con l’obiettivo di rendere più efficiente l’attività di logistica di lungo raggio, sfruttando le nuove tecnologie. In pratica, grazie alla tecnologia proprietaria di Sennder, sono stato ottimizzati i carichi dei tir nel trasporto delle merci a lungo raggio.
Poi, a settembre, è stata la volta di Moneyfarm, la società indipendente, nata nel 2011 su iniziativa di Paolo Galvani e Giovanni Daprà, specializzata in Etf, i fondi indice quotati. Il gruppo guidato da Del Fante ha siglato un’alleanza con la società per offrire servizi innovativi di investimenti digitali, come Moneyfarm aveva già fatto in Germania con Allianz. Un accordo che ha consentito di arricchire l’offerta di Poste Italiane con un servizio di gestione patrimoniale in Etf, composta da sette linee di investimento, sfruttando il modello innovativo di Moneyfarm. Con Tink il campo di azione è invece quello dell’open banking, in ottica Psd2, la nuova direttiva europea che fa spazio alle piattaforme aperte grazie alle quali i clienti avranno un’unica porta di accesso per tutti i loro servizi finanziari e conti correnti aperti con banche diverse, mentre le società avranno dati più ricchi su cui lavorare per offrire prodotti si misura. Grazie a questo investimento il gruppo guidato da Del Fante potrà quindi sfruttare le nuove potenzialità offerte dalla Psd2 e Tink, società svedese guidata dal co-fondatore Daniel Kjelleén, sembra promettere bene. Il round annunciato ieri di 90 milioni, il più importante fino ad oggi, segue quello precedente da 56 milioni di euro del febbraio 2019.
Questo nuovo finanziamento supporterà la rapida espansione di Tink in Europa e sosterrà l’ulteriore sviluppo della sua piattaforma di open banking che consente appunto a banche, fintech e startup di creare servizi finanziari intelligenti basati sui dati. “Questo round di investimento faciliterà i nostri ambiziosi piani di crescita per il prossimo anno e oltre. Nel 2020 ci impegniamo ad aprire la nostra piattaforma ad ancora più connessioni bancarie e, oltre a ciò, espandere la nostra offerta di prodotti», ha commentato Kjellén, aggiungendo che «il nostro obiettivo è diventare il fornitore pan-europeo di fiducia per i servizi bancari digitali e offrire la tecnologia necessaria a banche, fintech e startup per sfruttare le opportunità dell’open banking e consentire loro di sviluppare con successo i servizi finanziari del futuro». Ieri intanto il titolo Poste in Piazza Affari ha chiuso la seduta a 10,38 euro, in rialzo dello 0,92%. (riproduzione riservata)
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