di Andrew Ross Sorkin

Larry Fink, fondatore e ceo di BlackRock, il più grande asset manager al mondo con quasi 7 mila miliardi di dollari in gestione, ha messo la sostenibilità ambientale al centro delle priorità per chi investe. Il rischio climatico potrebbe cambiare le ipotesi fondamentali della finanza moderna. E, ancora prima del previsto, ci sarà una significativa riallocazione dei capitali e dei risparmi. In concreto, BlackRock abbandonerà gli investimenti che presentano un alto rischio legato alla sostenibilità e lancerà nuovi prodotti di investimento per lo screening dei combustibili fossili. Il gestore Usa aumenterà la trasparenza della gestione e voterà contro consigli di amministrazione e management che non rivelano i loro obiettivi di sostenibilità e che non dichiarano se e quando i combustibili fossili verranno ridotti o esclusi. Queste le spiegazioni che Fink ha dato nell’intervista rilasciata alla Cnbc.

Domanda. Fink, nella lettera annuale che nei giorni scorsi ha inviato agli investitori parl di una crisi epocale.
Risposta. È stata la lettera più difficile che abbia mai scritto. E credo di essere diventato sempre più emotivo mentre la scrivevo. È anche una riflessione sui miei 40 anni di esperienza in finanza; ho rivisto tutte le crisi che abbiamo affrontato. I cambiamenti fisici che possiamo vedere con i cambiamenti climatici sono più permanenti. Non possiamo contare su una Federal Reserve per stabilizzare il mondo, come nel passato. Questa crisi è più grande, richiede più pianificazione, più connessioni pubbliche e private. Molti di questi problemi potranno essere risolti, ma le azioni devono cominciare ora.
D. I temi sono già noti tra gli investitori ma nessuno dei maggiori gestori di denaro nel Paese finora aveva messo al centro sostenibilità e cambiamenti climatici. Per quali ragioni questa situazione perdura ancora?
R. Si può discutere se la scienza sia reale o meno, se non possa essere più accurata. Ma abbiamo sempre più prove che la scienza è reale. Sempre più clienti in tutto il mondo sono sensibili all’impatto reale dei cambiamenti. E così abbiamo avuto la consapevolezza di essere responsabili proprio per la nostra posizione di leader tra le società di investimento. E proprio nell’ultimo anno abbiamo effettivamente visto crescere questo bisogno. Quindi probabilmente la conclusione più importante delle mie osservazioni è che stiamo appena iniziando una grande riallocazione del capitale.
D. Che cosa intende?
R. Sempre più clienti sono alla ricerca di un portafoglio più sostenibile per essere più preparati. Credo che, per essere concreti, questo cambierà il mercato obbligazionario municipale. Le aree più colpite avranno maggiori difficoltà a finanziare il loro debito se non si concentreranno sull’impatto dei cambiamenti climatici nel loro distretto, nella loro regione e nelle loro città. I Paesi che non si concentreranno su questo tema potranno subire gravi ripercussioni. Sfortunatamente, da quello che vedo, non c’è ancora abbastanza consapevolezza. Ci stiamo concentrando perciò su come avverrà questa ridistribuzione del capitale. Vedremo sempre più investitori in cerca di consulenze su dove dovrebbero investire i loro soldi. Per aiutarci in questo processo tuttavia abbiamo bisogno di maggiore trasparenza a livello aziendale. Da oltre otto anni scrivo lettere in qualità di ceo su una politica a lungo termine. E niente può essere più a lungo termine del cambiamento climatico. Pertanto, chiediamo a tutte le società pubbliche di far riferimento al Sasb (Sustainability Accounting Standards Board, ndt) e al Tcfd (Task Force on Climate Disclosures, ndt). E credo fermamente che le aziende migliori saranno quelle che si concentreranno non solo sui loro azionisti ma anche sull’impatto a lungo termine dei cambiamenti climatici e su come questi avranno effetti sulla loro società.
D. Quanto è influenzato il mercato degli idrocarburi dal trend della sostenibilità ambientale?
R. Il cambiamento climatico richiederà un’enorme transizione energetica. Si tratterà di 40 o 50 anni. Quindi, non stiamo scappando. Dobbiamo avere un piano organizzato. Ci sono anche Paesi che si basano fortemente sugli idrocarburi. Per quei Paesi, per quei comuni, il nostro compito è quello di informarli di ciò che stiamo assistendo come asset allocation. Non stiamo scappando da tutti gli idrocarburi, perché crediamo che abbiano un ruolo. Riteniamo che il gas naturale svolga un ruolo molto importante nella transizione energetica. E quindi crediamo che questo sia un processo. Non solo: non ci fermiamo. Abbiamo dichiarato che il carbone non è un buon investimento ora. Ma la cosa più importante è, attraverso la trasparenza, fornire una migliore analisi del rischio, migliori rendimenti adeguati al rischio.
D. La sua lettera suggerisce che i combustibili fossili a lungo termine non saranno un buon investimento
R. È così nella maggior parte dei casi. Ma non stiamo dicendo che lo siano anche oggi un cattivo investimento. Riteniamo che assisteremo a questa fase di transizione energetica. E alcune delle più grandi società dell’energia sono in prima linea nel campo delle rinnovabili e lavorano per questo. Non vogliamo generalizzare, vogliamo che queste aziende abbiano maggiore trasparenza e che proseguano in questa direzione.
D. L’Amministrazione Trump ha una visione molto diversa dei cambiamenti climatici…
R. È necessario parlare con tutti i governi del mondo, incluso il nostro. Credo che dovremmo spendere ingenti somme di denaro in infrastrutture per prepararci al meglio. Se vogliamo essere giusti ed equi, dobbiamo concentrarci su questa transizione. Molte persone rimarranno indietro. Questo purtroppo accade con i funzionari del governo, che a volte si concentrano sul più breve termine invece che sul lungo periodo. Parlo di una tendenza a lungo termine che avrà un impatto notevole sulle valutazioni delle industrie. Alcune saranno meglio preparate di altre anche nel settore energetico. Sono questi i tipi di società su cui investiremo. Non vogliamo vendere o uscire dai settori della vecchia energia, ma vogliamo una maggiore trasparenza.
D. Che tipo di reazione si aspetta ora?
R. Bisogna essere preparati e forti. So che alcuni clienti non saranno contenti, ma credo che la maggior parte sarà d’accordo e ci chiederà come aiutarli a guardare a questi problemi. Io me ne occupo già da molto tempo. Ci sono stati anni in cui il 70% delle persone la pensava così, il 30% no. Non mi interessa dire se sarà un rapporto 70/30 o 30/70. E non mi importa se l’estrema sinistra o l’estrema destra avrà maggiore o minore gradimento per quello che penso.
D. Si aspetta che i ceo le dicano grazie per aver protetto i loro profitti a breve termine per il loro adeguamento? O pensa che la chiameranno e saranno furiosi?
R. La maggioranza sarà grata. Ho parlato con molti ceo. Non so se avrò il 100% dei consensi, non è il mio obiettivo. Come più grande asset manager del mondo voglio informare più persone possibili su dove crediamo che stia andando l’asset allocation, cercando di interpretare la direzione del mondo della finanza.
D. C’è stato qualcosa di decisivo che l’ha influenzata riguardo a questo tema negli ultimi 12 mesi?
R. Si è trattato soltanto di leggere di più. Avere più attenzione verso la scienza e la ricerca. Ho ascoltato il mio team che ha pubblicato uno studio eccezionale l’autunno scorso, riguardo l’impatto sulla salute causato dal cambiamento climatico. Ho ascoltato le persone incontrate lo scorso autunno all’Onu e al Fmi e durante i miei viaggi (in Cina ne ho fatti tre). Mi sono chiesto se dare il 20 o il 100% di peso a questo fattore nel mio portafoglio. Mi sono rivolto ai governi, anche quelli del Medio Oriente si chiedevano come avrebbero potuto utilizzare più risorse solari ed eoliche. Il tetto Opec si basa soltanto sulla produzione e non su quanto viene venduto. E alcuni di questi Paesi utilizzano il 20-40% della produzione interna per uso domestico. Quindi, se riducessero il tasso del loro fabbisogno domestico potrebbero effettivamente vendere di più.
D. Che cosa risponde a chi dice che si tratta solo di marketing? Il mese scorso un gestore di hedge fund in Gran Bretagna ha dichiarato che i rendimenti di BlackRock erano spaventosi. Ha parlato di greenwashing.
R. Mi piacerebbe parlargli, non sa quello che stiamo facendo. Ci sono già 4.800 società dove abbiamo votato contro il management. Ma di solito non pubblicizziamo questi dati e alcuni si basano sui voti diretti senza considerare le deleghe che diamo.
D. Ci sono organizzazioni esterne che valutano le istituzioni finanziarie sulla base del modo in cui hanno votato. E BlackRock è finita in fondo alla lista.
R. Abbiamo avuto più contatti noi con le aziende di chiunque altro. Abbiamo il più grande team di gestione in assoluto. In molti casi, quello che molte persone non sanno, è che abbiamo fatto cambiare idea alle società prima ancora che le informazioni su di loro venissero pubblicate. In tutte le mie lettere alle società ho sottolineato l’importanza di entrare in contatto con noi, di parlarci. Sono molto orgoglioso dei risultati raggiunti e per tutte le volte in cui abbiamo cambiato la posizione del management riguardo a moltissimi temi. Ma quello che vogliamo ottenere è una maggiore trasparenza. E abbiamo annunciato che renderemo pubblico il modo in cui voteremo in ogni trimestre. Quindi, tutte quelle persone che ci chiedono che cosa facciamo avranno sempre di più modo di vederlo.
D. Che cosa si dovrebbe fare, anche seguendo alcuni attivisti per il clima, per evitare la distruzione del nostro pianeta?
R. Sono fiducioso, vivo negli Usa dove sono in vigore le regole Erisa, che stabiliscono gli standard minimi per i piani pensionistici nel settore privato e richiedono soltanto di massimizzare il rendimento. Capisco gli attivisti che credono che dobbiamo salvare il pianeta, capisco quello che stanno dicendo. Ma esistono regole diverse in questo Paese e dobbiamo conviverci.
D. Pensa che questo dovrebbe cambiare?
R. Sì. Vorrei davvero cambiare questa regola in modo importante. Alcuni cambiamenti sono avvenuti sotto l’amministrazione Obama ma tutto è tornato uguale a prima con Trump. Chi punterà sulla sostenibilità e sul clima avrà rendimenti ancora migliori. Questo sarà un grande investimento per i prossimi dieci anni. E potrà aiutare anche il pianeta. (riproduzione riservata)

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